Ha subito del nostalgico l’operazione che circa 3 giorni fa ha segnato il record per il maggior numero di sequestri di siti pirata in Italia.

La Guardia di finanza ha sostanzialmente bloccato l’accesso a 46 siti che offrivano lo streaming di film e serie tv, alimentato dalla pubblicità (quindi con lucro). La lista comprende anche nomi noti come cineblog01, oltre a novellini del settore. Il fatto che siano state le forze dell’ordine a condurre l’operazione, il fatto che molti siti siano stati avvertiti per tempo in modo da poter porre rimedio e oscurare solo i link che infrangono il copyright così da rimanere raggiungibili per tutti gli altri servizi che offrono e infine il fatto che si sia rispettato un iter legale ragionevole, è un modo quasi commovente di salutare l’esercizio della legalità nella sua maniera più sensata.

Dal 1° Aprile infatti sarà l’Agcom ad autoconferirsi i poteri di eseguire i sequestri, senza passare per le forze dell’ordine.

Intendiamoci bene, non che tutto ciò porti a qualche risultato. Cineblog01.net (per fare solo un esempio) è sotto sequestro come mostra la schermata che ora compare al posto della home, ma è già attivo cineblog01.tv, con tutto quel che i “clienti” del precedente dominio amavano di quella destinazione ed è attivo già da poche ore dopo il sequestro. Come nulla fosse.

Lo sanno tutti che il sequestro non serve assolutamente a nulla. E’ una pratica che costituisce la maniera migliore di farsi notare, raggiungere le prime pagine dei giornali, far vedere che non si sta con le mani in mano e che anzi la lotta contro la pirateria avanza! Quando in realtà sono anni che questi sequestri finiscono nel nulla, una soluzione buona per l’inizio degli anni 2000, reiterata fino allo spasmo, fino a che nessuno si mette più paura e tutti hanno il controdominio già pronto. Se ricordate anche la chiusura di KickAss Torrents, l’hub più usato in Italia per il download illegale via torrent, è risultata dopo pochi mesi in più d’una nuova destinazione per il medesimo uso.

Tutto ciò senza considerare che una piccola modifica ai DNS o l’uso di OpenDNS consente di accedere anche ai vecchi siti in teoria sotto sequestro, ma coprendiamo che si tratta di un livello leggermente più avanzato di uso di internet.

Un minimo di demitizzazione di questa “più grande operazione mai portata a termine in Italia” pare allora doveroso e non per smentire l’operato della Guardia di Finanza, che non mettiamo in dubbio essere stato lungo e faticoso, ma per metterne in questione l’opportunità e soprattutto per capire cosa succederà dal 1° Aprile.

L’Agcom assumerà poteri di esecutore di simili provvedimenti, dunque in teoria non ci sarà bisogno di quei passi legali intermedi che garantiscono (per dirna una) la tutela del bersaglio in caso di errore di valutazione. Ma quale sarà il vantaggio? Se il sequestro ormai non è che una forma di solletico ai siti pirata, che hanno un dominio backup già pronto e attivo in meno di una giornata chi farà le spese di questo nuovo potere? Sarebbe pregiudizievole e ingiusto dire che ne faranno le spese chi infrange copyright per modo di dire, cioè chi linka a quei contenuti, chi ha un proprio blog nel quale posta materiale che non dovrebbe (senza scopo di lucro o con un scopo di lucro ridicolo da 0,001 cent. a click), tuttavia il sospetto è proprio quello.