Charlie Kaufman ha partecipato lo scorso 28 agosto al nono appuntamento su Zoom di World by World, un workshop per aspiranti sceneggiatori. In quell’occasione, tra le varie cose, ha ricordato i suoi esordi, suggerendo anche la migliore strategia per proporre un’idea.

Si è poi espresso sulla situazione del cinema attuale.

Penso che l’industria si trovi in una situazione molto molto brutta e abbia bisogno di cambiare in qualcosa in cui persone che hanno voci particolari possano fare film perché penso che ne abbiamo bisogno come società e come cultura. E penso sia una strada molto difficile per le persone che stanno cercando di farlo. In nessun modo sto cercando di dissuadere le persone dal farlo. Penso che dovrebbero farlo. Voglio cercare di capire come queste persone possano essere supportate e i film fatti così che non dobbiamo avere queste versioni della realtà fatte con lo stampino dei biscotti realizzate da persone che cercano di fare soldi.

Quando gli viene chiesto come fa lui a vedere realizzati i suoi film, Kaufman sminuisce la cosa.

Non ho molta fortuna nell’avere le mie cose realizzate, quindi non so come rispondere a questa domanda. Non sembra che sia un mercato accogliente per me.

E anche nel momento in cui gli viene fatto notare che ha realizzato un buon numero di film, lo sceneggiatore-regista risponde che da Synecdoche, New York (2008) lavorare non è stato facile.

Synecdoche è stato fatto in un tempo molto diverso. In quel momento il mercato è collassato e l’industria del film è cambiata in quello che è ora. Il film non è andato bene a livello commerciale. È stato il primo film che ho diretto e ha incassato molto poco. Nessuno voleva che dirigessi più.

Nonostante tutto, Charlie Kaufman è riuscito a scrivere e dirigere altri due film dal 2008. Anomalisa (2015) un film in stop-motion e Sto pensando di finirla qui (2020)

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Fonte: The Hollywood Reporter

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