Certo ad averlo saputo prima probabilmente lo stesso Jawed Karim avrebbe scelto un altro video per essere il primo mai caricato sull’appena nato (e da lui co-fondato) YouTube.

Esattamente 9 anni fa infatti, il 23 Aprile del 2005, veniva caricato Me at the zoo, il primo video in assoluto della piattaforma successivamente acquistata da Google e ora numero uno incontrastato per numero di video e visualizzazioni.

Ad oggi Jawed Karim non è più dentro YouTube (da tempo), all’epoca frequentava il liceo mentre i due più noti fondatori Chad Hurley e Steve Chen avevano poco meno di 30 anni.

La cosa bella è che come per i film migliori in quel primo video c’è già tutto. Invece che essere una ripresa generica, una clip di un film o un paesaggio, è una persona che parla, una persona in età liceale che a mezzo busto di fronte ad una videocamera digitale a basso costo dice qualcosa di molto cretino senza nessun fine in particolare, senza nessuna abilità in particolare e senza nessuna preparazione.

Come se i suoi fondatori avessero potuto intuire quel che sarebbe venuto dopo, nel primo video di sempre di YouTube c’è la sua natura più intima, ovvero quella di ultimo anello di una catena più grande, la catena che ha liberato (ma forse sarebbe meglio dire “sta liberando”) la produzione audiovisiva. Dopo le videocamere ad alta definizione e basso costo mancava infatti solo un canale di distribuzione per tutti (cioè gratuito) che consentisse a chiunque di fare e far veicolare le proprie produzioni su scala mondiale.

Cominciando con i vlog e poi arrivando alle webserie, le forme di produzioni originali di YouTube vengono tutte da qui. Oltre alla valanga di video musicali e clip prese da film serie tv e videogiochi, oltre ai tutorial e agli show, sono i figli di questo primo video le uniche forme di produzione davvero nate assieme a YouTube, quelle che prima non c’erano e da quel momento invece sì, quelle che hanno cominciato lentamente (molto lentamente) ad influenzare il resto della famiglia audiovisiva (avete visto Easy Girl?).

E questo solo in 9 anni.

Ad oggi YouTube sta portando avanti una politica di radicale trasformazione con piccolissimi passi, sta lentamente marginalizzando la produzione più amatoriale con cambi di interfaccia, con mutamenti dell’indicizzazione e del motore che fornisce i suggerimenti per il prossimo video da guardare. L’obiettivo è selezionare solo il meglio del meglio della propria piattaforma (cioè la parte più “presentabile”, realizzata meglio e che non infrange copyright) così da piacere agli investitori pubblicitari, che preferiscono di certo mettere le proprie pubblicità accanto a produzioni ben fatte invece che gattini sopra aspirapolveri in interni coreani mal illuminati.

Intanto però la gente continua a caricare video inutili tali e quali a quello di Jawed Karim.