Non c’è abbastanza tempo. Al giorno d’oggi possiamo accedere a quasi tutta la cultura prodotta dall’uomo senza troppo sforzo. Bastano pochi click ed è fatta. L’effetto collaterale è che chi è curioso si sente perennemente a corto di quella preziosissima risorsa che è lo spazio libero nelle giornate per poterne godere. Così abbiamo imparato a convivere con una leggera ansia, con la frenesia di sentire, guardare, fare esperienza.

La soluzione è selezionare. Fidarsi di chi ha visto tanti film, passando tra molti trascurabili, altri brutti, e facendo riemergere i titoli migliori e più meritevoli di essere vissuti. Insomma: scoprendo i migliori film da vedere prima di morire.

Non sono solo i film per cinefili, quelli migliori da vedere, i più belli della storia del cinema. Quelli li trovate in questa classifica che abbiamo stilato apposta. I migliori film da vedere prima di morire sono quelli dedicati a chi vuole sperimentare tutto il range di emozioni che il cinema sa dare. Quelli non solo belli, ma anche capaci di ispirare, di influenzare il modo in cui si pensa o farci cambiare idea. Sono esperienze che meritano di essere vissute perché allenano muscoli di sentimenti che spesso sono atrofizzati. Film che esaltano, che commuovono, che stupiscono grazie a una tecnica sopraffina o che lasciano con il fiato sospeso. Abbiamo selezionato film che esaltano il cinema, che appagano anche i meno esperti e altri che mettono a dura prova la tenuta degli stomaci più forti. È molto più di un elenco, lo consideriamo un menù delle emozioni. Il più ricco per varietà e potenza.

Solo un’avvertenza: i migliori film da vedere prima di morire che abbiamo selezionato potrebbero creare dipendenza. Sono infatti così belli che vi faranno venire voglia di mangiare sano e fare attività fisica per guadagnare tanto altro tempo utile per rivederli ancora e ancora e andare avanti a scoprire la bellezza del cinema in tutte le sue declinazioni.

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Martyrs

Consigliato a chi vuole capirci di più di questa cosa della morte

Tra i film da vedere prima di morire non può che esserci uno dei migliori horror dedicati proprio all’esperienza della morte. L’horror di Pascal Laugier è diviso in due sezioni: la prima, dolorosissima, è incentrata sulla carne e sul superamento di quella barriera che è la pelle; viene squarciata con colpi di fucile, chiodi e tagli. Un inizio da revenge movie, in cui la torturata stermina una famiglia, e una seconda parte più lenta, riflessiva, funzionale però a mostrare l’orrore più estremo. I personaggi, così come gli spettatori, saranno forzati a convivere con la morte, a restare sulla soglia tra lo stato di vita e il mistero della non esistenza.

Un giorno di ordinaria follia

Consigliato a chi vuole fare esperienza di vera catarsi

A chi non sono capitate quelle giornate storte dove tutto sembra cospirare per rovinare i piani della sera prima? Chi non si è mai innervosito di fronte alle pubblicità ingannevoli dei fast food che promettono deliziosi panini gonfi di cibo e invece all’acquisto danno solo una lontana imitazione di quello che si desidera? Un giorno di ordinaria follia è il film che parla a queste persone e il miglior sbrocco cinematografico di sempre. Michael Douglas cammina per le strade di Los Angeles facendosi giustizia da solo in una maniera così convincente che è impossibile non tifare per lui. Solo alla fine ci si rende conto di avere sperato che accadessero delle cose orribili. Ma che soddisfazione! Nessuna vergogna quindi, questa è la catarsi che solo il cinema può offrire.

Breakfast Club

Consigliato a chi crede di non avere pregiudizi

Il più universale dei film scolastici, il migliore John Hughes. Cinque studenti, radicalmente differenti, devono passare l’intero sabato in biblioteca in punizione. Il loro compito è scrivere un tema intitolato: “Chi sono io?“. Il film simbolo del Brat Pack gioca sugli stereotipi; tutti i protagonisti hanno tratti distintivi chiarissimi: un genio, un atleta, un criminale, una principessina e una pazza. Il gioco è distruggere ognuno di questi giudizi sommari e scavare oltre la maschera per trovare l’individuo. Solo che i dialoghi sono così belli e i personaggi così azzeccati che poco importa l’analisi della giovinezza (sopraffina). Quello che conta è ci si sente parte del club, come un sesto membro, assente, del club. Una volta dentro questo gruppo, non lo si dimenticherà più.

The Rocky Horror Picture Show

Consigliato a chi crede che per essere felici si debba conformarsi

The Rocky Horror Picture Show va visito possibilmente durante una Rocky Horror Night, la serata di proiezione del film organizzata da alcuni cinema nel mondo. Da noi in Italia la tradizione è quella del cinema Mexico, ma si può ricreare ovunque. Nessun film è così, se vissuto nel modo giusto: bisogna urlare contro lo schermo, ballare, ripararsi dalla pioggia con i giornali e lasciarsi viene tirati dentro nel film dagli attori che, recitando di fronte allo schermo, rompono ogni barriera. Chi non ne avesse la possibilità deve recuperarlo comunque anche a casa. Perché la commedia-horror-fantascientifica-musicale di Jim Sharman è anche una parodia kitsch di culto. Di tutto e di più. Qui l’esagerazione è puro godimento e la libertà creativa si riflette nella voglia di libertà dei costumi e di essere freaks, diversi, alieni e straordinari che lascia addosso.

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Caro Diario

Consigliato a chi ha un’idea di mondo che non fa sorridere

Caro Diario scrive la vita con autoironia, guarda l’Italia con rabbia, amore, sconforto, passione. Un Nanni Moretti che combatte (contro i critici) che esplora (in vespa) e che si converte (a Beautiful). Un diario personale che è anche un diario di una nazione che si crogiola nei suoi difetti e che questa volta anche Moretti impara ad accettare. Dei tanti film in cui i registi si confessano alla cinepresa, Caro Diario è quello che più di tutti dialoga con chi guarda. Nel terzo e ultimo episodio, intitolato “Medici”, la malattia privata e i tentativi di cura si trasformano in una universale caricatura, piena però di tenerezza e compassione, della fatica che si fa semplicemente ad esistere e a prendersi cura di sé. Se questo atto naturale è così difficile, quanto lo è di più il provare a vivere nella civiltà, ad prestare energie e impegnarsi per qualcosa in cui si crede? L’ironia (e l’autoironia) sono l’amara medicina per andare avanti.

La rabbia giovane

Consigliato a chi pensa di non provare sentimenti

L’esordio folgorante di Terrence Malick è un film che riesce a mostrare con una poesia incantevole tutto il male che l’essere umano coltiva ogni giorno tramite la rabbia, l’indifferenza e l’assoluto desiderio di riscattarsi da una vita di apparenti privazioni. In un viaggio mortale (quello di Martin Sheen e Sissy Spacek) attraverso i grandi paesaggi del South Dakota, La rabbia giovane è un film che brucia di desiderio di vita, dischiudendo agli occhi di chi guarda il potere atroce del nichilismo.

L’esorcista

Consigliato a chi ha paura del buio

Benché sia stato girato nel 1973, L’esorcista è ancora il film più terrorizzante di sempre? La risposta è decisamente sì. Questa esperienza horror diretta da William Friedkin è probabilmente la quintessenza del genere: bastano pochi elementi – una casa, una ragazzina posseduta dal demonio, e tanta, tantissima suspense – per rendere tremendamente indimenticabile (ma in modo sublime) la visione più spaventosa a cui potrete mai assistere.

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La casa

Consigliato a chi disprezza il cinema di genere

Se c’è una cosa che La casa di Sam Raimi ha saputo dimostrare al mondo è che non c’è bisogno di chissà quali mezzi (o trama…) per creare un vero e proprio capolavoro. Tramite un lavoro d’ingegno in cui ogni dettaglio e ogni singola scena esplodono di idee creative e visive, La casa è la prova schiacciante che la “solita storia sulla baita nel bosco” è ancora la migliore idea per costruire un horror. Tra demoni, motoseghe, creature cattivissime e continui colpi di scena (e tanti, tanti sbudellamenti), La casa è un’esperienza che vi farà cambierà idea sulle infinite capacità del cinema. Basta un po’ di fantasia…

Il buono, il brutto, il cattivo

Consigliato a chi vuole vivere un’avventura epica

Sintesi perfetta e magnifica dello spaghetti western e della Trilogia del dollaro di Sergio Leone, Il buono, il brutto, il cattivo mettendo in scena tre personaggi archetipici e la loro lotta all’ultimo sparo per accaparrarsi un agognato bottino propone la versione più epica e indimenticabile dell’esperienza del West cinematografico. Tra le musiche di Morricone, la dura ironia dei personaggi, la firma leoniana (la scena dello stallo alla messicana è forse quella più copiata della storia del cinema) e l’interpretazione-monumento di Clint Eastwood, Il buono, il brutto, il cattivo è un film patrimonio di tutte le generazioni, capace di stimolare anche gli animi più timidi al desiderio dell’avventura.

Mulholland Drive

Consigliato a chi non crede nel potere dei sogni

Nella vita di tutti noi comuni mortali c’è un prima e un dopo la visione di Mulholland Drive. Potrete anche non amare lo stile iconico di David Lynch, eppure Mulholland Drive vi farà trattenere il fiato dall’inizio alla fine per la straordinaria capacità che ha di portarvi dentro il suo abisso oscuro. Ambientato in una Los Angeles da noir ma rivestita di una coltre molto più macabra, Mulholland Drive è il film-apoteosi sulla bellissima brutalità dei sogni e sull’incanto ingannevole che solo le immagini possono racchiudere.

Una tomba per le lucciole

Consigliato a chi dice di non aver mai pianto davanti ad un film

Una delle esperienze più intense che si possano provare davanti ad un film è il viaggio di Seita e Setsuko, bambini (fratello e sorella) durante la seconda guerra mondiale. I bombardamenti li lasciano orfani, i parenti da cui vengono ospitati li maltrattano e iniziano a vivere in strada in un lento peggioramento di tutto. Con la stessa animazione con la quale si intrattengono bambini, Isao Takahata racconta una storia in cui loro sono i protagonisti, in un mondo in cui gli adulti sono i cattivi, una storia di privazioni e violenza sociale. Se il neorealismo aveva trasformato la ricostruzione nell’inferno dell’umanità, 40 anni dopo la fine della guerra questo film racconta di un Giappone non diverso e invece che viaggiare con la fantasia si immerge in pieno nella parte più straziante delle vere tragedie con una capacità di disegnare l’umanità che ancora oggi atterrisce.

Umberto D.

Consigliato a chi vuole capire come ci si sente ad essere abbandonati

Nell’Italia della ricostruzione un pensionato senza più famiglia, lavoro o reddito tira a campare e cerca di non soccombere alle difficoltà. Questa trama basterebbe a creare un film disperato ma Vittorio De Sica e Cesare Zavattini inseriscono la variante che eleva il film: il loro protagonista non si rassegna a smettere di pensare di poter vivere con dignità. Per una volta il neorealismo non guarda ai più poveri ma a un’altra categoria di ultimi che la guerra e la nuova Italia vessano e massacrano nello spirito e nel fisico. In quello stesso sfondo di persone che sembrano tutte estranee, che non fanno nulla gli uni per gli altri e paiono esistere solo per infliggere altre difficoltà, il protagonista di Umberto D. lotta come un leone per non crollare.

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First Strike

Consigliato a chi ha nostalgia dei comici dell’era del muto

Il cinema è performance, è vitalità, gioia dei movimenti ed eccitazione per il fatto di possedere un corpo. Nessuno lo esprime meglio di Jackie Chan, il più grande performer che sia mai stato filmato, cineasta di inesauribile fantasia e voglia di stupire usando se stesso come effetto speciale. Il terzo capitolo della serie Police Story è il più perfetto, ritmato, folle e denso di momenti stupefacenti. Risse che non fanno male, rapidità, coreografie senza bisogno di ballare e una voglia di divertire che nessuno può imitare all’interno di un film d’azione come l’Occidente non sa immaginare (e non ha la pazienza e la forza di girare). Cinema che appiattisce le differenze d’età, provenienza, religione, ideali e parla a chiunque della favolosa meraviglia che è essere vivi.

Un mercoledì da leoni

Consigliato a chi mette gli amici davanti a tutto

Un gruppo di ragazzi nella California degli anni ’60 tra surf, donne, leva obbligatoria e il cambiamento di un’era. Formalmente è la storia di un momento nella surf culture, di fatto è un film nostalgia, girato a 20 anni di distanza dal periodo in cui inizia e capace di narrare l’inesorabile passare del tempo addosso alle persone e l’invincibile durata dei sentimenti e dell’amicizia. Invece che accumulare avventure i personaggi accumulano stanchezza, esperienza e ordinaria disillusione fino ad un finale in cui tutto ciò che sembravano avere all’inizio è passato e sfiorito e i tre tuttavia si rendono conto di avere ancora gli altri, e che è davvero l’unica cosa che conti per qualsiasi vita.

L’appartamento

Consigliato a chi si è innamorato in ufficio

Nella nascente cultura dell’ufficio che prendeva piede nelle metropoli americane degli anni ’60 (fatta di nuovi ruoli, nuove possibilità per le donne ma anche nuove vessazioni e aspirazioni), un impiegato presta l’appartamento ai suoi capi in modo che ci portino le amanti, sperando di fare così carriera. Quando uno di questi ci porta l’ascensorista di cui lui è innamorato però tutto cambia e forse quelle stanze, quell’arredamento e quelle scale che sono state sempre il segno di una sconfitta possono trasformarsi nella scenografia di un amore. Mascherato da commedia questo film è uno dei più teneri, dolci e perdutamente romantici mai girati, uno che non illude nessuno su cosa voglia dire innamorarsi e lo stesso non riesce a non rimanere affascinato dal sentimento.

La Battaglia di Algeri

Consigliato a chi voglia studiare il rapporto tra cinema e Storia con la S maiuscola.

Entrare dentro l’attualità giocando tutte le carte a disposizione, dallo stile finto documentaristico all’idea di rappresentare un dibattito tuttora attuale tra dominatori e dominati, colonialisti e colonizzati, stati padroni e stati schiavi. E’ del 1966 ma parla ancora di oggi e domani. Se non lo vedi non capisci le battaglie che si combatteranno a Kiev nei prossimi anni.

Un Lupo Mannaro Americano a Londra

Consigliato a chi ha sempre pensato che i mostri siano veri e camminino tra noi.

Mescolare horror e commedia come nessuno aveva fatto prima, permettendo al Mito di sposare perfettamente la Realtà. Se non lo vedi non potrai mai immaginare quanto può essere doloroso, divertente e tragico deformare le proprie ossa per passare da un giovane ebreo nordamericano a un lupo mannaro senza più memoria e umanità.

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L’Aereo Più Pazzo del Mondo

Consigliato a chi non ha paura del delirio comico più spinto.

Se non lo vedi non potrai mai verificare la sessualità di un pilota automatico gonfiabile, le capacità attoriali del campione Nba Kareem Abdul-Jabbar e quanto sia stato difficile per Leslie Nielsen rimanere sempre serio mentre recitava le sue battute.

Trappola di Cristallo

Consigliato a chi ha sempre desiderato vedere un duro hollywoodiano piangere in canottiera al telefono con un poliziotto corpulento.

Se non lo vedi non potrai mai capire perché finalmente negli ’80 alcune mogli finalmente cominciano a lasciare i mariti testosteronici. E per tornare a farsi stimare da queste magnifiche signore pre-MeToo avremmo dovuto camminare sui vetri a piedi nudi, rinnegare Rambo e piangere al telefono mentre il cattivo è più colto, bello ed elegante di noi.

Pulp Fiction

Consigliato a chi vuole vedere e ascoltare dei gangster… che non fanno propriamente cose da gangster.

Sono solo chiacchiere e distintivi ma chi non lo vede è come se rifiutasse un pasto da uno chef stellato che però ti porta delle porzioni ricolme da osteria.

Quattro Matrimoni e un Funerale

Consigliato a chi cerca la commedia sentimentale perfetta.

Se non lo vedi puoi andare direttamente al tuo funerale senza tutto ciò che di bello può accaderti prima ovvero innamorarti improvvisamente mentre pensi che la tua vita sia un disastro e i tuoi migliori amici sono d’accordo con te

Profondo Rosso

Consigliato a chi vuole tremare di paura pure quando ci sono 38 gradi all’ombra.

Se non lo vedi è come vivere senza aver visto l’Italia battere Hollywood in tutto e per tutto. Nella musica, effetti speciali, montaggio e voce spaventosa del maniaco assassino.

Speciale a cura di Gabriele Lingiardi, Bianca Ferrari, Gabriele Niola, Francesco Alò

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