È passato praticamente un anno quasi esatto dalla prima chiacchierata fatta con il designer e concept artist Doug Chiang, un nome ben noto ai fan di Star Wars, uno di quelli che tende spesso a spiccare fra quelli degli innumerevoli talento che lavorano nel “below the line” di una pellicola hollywoodiana.

Nel 1995, dopo anni di lavoro alla Rhythm and Hues Studios prima e alla ILM di George Lucas poi, ha ereditato il testimone del leggendario concept designer Ralph McQuarrie nel primo episodio della Trilogia dei Prequel di Star Wars, ruolo ripreso anche per l’Episodio II. Poi per qualche anno si è preso una pausa dal franchise, durante la quale ha fondato gli Ice Blink Studios, poi assorbiti dalla ImageMovers Digital, di Robert Zemeckis per i suoi “controversi” film in performance capture: Polar Express, Beowulf e A Christmas Carol. Con Zemeckis aveva già lavorato a un paio di lungometraggi come Forrest Gump e La Morte ti fa Bella che forse avrete già sentito nominare.

Quando poi la Disney ha acquistato la Lucasfilm e ha deciso di rilanciare in grande stile l’universo di Star Wars, il nome più ovvio per riprendere e ritessere le fila del design tanto di Il Risveglio della Forza quanto di Rogue One: A Star Wars Story, era proprio quello di Doug Chiang. Se nel primo ha contribuito come concept designer (trovate la nostra intervista a questo link), nel secondo il suo ruolo è stato anche più impegnativo, visto che insieme al suo “vice” Neil Lamont si è dovuto occupare di ideare di tutto il production design del kolossal. E, come ci spiegherà, ideare mezzi e ambientazioni in grado di fare da ponte fra la Trilogia Classica e quella dei Prequel, non è stato semplicissimo.

Dopo l’intervista trovate anche un estratto esclusivo dagli extra home video di Rogue One: A Star Wars Story.

 

In Star Wars: Il Risveglio della Forza eri accreditato come concept designer mentre qua come production designer. Parlami un po’ delle tue mansioni in Rogue One: A Star Wars Story, di come sei stato coinvolto.

È nato tutto dopo il mio primo meeting col regista del film, Gareth Edwards. Mi sono incontrato per la prima volta con Gareth credo a gennaio del 2014. Ho subito capito di voler lavorare come production designer di questo film perché, tanto per cominciare, Gareth è un appassionato di Star Wars come me, nello specifico proprio di Una Nuova Speranza che è la pellicola che segue i fatti di Rogue One. Avevamo entrambi lo stesso desiderio di dare forma a un film che fosse degno del primo Star Wars arrivato nei cinema. Quindi, più che lavorare con il concept design, ero intenzionato a lasciare un’impronta ancor più forte. Compito peraltro non facile perché lavorare al production design di un film e quindi a tutti gli aspetti visuali collegati al design stesso della pellicola non è una cosa da poco. E trattandosi di un opera letteralmente enorme ho avuto bisogno di un partner che mi desse una mano e l’ho trovato in Neil Lamont. Per me si è trattata di un’esperienza bellissima e appagante. Con questo sono arrivato a credo cinque film in cui ho lavorato come production designer, ma Rogue One si differenzia da tutto il resto perché ho potuto usare, come base di partenza, il visual di Una Nuova Speranza. Ed è una cosa che non accade tutti i giorni.

Ti sei divertito a creare dei nuovi elementi di design per un lungometraggio che, praticamente, è ambientato dieci minuti prima di Una Nuova Speranza?

Si è trattato proprio della sfida principale di un film che, fondamentalmente, fa da ponte fra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. Il film che per me è l’egida più fulgida del concetto stesso di design cinematografico. È un pensiero abbastanza intimidatorio quello del doversi mettere a concepire l’aspetto visivo di una pellicola che deve collegarsi a un pezzo di storia del cinema. Quindi abbiamo dovuto lavorare tenendo bene a mente che l’80% di quello che facevamo doveva essere contestualizzabile in quel mondo le cui basi erano state poste dall’Episodio IV. E parlo anche di tutti quegli elementi che magari George aveva concepito per il film del 1977, senza mai imprimerli sulla pellicola. Pensa all’hangar di Yavin che abbiamo dovuto ideare e rendere del tutto omogeneo a Guerre Stellari. George l’aveva girato inquadrandolo in una direzione, mentre qua viene mostrato anche dell’altro. Abbiamo dovuto espandere il design già noto. Poi c’è anche il rimanente 20% relativo al design delle nuove truppe, dei nuovi veicoli come l’U-Wing, lo Shuttle di Krennic. Creazioni che dovevano collocarsi a metà strada fra il design della Trilogia dei Prequel e la Trilogia Classica. Ma l’aspetto divertente è che esiste un vero e proprio vocabolario di design di Star Wars a cui ho lavorato insieme a George Lucas che vale per tutti i film e tutto l’universo di Star Wars. Aver condiviso quest’esperienza con George mi permette di afferrare molto bene le necessità visive dei film di Guerre Stellari, come ad esempio il comprendere quanto design di Episodio III dovevamo infondere nello Shuttle di Krennic per far sì che andasse bene anche come un’astronave dell’Episodio IV.

Per quel che vale il mio parere, lo Shuttle di Krennic è diventato subito uno dei miei favoriti, la divisione italiana della Disney mi ha mandato un campione stampa del set LEGO relativo per Natale ed è davvero fantastico.

Wow, grazie dei complimenti! È stata una bella soddisfazione concepire quel mezzo e il set LEGO è notevole.

L’anno scorso abbiamo parlato anche dell’incredibile segretezza che ha circondato la lavorazione di Il Risveglio della Forza. Quella di Rogue One è stata più rilassata in tal senso?

Ti posso dire che è stata altrettanto intensa anche se non avevamo la pressione che può aver avuto un film come The Force Awakens che ha avuto il compito di riportare il franchise nelle sale. Ma tutti noi che abbiamo lavorato a Rogue One eravamo perfettamente consapevoli di quanto fosse speciale questo film che andava a collegarsi direttamente a Una Nuova Speranza, quindi abbiamo comunque cercato di preservare l’effetto sorpresa del film per il pubblico perché il pubblico è ciò che c’interessa maggiormente. Perché tutti noi in primis siamo fan di Guerre Stellari.

Ok, ora ho una domanda nerd in cui però dobbiamo entrambi fingere di essere solo Doug e Andrea, non Doug della Lucasfilm e Andrea di Badtaste.it. Solo due normalissimi fan di Star Wars. Cosa ne pensi del cosiddetto “buco di trama” che Rogue One va a colmare, ma soprattutto perché l’Impero prima e il First Order adesso hanno una fissazione con queste gigantesche armi di distruzioni di massa che però hanno dei punti deboli così evidenti?

Ahahahaah, ottima domanda! Beh, per il “buco di trama” direi che la questione viene appunto ben spiegata da Rogue One. È la stessa domanda che mi sono fatto vedendo il primo Star Wars: chi costruirebbe una roba come la Morte Nera lasciando in “bella vista” quel ben noto difetto di progettazione? E anni dopo mi sono ritrovato a lavorare a un film che nasce proprio come conseguenza di questa cosa che, come viene spiegato nel film di Gareth, era stata fatta di proposito. E devo dire che ha senso, la spiegazione si integra perfettamente col resto e, anzi, ti ritrovi a guardare Una Nuova Speranza in maniera differente da prima. È come ottenere tutte le risposte alle domande che ti facevi guardando Guerre Stellari. Per rispondere alla tua domanda, credo sia appagante per il pubblico vedere una risposta ai quesiti che magari sono stati fatti da un’altra pellicola, che si tratti della Morte Nera o di una sedia vuota in un meeting delle alte sfere imperiali. Poi dal punto di vista del design – e se non ricordo male ne abbiamo discusso lo scorso anno a proposito del Risveglio della Forza – è avere a che fare con un mondo che si evolve. La pellicola di J.J.Abrams è più contemporanea, la dove la Trilogia dei Prequel era l’equivalente dei nostri anni ’30 del novecento e la Trilogia Classica una figlia del design industriale.

Sai, quando penso alla Lucasfilm non penso alla solita, impersonale compagnia di produzione cinematografica, quanto a una sorta di famiglia. Per questo come ultima domanda ti chiedo come hai vissuto la scomparsa di Carrie Fisher, la nostra principessa Leia?

È stato terribile perché, nel nostro caso, hai utilizzato la parola più indicata: famiglia. Tutti noi che lavoriamo a Star Wars condividiamo una passione, passione che viene rafforzata dalla nostra vicinanza. Perderla è stato come perdere un parente che adoravi, ma bisogna adattarsi a questa nuova condizione e proseguire. C’è il tempo per soffrire, che è naturale e sacrosanto, e quello in cui capisci che la vita deve continuare. Ma non è semplice e ci vuole del tempo. A me era già accaduto con la scomparsa di Ralph McQuarrie, che è stato un artista che ho idolatrato fin da ragazzino e che poi ho avuto la fortuna di conoscere ereditandone addirittura il lavoro. È importante realizzare che tutte queste persone ci hanno lasciato un’eredità che non morirà mai e sono questi i concetti, i pensieri a cui dobbiamo aggrapparci per andare avanti.

 

 

 

Rogue One: A Star Wars Story, il primo spin-off cinematografico di Star Wars, arriverà in home video in Italia il 12 aprile, in DVD, Blu-ray e Blu-ray 3D.

Nella versione italiana, i contenuti speciali nelle configurazioni Blu-ray e Blu-ray 3D comprendono:

  • Connessioni Rogue  con easter egg e le curiosità cinematografiche nascoste nel film  che collegano Rogue One all’universo di Star Wars.
  • L’idea per Rogue – John Knoll, il leggendario mago degli effetti visivi della ILM, presenta  il concept del  film alla produttrice Kathleen Kennedy, svelando perchéRogue One è il film ideale per lanciare una nuova serie di avventure cinematografiche legate a Star Wars.
  • Jyn: La Ribelle – Felicity Jones interpreta Jyn la sopravvissuta piena di risorse, cuore emotivo di Rogue One. E’ la stessa attrice a raccontare come si è calata nel ruolo di questo personaggio così particolare.
  • Cassian: La Spia – L’attore Diego Luna approfondisce il suo complesso e determinato personaggio, che diventa un eroe attraverso l’altruismo, la perseveranza e la passione.
  • K-2SO: Il Droide – Tutto sullo sviluppo di questo droide imperiale riprogrammato dai ribelli, partendo dall’idea originale e dai primi bozzetti fino ad arrivare al carattere e al travolgente umorismo che l’attore Alan Tudyk ha conferito al personaggio nella versione originale.
  • Baze e Chirrut: I Guardiani dei Whills – La star cinese Jiang Wen e Donnie Yen raccontano il rapporto tra i loro due personaggi molto diversi tra loro ma irresistibili insieme.
  • Bodhi e Saw: Il Pilota e il Rivoluzionario – Gli attori Forest Whitaker e Riz Ahmed illustrano i personaggi di Saw Gerrera, leader malconcio della fazione estremista della ribellione, e Bodhi Rook, il pilota imperiale che con la sua defezione mette in moto la storia.
  • L’Impero – questo approfondimento è dedicato a un nuovo e pericoloso avversario, il Direttore della Divisione Ricerca Armi Avanzate dell’Esercito Imperiale… e a sorpresa ritorna il cattivo più iconico di tutti i tempi.
  • Visioni di Speranza: Il Look di Rogue One – I filmmakers descrivono le sfide e le emozioni che hanno incontrato nel realizzare un film visivamente innovativo ma allo stesso tempo coerente con il mondo della trilogia originale.
  • La Principessa e il Governatore – racconta il processo impiegato per riportare sul grande schermo la giovane ed energica principessa di Star Wars: Episodio IV – Una Nuova Speranza e uno dei suoi avversari più memorabili.
  • Epilogo: La Storia Continua – I filmmakers e il cast celebrano la premiere di Rogue One: A Star Wars Story  parlano del futuro, concentrandosi sulle storie di Star Warsche non sono state ancora raccontate.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

CORRELATI:

Il cast stellare del film include l’attrice candidata all’Academy Award® Felicity Jones (La Teoria del Tutto), Diego Luna (il film premio Oscar® MilkCogan – Killing Them Softly, Ben Mendelsohn (Mississippi Grind, la serie Tv Bloodline), la star di Hong Kong di film d’azione e arti marziali Donnie Yen (Ip Man e Blade II), Jiang Wen (Let the Bullets FlyDevils on the Doorstep), il premio Oscar® Forest Whitaker (The Butler – Un Maggiordomo alla Casa BiancaL’Ultimo Re di Scozia), Mads Mikkelsen (Il SospettoCasino Royale), Alan Tudyk (L’Ultima Parola – La Vera Storia di Dalton Trumbo, la serie Tv Con Man), la cui performance in Rogue One si avvale della tecnica di performance-capture, e Riz Ahmed (Lo Sciacallo – NightcrawlerFour Lions).

Allison Shearmur (Hunger Games: La Ragazza di FuocoCenerentola), John Knoll, Simon Emanuel (Il Cavaliere Oscuro – Il RitornoFast & Furious 6) e Jason McGatlin (Le Avventure di Tintin – Il Segreto dell’UnicornoLa Guerra dei Mondi) sono i produttori esecutivi. Kiri Hart e John Swartz (Star Wars: Il Risveglio della Forza) sono i co-produttori.

Rogue One: A Star Wars Story è uscito il 16 dicembre 2016 negli Stati Uniti, il 15 in Italia.

Cosa ne pensate? Parliamo di Rogue One in questo topic del Forum Star Wars.

Vi ricordiamo anche che abbiamo dedicato un intero fansite a Star Wars: BadWars.it.

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