Sono passati appena quattro giorni da quando abbiamo appreso che Christopher Nolan stava discutendo del suo nuovo film con tutti i principali player di Hollywood – a eccezione della Warner Bros naturalmente – a quello in cui è arrivata la conferma che la pellicola sarebbe stata prodotta dalla Universal.

Adesso un po’ d’interessanti retroscena sulla vicenda ci vengono forniti da Variety che è andato a scavare a fondo riuscendo a riportare qualche dettaglio dell’accordo. Il magazine puntualizza subito che, malgrado il “passo falso” di Tenet – su cui torneremo più avanti – la Universal ha accordato ampia indipendenza a Christopher Nolan ma si starebbero ancora definendo i contorni in materia di tenitura esclusiva della pellicola nei cinema.  Delle fonti vicine alle negoziazioni, avrebbero spifferato a Variety che. fra le richieste fatte da Christopher Nolan, ci sarebbe quella di una permanenza esclusiva nei cinema compresa fra i 90 e i 120 giorni. Non è ancora chiaro se la Universal approverà la cosa in questi termini, ma appare già scontato che la pellicola resterà nei cinema più dei 45 giorni che sono ormai diventati la prassi di questa era in cui l’industria del cinema deve ancora fare i conti con l’emergenza sanitaria. Quello che appare già sicuro è che il lungometraggio non rientrerà nel novero di quei film con una finestra compresa fra i 17 e i 31 giorni per i quali la Universal ha già stipulato degli accordi con le principali catene come AMC e Cinemark, che poi partecipano con una percentuale sugli incassi in digital home video. D’altronde, lo stesso Tenet ha dovuto attendere 120 giorni prima di approdare sulle piattaforme digitali.

C’è poi un altro tema caldo quando si ha a che fare con il regista inglese.

In virtù del suo CV fatto di grandi successi commerciali, Christopher Nolan ha sempre avuto la possibilità di negoziare contratti molto più stringenti ed esigenti di svariati colleghi. Nei singoli accordi per i film sviluppati con la Warner, il regista ha sempre richiesto – e ottenuto – tre settimane di “blackout” prima e dopo la release di un suo progetto. In quel lasso di tempo, lo studio non poteva far uscire alcun film che potesse in qualche modo andare a cannibalizzare quello di Nolan, a prescindere dal genere di appartenenza. Poteva essere un altro kolossal come il suo o un film d’animazione principalmente per bambini. Non veniva fatta distinzione di categoria. Stando a Variety, il filmmaker avrebbe chiesto qualcosa di simile anche alla Universal, senza ottenere però lo stesso spazio di manovra (che forse non era neanche stato richiesto in modo altrettanto stringente). Tradotto in termini pratici: non ci saranno problemi di sorta se il dramma bellico del regista uscirà grossomodo nello stesso periodo di Minions 2 – Come Gru diventa Cattivissimo.

La Universal avrebbe anche assicurato all’autore una compensazione aggiuntiva al suo ingaggio che seguirà l’iter del “first dollar gross”: questo significa che Nolan percepirà una percentuale a partire dal primo biglietto venduto al box-office senza dover aspettare il superamento del punto di pareggio e l’arrivo di un vero profitto dagli incassi del film.

Il report si chiude con un “aneddoto di colore”: per evitare leak di sorta della trama, tutte le major interessate al film incentrato sullo sviluppo della bomba atomica e il ruolo avuto da Robert Oppenheimer nel noto progetto Manhattan hanno potuto leggere la sceneggiatura solo ed esclusivamente negli uffici del regista e nei successivi meeting avvenuti a casa di Nolan.

Non si conoscono altri dettagli sul progetto se non il fatto che una vecchia conoscenza dei lungometraggi dell’autore, Cillian Murphy, potrebbe essere coinvolto.

L’ultimo film di Christopher Nolan, Tenet, è arrivato al cinema a fine agosto 2020 in Europa e una settimana dopo negli Stati Uniti. Il thriller è costato circa 200 milioni (esclusa P&A), ha incassato “solo” 363 milioni di dollari in tutto il mondo (e di questi 57 sono arrivati dalle sale, a capienza ridotta, attive al tempo negli USA): nei vari report pubblicati nel corso dell’estate, si parlava di un punto di pareggio per il lungometraggio che si aggirava intorno ai 500 milioni. Lo scorso dicembre, Ann Sarnoff, CEO di Warner Bros, ha spiegato però che proprio l’esperienza avuta dalla major con Tenet, limitatamente al mercato americano, ha contribuito a delineare i contorni della strategia distributiva che verrà inaugurata il prossimo 25 dicembre da Wonder Woman 1984 (ECCO TUTTI I DETTAGLI).

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