Scrivo questo breve editoriale quando sono le quattro del mattino in California, e sono appena rientrato dall'anteprima di mezzanotte del Cavaliere Oscuro – il Ritorno.

Assieme a Daniele di ScreenWeek ho vissuto l'attesa spasmodica davanti al cinema IMAX di Fresno, in coda con moltissimi fan entusiasti di vedere per primi il finale della trilogia di Christopher Nolan. Dall'altra parte del botteghino c'era un'altra fila, quella per lo spettacolo delle tre del mattino, composta da fan pronti a fare la notte in bianco pur di vedere il film. In sala, abbiamo condiviso assieme a ragazze e ragazzi americani le stesse emozioni, e quando siamo usciti abbiamo appreso la notizia della tragedia di Denver, avvenuta solo a poche centinaia di chilometri da dove ci trovavamo, proprio mentre ci stavamo godendo lo spettacolo. Potete immaginare l'orrore e l'empatia.

Sappiamo tutti benissimo che tragedie come questa possono capitare (e sono capitate) in vari contesti, i folli agiscono in luoghi affollati e i cinema sono un luogo di ritrovo "di massa" così come lo sono una scuola, una metropolitana o un campo estivo. Che si trattasse dell'anteprima del Cavaliere Oscuro – il Ritorno è marginale (e sappiate che chiunque strumentalizzasse questa cosa – e sta già succedendo – fa male, molto male il suo lavoro). E' proprio per rispetto nei confronti delle vittime e per sottolineare l'aspetto unicamente umano della vicenda che abbiamo quindi deciso di rimandare la pubblicazione della nostra recensione (che come vi avevamo promesso volevamo pubblicare appena rientrati dal cinema) a un momento meno critico e meno doloroso. Presto dedicheremo al commento al film lo spazio e l'importanza che merita.