Anche se alcuni, pensando al nome di James Cameron, potrebbero automaticamente collegare al cineasta un modo di fare cinema “larger than life” e un notevole dispiego di effetti speciali è pur vero che, spesso e volentieri, al centro delle sue pellicole ci sono delle storie d’amore.

E non solo nella più ovvia che salta in mente, ovvero sia Titanic. James Cameron ha discusso con Empire del perché questo elemento narrativo sia così importante per lui:

Ho sempre detto che tutti i miei film sono storie d’amore. Certo non direi mai che è da lì che parte il mio processo creativo a eccezione che per quello più ovvio: Titanic. L’avevo pitchato allo studio come “Romeo e Giulietta a bordo di una nave che affonda”. Era una storia d’amore fin dal principio. Altri come Terminator o The Abyss sono partiti come storie di genere – “un sicario in arrivo dal futuro prende di mira una persona insignificante la cui esistenza ha notevole importanza per il nostro futuro” mentre per The Abyss si basava tutto su un singolo concetto di alto profilo: Incontri ravvicinati sott’acqua. Poi però, mentre lavoro sul come creare la vera posta in gioco che c’è in ballo per i personaggi, le mie storie finiscono per diventare delle storie d’amore. Forse perché ho sempre pensato che un personaggio per risultare davvero eroico deve mettere qualcun altro davanti e dev’essere disposto a fare anche il più grande ed estremo dei sacrifici, se necessario. Ed ecco che la storia d’amore diventa il percorso tramite il quale plasmare personaggi potenti ed eroici. Può essere un nuovo amore come in Terminator, Avatar o Titanic, un matrimonio messo alla prova come in The Abyss o True Lies o magari l’amore di un genitore verso un figlio come in Terminator 2, Aliens e Avatar: La via dell’acqua. Sarà perché sono un romantico dentro.

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FONTE: Empire via Screen Rant

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