Fra i tanti registi che, nel corso del tempo, avrebbero dovuto portare sul grande schermo Gambit, il celeberrimo mutante dotato di capacità fisiche sovrumane, poteri psichici e energia biocinetica c’era anche Gore Verbinski, il regista dei primi tre episodi della saga di Pirati dei Caraibi.

In una chiacchierata fatta con Collider a margine dei festeggiamenti per i 10 anni di Rango, il filmmaker ha parlato proprio di questa “occasione persa”.

La sceneggiatura non era mai arrivata a un punto in cui tutti riuscivano a trovare un effettivo accordo. Avevo ricevuto questa telefonata dallo studio, “Abbiamo in ballo questo progetto, Gambit, lo stiamo per mettere in produzione”, io dissi “Beh, non so, fatemici pensare un attimo”. Non ricordo di preciso cosa sia accaduto. A livello di agenda, per me sarebbe stato perfetto se le riprese fossero partite subito, ma non andò così. C’erano problemi con lo script. Nel mentre avevo altre robe più importanti da fare, cosa che penso sia accaduta anche alle altre persone coinvolte nel progetto. Si era creata questa corta finestra temporale dove, se il film fosse entrato davvero in produzione, si sarebbe fatto con una certa fretta.

Gore Verbinski ha spiegato di non essersi mai formalmente impegnato nel progetto che, al tempo, era in cantiere alla fu 20Th Century Fox, che era, in buona sostanza, uno di quei normalissimi “flirt” che avvengono spessissimo nell’industria fra major e registi solo che, chissà come, chissà perché, la notizia trapelò online:

È strano perché, per una qualche ragione, questa voce venne diffusa a mezzo stampa. Cioè, di meeting del genere ne hai sei all’anno. T’incontri con qualcuno, parli di una data cosa, dici “Ok, sì, se riusciamo a ottenere una sceneggiatura valida” e nessuno viene a sapere della cosa.

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