Nel corso della videointervista di Casa Alò condotta da Francesco Alò, il regista Brando De Sica, riflettendo sulle origini del genere horror da lui tanto amato, racconta un aneddoto inedito che vede protagonisti suo nonno Vittorio, Cesare Zavattini e Luis Buñuel:

Un corto può essere surrealista, ma anche naturalista, secondo il modello zavattiniano. Il cinema quando nasce ha un’istanza di realismo contemporaneamente al formalismo, Lumière con l’uscita dalla fabbrica e contemporaneamente Mélieès con Le Voyage dans la Lune: lì nasce anche l’horror, perché i nani che colpiscono la luna escono in questo territorio e vengono assaliti dai mostri. C’è un ricordo bellissimo che lega mio nonno, Zavattini e Buñuel – a mio nonno piacevano i film fantastici e horrorifici, penso a certe sequenze di Miracolo a Milano e Il giudizio universale – quando, in una trattoria romana, iniziano una discussione sul cinema realista e quello surrealista: Buñuel, indicando una tazza sul tavolo, dice a Cesare che per lui quell’oggetto poteva tranquillamente essere riconducibile alla parte posteriore di un elefante [ride]. Breaking through the other side, come diceva Jim Morrison! La trasfigurazione dal quotidiano era un attacco alla classe borghese.

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