La pandemia di Coronavirus costa sempre più caro alla Disney: la major ha infatti annunciato nuovi tagli al personale, dopo la raffica di licenziamenti dovuta alla chiusura prolungata dei suoi parchi a tema.

Giovedì mattina la divisione sportiva ha lasciato a casa diverse centinaia di dipendenti (per un totale del 6% del team globale), e più tardi sono stati annunciati ulteriori tagli nella divisione studios. In particolare, sei persone lasceranno Searchlight Pictures (responsabile di pellicole da Oscar come La forma dell’acqua o Birdman), mentre altre abbandoneranno la divisione marketing e quella teatrale a New York. Inoltre la Disney ha cancellato una serie di posizioni rimaste aperte, per le quali non cerca più quindi nuovi impiegati.

I licenziamenti sono collegati ovviamente alla pandemia, ma anche a una ristrutturazione annunciata qualche settimana fa che ha reso obsoleti alcuni ruoli in varie aree. Si tratta di un processo che stanno attraversando anche diversi concorrenti della Disney: Lionsgate venerdì ha annunciato la riduzione del 15% del personale, per esempio, ma recentemente è avvenuto anche in Sony e a metà novembre toccherà alla NBCUniversal (sempre per motivi di riorganizzazione, dopo il lancio di Peacock).

Tra tutte le major, però, Disney è quella che sta subendo colpi particolarmente duri. Sul fronte dei parchi, Walt Disney World ha riaperto, mentre Disneyland Resort ad Anaheim è ancora chiuso e verosimilmente rimarrà chiuso per molti mesi ancora. A Parigi, il parco ha da poco annunciato una chiusura temporanea. In oriente le cose vanno meglio. A Broadway, tutti i teatri sono chiusi da mesi e lo rimarranno fino all’anno prossimo. Sul fronte cinematografico, le pellicole previste per il 2020 sono praticamente tutte slittate al 2021. L’unica nota positiva arriva da Disney+, la piattaforma streaming lanciata un anno fa e che nel 2020 ha visto un’espansione globale.

Fonte: Variety

 

 

 

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