Li avevamo già incontrati in occasione della presentazione a Giffoni Experience del loro primo film insieme Un Posto Sicuro (2015) di cui Francesco Ghiaccio era regista e Marco D’Amore attore protagonista nonché co-sceneggiatore. Ora la coppia Francesco Ghiaccio – Marco D’Amore è tornata a realizzare un film intitolato Dolcissime: non si tratta più di un dramma dedicato alle vittime dell’amianto in relazione al caso Eternit bensì una storia di giovani donne alle prese con rivalità, disagi fisici, pressione sociale sui social e rapporti familiari tesissimi.

Mariagrazia, Chiara e Letizia sono tre amiche con qualche chilo di troppo intenzionate a vincere una gara di nuoto sincronizzato. Ecco il resoconto della conferenza stampa.

Un film tutto al femminile. Non ci sono nemmeno i padri. Qual è la scintilla che ha fatto scattare questa storia?
Francesco Ghiaccio: Sveliamo una cosa. Io e Marco stavamo scrivendo dei radiodrammi sportivi e partendo dallo sport ci era venuto in mente di affrontare una storia al femminile anche un po’ pazza collegata al nuoto sincronizzato. Poi abbiamo fatto Un Posto Sicuro sul caso Eternit. Finita quell’esperienza siamo tornati a guardare questa storia con un occhio diverso. E così, eccoci qua.

Marco D’Amore: Durante il tour di Un Posto Sicuro abbiamo sentito le testimonianze di molte giovani. Si dice che le nuove generazioni non abbiano grandi interessi e invece non è vero. Sono cambiati i loro linguaggi. Le donne sono sempre più coraggiose degli uomini. Titina De Filippo disse un giorno a suo fratello Eduardo che le donne non erano mai state valorizzate dentro il suo corpus teatrale da drammaturgo e regista. Lui in due notti scrisse Filumena Marturano per accontentare una sorella che effettivamente aveva ragione. Ho detto a Francesco di metterci nella stessa situazione. Raccontare il femminile attraverso i toni della favola ci ha esaltato.

Francesco Ghiaccio: E ci abbiamo messo due notti anche noi a scrivere la sceneggiatura!

Il discorso sulla bulimia non è stato affrontato in modo netto. Perché?
Marco D’Amore: Secondo me questo film racconta una fase della vita perché non è un film sul body shaming o bulimia o altro. Il cuore del film è quando queste ragazze si possano riconoscere nelle loro diversità. Noi non vogliamo insegnare ma suggerire qualcosa. Ci interessava turbare gli uomini. Spero in suggestioni e riflessioni. È un film sul diverso.

Ora che avete fatto il film che riflessioni avete fatto?
Francesco Ghiaccio: Dopo Un Posto Sicuro non volevo più fare Dolcissime anche se come progetto era arrivato prima. Pensavo che questa storia fosse diventata troppo frivola. Poi mi sono ricreduto perché un film intimo può avere dei significati importanti.

Come mai Marco D’Amore è sempre più dietro la macchina da presa?
Marco D’amore: Io e Francesco scriviamo insieme dal 2003. Veniamo dal teatro. Penso che nella vita mi sono sempre “minato”. Quando mi hanno cominciato a dire: “Sei un grande attore”… ho subito pensato di smettere di recitare. Forse io voglio diventare invisibile. È il consiglio che Toni Servillo mi ha sempre dato: “Ma perché non ci apriamo una pizzeria?”

Questo film vi ha ricordato anche dei vostri disagi?
Marco D’Amore: Sono stato un bambino e un adolescente fortunato. Mi sono sempre interrogato sulla possibilità di dare voce a delle minoranze o vite inosservate. I conflitti e i disagi me li sono più inflitti io attraverso la ricerca di storie difficili più che per via di qualcosa che mi è accaduto.

Dolcissime, diretto da Francesco Ghiaccio e scritto da lui insieme a Marco D’Amore, sarà dal 1 agosto nelle nostre sale.

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