Quest’anno il direttore è Paolo Virzì ma sotto di lui si muove sempre la medesima squadra capitanata da Emanuela Martini. Il regista toscano ha portato qualche piccola novità per nulla stupida e lavorato di fino sulla promozione dell’edizione di quest’anno, per il resto la selezione del 31esimo Torino Film Festival è in linea con quella degli altri anni, un misto di novità (il concorso accetta solo opere prime e seconde e qualche terza) e del meglio di quanto si è visto ai festival maggiori ma non è ancora stato distribuito nel nostro paese.

Tutto con il vanto di far vedere il miglior cinema giovane, cioè realizzato (in linea di massima) da registi giovani.

Il catalogo è immenso, 185 film stipati in 8 giorni a partire dall’apertura di Last Vegas (De Niro, Freeman, Kline, Douglas), nel quale cerchiamo di darvi le indicazioni sui film che sulla carta sono i più interessanti e che brillano di più, insomma i film che noi stessi ci siamo segnati e andremo a vedere.

 

 

Innanzitutto le sezioni classiche.

Il concorso oltre alle sorprese per il quale nasce propone l’inconsueto noir americano Blue Ruin, l’esordio di Pif “La mafia uccide solo d’estate” e un altro particolare film italiano, “Il treno va a mosca” rievocazione da parte di un vecchio comunista italiano del suo viaggio a Mosca a partire da filmati d’epoca girati da lui stesso.

Tra i fuori concorso della sezione Festa Mobile svetta il bellissimo viaggio in solitaria di Redford di All is lost, il Grand Piano con Elijah Wood costretto a suonare per avere salva la vita, il capolavoro dei Coen che arriverà in sala nel 2014 “Inside Llewyn Davis” e due commedie americane indipendenti che sia Tarantino che Bret Easton Ellis hanno elencato tra le loro preferite dell’annata: Frances Ha e Drinking Buddies.

Discorso a parte va fatto per la sezione Onde, curata da Massimo Causo, in cui trova spazio il cinema di ricerca con un focus sul Portogallo e la sezione documentari curata da Davide Oberto, colme di titoli assolutamente inediti.

Sono invece invenzioni della gestione Virzì le sezioni Europop, After Hours e Big Bang Tv.

La prima ha l’intelligente idea di mostrare i film più visti dei principali paesi europei, pescando tra i migliori ovviamente e gli inediti in Italia, materiale “quasi sociologico, utile anche a capire come si divertono e cosa piace ai polacchi, agli svedesi o agli spagnoli” dice il direttore. Ci si trova una commedia irlandese come The Stag, un biografico svedese come Monica Z e i poliziotti polacchi duri e senza pietà di Traffic Department.

After Hours è invece la classica sezione di mezzanotte (anche se i film si vedono alle 22) ma non conterrà solo horror, si tratta di cinema più estremo, più anticonvenzionale e in un certo senso inconsueto, non a caso ci si trova dentro l’ultimo film di Quentin Dupieux (Wrong cops), Computer Chess (finto doc su una partita a scacchi tra umani e computer), l’horror collettivo V/H/S/2 o anche il documentario sugli Stone Roses di Shane Meadows e l’ultimo film di Alejandro Jodorowsky (La danza de la realidad).

Mastodontica la retrospettiva sul cinema americano della rinascita, quello dell’esplosione dei nuovi autori dal ‘67 al ‘76. Circa 37 film tra notissimi e mai sentiti o mai arrivati in Italia che è solo la prima parte di questa retrospettiva che continuerà anche l’anno prossimo.

Vera chicca finale è la proiezione della copia restaurata in digitale di Otto e mezzo.