L'uscita dell'Uomo d'Acciaio è ormai imminente.

Con l'avvicinarsi dell'arrivo nelle sale del kolossal supereroistico prodotto dalla Warner Bros. e dalla Legendary Pictures sono scaduti gli embarghi sui resoconti delle varie visite al set effettuate, nel 2011, dai siti americani.

A seguire riportiamo la nostra traduzione degli highlight dell'esauriente report effettuato da Collider grazie al quale possiamo leggere le dichiarazioni del regista della pellicola, Zack Snyder.

D: Questo film è ambientato in un mondo con uno stile più realistico rispetto alle tue opere precedenti. Che tipo di sfida hai dovuto affrontare?

R: Per me – che nel mondo dei commercial televisivi ero noto per le location in cui giravo, i meravigliosi panorami e robe di questo genere – è stato interessante. E' stata una sfida nel senso che era da un po' di tempo che non ero messo sotto pressione dal sole e dai vari elementi naturali. Cerco di stare lontano da queste problematiche. Ma c'è un lato positivo, ovvero quando il sole è tramontato te ne vai a casa. E' divertente. E' stato fico, emozionante. Mi mancava stare all'aria aperta. [Risate] Ma ora sono stanco di stare fuori.

D: Cosa significa questo ritorno di Superman per te, per tutti noi?

R: Sono stato un grande fan del personaggio e onestamente, prima di parlare con Chris Nolan a proposito di quello che lui e David Goyer avevano in testa, non ero molto sicuro della cosa. Per cui non saprei dire di preciso. Sai, penso che mi piaccia il fatto che Superman è americano. Mi pare un aspetto interessante. So che in passato, ma anche in tempi più recenti, il suo essere americano è stato un peso per lui. Ma credo che in questo suo essere americano ci sia un'incredibile dose d'ingenuità, una grandissima quantità di… Poniamola così: proprio in virtù di questa sua ingenuità, Superman non potrebbe essere altro che americano [Risate]. Ma allo stesso tempo possiede questa strana moralità che di fatto lo trasforma nel perfetto materiale per un supereroe (…) C'è la necessità di un Superman che sia stato nutrito con dei valori. Vederlo crescere in Kansas, tutta quella parte di film… Mi ricordo che tutti mi dicevano “Non ci farai vedere Superman che diventa grande in Kansass, vero?” e io rispondevo “Perché fare Superman allora? Perché saltare il più…”. Per capirlo devi comprendere a fondo perché è così. E comunque la prima scena che Chris mi aveva illustrato, era basata proprio sull'infanzia di Clark. Niente robe spaccate con la superforza, che per carità, saranno anche toste eh. Si trattava proprio di un tipico momento dell'infanzia di un personaggio che mi ha fatto esclamare “Ok, è davvero qualcosa di diverso da quello che mi aspettavo”. E' questo differente punto di vista che mi ha fatto pensare “Si, potrebbe interessarmi raccontare la storia della versione adulta di questo ragazzo”.

D: Puoi dirci quanto differirà dalle altre versioni di Clark Kent, dato che è un argomento alquanto discusso?

R: Dirò solo che è molto – per lo meno nei film – una diretta emanazione di quello che è stato da piccolo. Cioè, è come se saltasse dalla sua versione adolescenziale a quella adulta. Francamente, il Clark del Daily Planet arriverà abbastanza in fretta. Penso solo che il nostro Clark non si sente del tutto realizzato e penso – vi sto per dare un'informazione enorme – la grande differenza sta tutta qua. E' per questo che si parla di chi sia Clark. Da molti punti di vista, il film parla del perché Clark sia così, per non dire che abbiamo a che fare con questo maldestro, imbranato e nerd Clark. Non era questo il Clark che stavamo o avevamo intenzione d'inseguire. C'è un approccio differente verso Clark, su quello che è.

D: Ci avete messo molto tempo a trovare gli occhiali che potrebbe o non potrebbe indossare?

R: [Risate] Quelli che potrebbe o potrebbe non indosare potrebbero aver richiesto o non potrebbero aver richiesto un determinato quantitaivo di tempo per essere trovati.

D: Come è iniziato il lavoro con Nolan? Come sei salito a bordo?

R: Chris mi ha chiamato per andare fuori a pranzo. Mi ha chiesto “Ti va di venire a pranzo?” e io “Si” e lui “Se ti parlassi di Superman ti andrebbe bene?” e io “Sicuro, fico!”. Un meeting grandioso.

D: Sei famoso per i tuoi ralenti. Ci sarà il tipico momento alla Zack Snyder in cui Superman da' un pugno al rallentatore?

R: Probabilmente no. Vedrete Superman che da' pugni a qualcuno, ma probabilmente non in slow motion.

D: Qual è il punto di contatto fra te e Nolan in questo film? Finora avete mostrato approcci molto diversi, Nolan è molto cupo, realistico, tu più stilizzato. Cosa vi ha unito per questo film?

R: Non lo so, a Chris interessa la storia. Non è una questione di stile – cioè è chiaro che ha un suo stile personale – ma non è che lo imporrebbe a qualcun altro, sono sicuro che semmai direbbe “Beh, questa è la maniera in cui la vedo io”. Quando assume qualcuno, se cerca qualcuno, non lo fa per dirgli “Fai come ti dico io”. Sarebbe l'ultima cosa che vuole. Per cui ho agito all'insegna del “Ah, sarebbe figo fare Superman in questo modo, per Superman è così…” – mi pare di aver detto l'altro giorno che questo è probabilmente il film più realistico che io abia mai fatto. Ed è Superman. E' divertente. Anzi, non divertente, è ironico. E l'ironia mi piace, ma è tosta. E' la cosa più ardua. Per cui non saprei. La cosa ironica del film è che tutto è ironico.

D: Non ti sei mai sottratto dal lavorare a dei film che portano con sé un notevole bagaglio di aspettative. Come compareresti quest'esperienza rispetto a Watchmen?

R: E' diverso. Watchmen, per esempio, è quasi come Superman. Perché Superman è questa icona pop che trascende il genere. E' così mainstream che la gente fissata coi generi non sta dalla sua parte. Esatto, proprio così, non lo apprezzano perché è troppo popolare. Per cui hanno quest'attitudine da “Ah, si, Superman. Il pubblico può tenerselo. Può starsene su People, che andasse al diavolo!”. Diverso il discorso per Watchmen “Ehi, Watchmen è una cosa mia, non puoi farci un film. E' una roba mia, personale, mi appartiene, ha cambiato la mia vita”. Superman non ha cambiato la vita di nessuno. Beh magari a un paio di persone si.

D: Ma la gente ha un'elevata aspettativa…

R: Ma è comunque diversa. Sono sotto un diverso tipo di pressione. Più gioiosa se vogliamo. Qua avrò tanti bambini in fila per vedere il film.

D: E' come rendere Superman di nuovo interessante per il pubblico?

R: Si, e le persone hanno un approccio più gioioso verso Superman rispetto a quello avuto verso miei altri precedenti film, dove ho avuto a che fare con gente davvero arrabbiata [Risate] Cioè, generalmente parlando… Ho meno a che fare con i fanboy per così dire.

D: Puoi parlarci del 3D e della riconversione?

R: Non so, siamo tipo in… Guarda, sarò sincero. Penso che il 3D sia fico. Abbiamo parlato per diverso tempo se girare direttamente in 3D e abbiamo testato un paio di sistemi. Ho detto “Sentite, il film è girato a mano, quindi se mi riuscite a trovare qualcosa che io riesco a maneggiare e col quale sarebbe fattibile girare, allora per me va bene”. Ma non sono riusciti a farlo. Penso di aver lavorato solo oggi a 20, 21 sessioni di ripresa. Penso che avrei dovuto farne quattro onestamente, specialmente trattandosi di riprese con camera a mano. John [Clothier] sarebbe dal chiropratico a quest'ora. Non avrei cambiato il mio modo di girare per nulla al mondo, tantomeno per il 3D. Non avrei detto per nulla al mondo “Oh, è in 3D, quindi non ci sarà più la camera a mano”. Per cui questo è uno dei motivi che ci hanno fatto optare per la post-conversione. Conversione che abbiamo voluto effettuare nel miglior modo possibile (…) In questo film facciamo robe davvero fuori di testa, non posso scendere nello specifico, ma è roba davvero folle.

D: E parlando dell'azione? Una delle critiche maggiori mosse a Superman Returns era la mancanza di azione…

R: Niente azione in quel film, si lo so. Non starò qua a dirvi il numero esatto di scene d'azione – anche se apprezzo il vostro tentativo di tentare di stabilire questo di metro di misurazione perché sarebbe folle avere fra le mani il più potente dei supereroi e vederlo solo mentre se ne va in giro in preda all'angoscia. Ho capito l'antifona.

D: E non vorremmo neanche vedere in giro a fare lo stalker…

R: A stalkerare, chiaro. Allora, il film sarà molto emozionale sia chiaro. Ha un sacco di cuore, ma non ci siamo per nulla vergognati d'impiegare Superman come un dispenser di calci in culo.

D: Parlando del cast e di Michael Shannon, possiamo dire che è una sota di Joker di Heath Ledger, una specie di revisione psicologica del villain. Qual è il tuo punto di vista e cosa sta portando Shannon al personaggio?

R: Stiamo cercando di rendere chiaro il suo punto di vista – non è un maniaco con la testa in pappa. Ha una specifica visione e non è per nulla un folle. Shannon poi è una forza della natura, è molto divertente ed è stato di grande aiuto. Per quanto possa essere alta la posta in gioco, devi capire che Shannon la alzerà ancora solo essendo Shannon. Poi bisogna avere a che fare con un'autentica minaccia. Non volevamo cominciare quest'avventura senza mettere fra le ruote di Superman un nemico che avesse mostrato perché lui deve essere Superman. Poi Zod è anch'egli kryptoniano.

D: Puoi parlarci delle easter egg presenti nel film? Abbiamo notato l'Ezra’s Mail Depot…

R: Si, ce ne saranno un po'. I tizi del dipartimento artistico sono andati a fondo nella mitologia.. Anche i nomi dei personaggi che abbiamo scelto, come vedrete, rieccheggiano le differenti iterazioni di Superman.

D: Se farai il sequel, chi scritturerai per la parte di Lex Luthor?

R: Meraviglioso, ragazzi siete splendidi. Grazie davvero.

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Ecco la sinossi della pellicola:

Nel pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più riconoscibile e riverito di tutti i tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry Cavill) è un giovane intorno ai vent'anni che si sente alienato dai suoi poteri che oltrepassano qualsiasi immaginazione. Trasportato tempo fa sulla Terra da Krypton, un pianeta tecnologicamente avanzato e distante, il giovane Clark è attanagliato dalla domanda "Perché sono finito quaggiù?". Plasmato dai valori dei suoi genitori adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin Costner), Clark scopre che l'avere delle straordinarie abilità conduce a dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando il mondo è in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una minaccia ancor più grande. Clark dovrà diventare l'Uomo d'Acciaio per proteggere le persone che ama e per ergersi a salvatore del genere umano.

Oltre a Henry Cavill, nel cast anche Amy Adams, Russell Crowe, Diane Lane, Kevin Costner, Michael Shannon, Antje Traue, Ayelet Zurer e Laurence Fishburne.

L'Uomo d'Acciaio uscirà il 14 giugno 2013, il 20 in Italia.

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