Errare è umano, capita anche ai migliori. Ed è capitato più e più volte ai membri dell'Academy, colpevoli di assegnazioni quantomeno opinabili nel passato più o meno recente.

Ecco un elenco – parziale – dei premi più contestati e contestabili della storia degli Academy Awards…

1. Il letto racconta – Miglior sceneggiatura originale (1960)

 Graziosa commedia sentimentale con la fidanzatina d'America Doris Day, affiancata dal fascinoso Rock Hudson. Deliziosa, ma dimenticabile. E sicuramente, non meritevole dell'ambita statuetta, che quell'anno vantava contendenti ben più illustri: Il posto delle fragole, Intrigo Internazionale, I 400 colpi.

2. Going my way – Miglior film (1945)

Per carità, i tempi erano quelli che erano; è comprensibile che la commissione dell'Academy preferisse un piatto leggero, che stemperasse l'orrore della guerra. Going My Way, con Bing Crosby nel ruolo di un giovane sacerdote, riuscì a strappare l'Oscar al noir di Billy Wilder La fiamma del peccato, e allo psico-thriller Angoscia, per cui Ingrid Bergman vinse il premio come miglior attrice. 70 anni più tardi, gli ultimi due sono considerati classici, mentre Going My Way rimane una divertente inezia.

3. A beautiful mind – Miglior film (2002)

A partire dalla fine degli anni '90, sembrò che l'Academy avesse deciso di evitare ogni possibile polemica, distribuendo premi ai film più blandamente innocui in concorso. Emblematico il caso del biopic sul folle genio della matematica John Nash, firmato da Ron Howard; buon prodotto, decisamente inferiore però a quel miracolo produttivo chiamato La Compagnia dell'Anello.

4. Com'era verde la mia valle – Miglior film (1942)

La nostalgica parabola gallese di John Ford è senz'altro un film degno di nota, che in un'annata diversa avrebbe certamente fatto miglior figura: sventura volle che, nel '42, nella rosa dei candidati figurasse anche Quarto Potere. E non ci vuole molto a concludere che fosse il film migliore di quell'anno (se non del decennio).

5. Il segreto dei suoi occhi – Miglior film straniero (2010)

 Sembra che l'Academy avesse completamente capovolto il significato di "migliore" quando decise di premiare l'esasperante minestrone pseudo-politico di Juan José Campanella con l'Oscar. Certo, è stato un successo popolare al box office, ma nemmeno lontanamente paragonabile a Il nastro bianco di Haneke o a Un profeta di Audiard, tra i candidati di quell'anno.

6. Shakespeare in love – Miglior sceneggiatura originale (1999)

Non me ne vogliano i fan di Tom Stoppard, ma la sceneggiatura dell'allegra (e molto, molto libera) rilettura della vita del giovane Shakespeare semplicemente scompare di fronte a un avversario come The Truman Show, sceneggiato da un Andrew Niccol in stato di grazia e impietosamente ignorato nell'assegnazione delle statuette. Che annata discutibile.

7. Tom Hooper – Miglior regista (2011)

Il discorso del re non è un brutto film, chiariamo. E non è neppure diretto male. Però ce ne passa tra il "non diretto male" e la regia di film come Il cigno nero di Aronofsky, Il Grinta dei Coen o The Social Network di Fincher. In mezzo ad avversari così prestigiosi, il pur buon film di Hooper sfigura decisamente.

8. Shakespeare in love – Miglior film (1999)

Seriamente, parliamone. Un furto bello e buono. La commedia in costume di John Madden scippa la statuetta in un anno in cui i suoi contendenti erano: Salvate il soldato Ryan, La vita è bella, Demoni e dei, Elizabeth (con una cupa e intensa Cate Blanchett che faceva sfigurare le leziosità pseudo-elisabettiane di Gwyneth Paltrow), ma soprattutto il sublime La sottile linea rossa. La migliore opera di Malick, candidata a una valanga di Oscar per poi essere vergognosamente ignorata al momento dell'assegnazione dei premi.

9. Ron Howard – Miglior regista (2002)

Howard è un narratore straordinario, con all'attivo dei titoli davvero memorabili. Tra di essi, non spicca particolarmente A beautiful mind, colpevole di aver strappato l'Oscar alla miglior regia a contendenti come Altman per Gosford Park, Lynch per Mulholland Drive, Scott per Black Hawk Down e, non dimentichiamolo, il superativo Jackson di La Compagnia del'Anello.

10. Crash – Miglior film (2006)

Il film di Paul Haggis era un racconto corale sicuramente ben congegnato, ma ammettiamolo: nessuno si sarebbe aspettato che sbaragliasse la concorrenza. Comprensibili le conseguenti polemiche, specialmente considerando che, in lizza per la statuetta più ambita, figuravano titoli come A sangue freddo o Goodnight and Good luck. E, al di sopra di tutti, un capolavoro esemplare per coraggio e intensità: Brokeback Mountain. A otto anni di distanza, una delle assegnazioni più discutibili della storia dell'Academy.

 

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La cerimonia di premiazione si terrà poi il 2 marzo al Dolby Theatre dell'Hollywood & Highland Center. La serata verrà condotta da Ellen DeGeneres e trasmessa negli USA dalla ABC, in Italia da Sky (che aprirà un canale apposito dedicato agli Oscar). A produrre la cerimonia vi sono Craig Zadan e Neil Meron, la serata sarà incentrata sul tema degli "eroi cinematografici".