Chi tallona YouTube? Facebook

(da PrNewsWire)

Secondo l’ultima indagine di ComScore dopo YouTube il sito più utilizzato per lo streaming video non è più VEVO ma Facebook.

Già il social network per eccellenza ha distrutto (numericamente) Flickr nel campo delle foto, ora è la volta di VEVO, portale di video musicali di proprietà delle principali etichette (quindi pieno di video di musicisti noti).

Certo la distanza tra YouTube e il nuovo secondo arrivato è abissale, tuttavia è la prima volta che Facebook fa un salto simile.

Vedere un film in tv attraverso CuboVision che visualizza Facebook

(da Facebook Cubovision)

Il 30 Novembre alle 21 Il Favoloso Mondo di Amelie è andato in onda gratis su Facebook, o meglio su Facebook per chi aveva CuboVision.

Il set top box di Telecom (la scatoletta che si attacca alla tv e che è connessa alla rete) ha infatti sperimentato in questa maniera una delle nuove modalità di fruizione dei suoi contenuti.

Facebook, il social network da 21 milioni di iscritti, in Italia sarà infatti uno dei possibili modi di guardare i film. Cioè si attacca CuboVision al televisore e si visualizza la schermata Facebook, navigando nella quale si accede al film. Il vantaggio rispetto a vedere il film normalmente è che in questa maniera l’attività risulta nel proprio flusso notifiche, in sostanza vedere il film non è solo un’attività ma un’attività sociale, di cui i propri contatti vengono a conoscenza.

Facebook può così essere la guida tv per CuboVision.

Anche l’Italia ha il suo Kindle. E soprattutto gli ebook!

(da Punto Informatico)

Sono solo pochi mesi che Amazon ha aperto la sua filiale italiana e già arriva una delle conseguenze più positive: il Kindle. Si tratta dell’ereader più venduto e noto del mondo, fino ad oggi acquistabile da un italiano solo facendolo venire dall’estero.

Il beneficio maggiore dell’arrivo in Italia del Kindle (prodotto e venduto da Amazon stessa) è che arrivano con esso anche gli ebook. Più di 16.000 titoliir?t=badtaste-21&l=ur2&o=29 a fasce di prezzo diverse che comprendono classici come anche “64 tra i 100 libri bestseller”, dice Amazon.

Bisogna poi ricordare che gli ebook comprati su Amazon non si leggono solo su Kindle ma anche su pc e sui tablet che hanno l’app di Amazon (l’iPad ce l’ha).

E per l’appunto l’iPad era fino ad oggi l’unica alternativa con il suo iBook, l’app ufficiale del tablet Apple nella quale si trovano i libri in formato elettronico. Però l’iPad non è il Kindle, è una macchina che fa tutto mentre il Kindle è solo un ereader, categoria che si differenzia dal tablet perchè non ha uno schermo retroilluminato, anzi non è illuminato per nulla. Ad esempio per leggere il Kindle al buio serve una lucetta, particolare che sembra un punto negativo mentre è un punto a favore dell’ereader, poichè uno schermo non retroilluminato è molto più leggibile e meno affaticante. Insomma il Kindle serve solo a leggere ebook ma si leggono meglio che su iPad.

Oltre ai bestseller c’è poi il Direct Publishing, ovvero una sezione in cui chiunque può pubblicarsi il proprio ebook, senza passare da una casa editrice che magari lo blocchi, lo cambi o non lo voglia più pubblicare. Ognuno può essere artefice del proprio futuro letterario, a patto di imparare come si formatta un libro per gli standard di Amazon.

Contestualmente all’arrivo di Kindle e dei 16.000 ebook, giunge anche la notizia che in America quest’anno il Kindle ha venduto 4 volte la cifra dell’anno scorso (merito di un catalogo più ampio, passaparola maggiore, prezzi minori e maggiore varietà) a testimoniare che, anche lì dove questo tipo di tecnologia è sul mercato da tempo, non cessa l’interesse.

Mettete da parte i soldi, Facebook sta per essere quotato

(da PcMag)

Il momento è arrivato: Facebook sta preparando la sua IPO, cioè la sua offerta per l’esordio in Borsa. Sarebbe di 10 miliardi di dollari (stessa cifra con cui si quotarono all’epoca VISA, General Motors e At&T), così che possa arrivare ad una valutazione effettiva di 100 miliardi di dollari (il doppio di un’azienda come HP), per i suoi 4 miliardi di fatturato annuo.

Attesissimo da tempo, l’esordio nel mercato cambierà molte cose per l’azienda di Zuckerberg ma gli consentirà di cominciare a ridare i soldi ai primi investitori che avevano messo le loro sostanze nel social network, alimentandolo nei suoi primi anni.

L’unico dubbio è se Facebook riuscirà a stare sotto i 500 investitori o meno. Se lo facesse potrebbe usufruire della possibilità di mantenere privati i libri contabili.

Redesign Google parte 1: Google News

(da Google)

Dopo Gmail, il Reader, il Calendar e Documents (ma prima della Home) arriva anche cambio di design di Google News. Come per i precedenti il nuovo design va nella direzione dell’uniformità. Stessi colori, stesse disposizioni e stesso concetto della navigation bar in cui si trovano le altre “direzioni” di Google.

Dal punto di vista delle funzioni invece il cambio è sostanziale. Già Google News nasce come un aggregatore di notizie in cui ogni utente può personalizzare il proprio aggregato, cioè può scegliere cosa avere in home, quali testate, quali categorie di notizie e quali direttive visualizzare con quale priorità, ora questa componente è ancora più stimolata dalla presenza delle barre. Ogni utente ha a disposizione un elenco di categorie di notizie (Spettacoli, Cronaca, Politica, Economia…) e di testate, per decidere quanto di ogni testata visualizzare in proporzione.

Redesign Google parte 2: YouTube

(da YouTube Blog)

Ha debuttato questa settimana la versione profondamente rivista e corretta dell’interfaccia di YouTube. A differenza del lavoro fatto sulle altre componenti di Google per YouTube il ripensamento è profondo.

Si tratta della ciliegina sulla torta di un lungo processo subìto dal grande aggregatore che da anni sta lentamente introducendo novità mirate a mettere ai margini i contenuti meno professionali, più occasionali e meno curati, per attirare l’attenzione degli utenti (ma soprattutto degli inserzionisti) sui contenuti professionali (o comunque curati e regolari nella loro produzione). In sostanza cerca di imitare quelle componenti che danno “sicurezza” che sono proprie della tv.

La nuova interfaccia dà priorità ai canali che si sono sottoscritti, agli amici (come su Facebook) e ai Trending Topics cioè ai video scelti dallo stesso YouTube. Difficilmente dunque ora in home si vedranno video di cattiva qualità.

Per la pagina dei singoli video invece il redesign è andato nella direzione di un’espansione del player. Ora lo schermo è più grande e ogni utente può scegliere quanto debba essere grande. In questo modo le singole pagine sono fruibili meglio sui televisori o sui tablet.

Infine anche in canali sono stati ridisegnati per essere più orientati alla socialità.

Se si dovesse riassumere, YouTube nella sua rincorsa alle fonti di reddito cerca di influenzare il comportamento degli utenti attraverso il design, per far sì che “naturalmente” l’attenzione e i click vadano verso i contenuti più professionali e meno verso quelli amatoriali.

Twitter e il boom italiano

(da Vincos)

Si era già parlato del boom italiano di Twitter, questa settimana come sempre Vincos ha proposto un’analisi approfondita e pregnante del fenomeno, che parte dalle ricerche su Google per la parola twitter e finisce a dimostrare quello che molti avevano supposto, ovvero che la forza trainante di quest’ondata di twitter italiano sia stata la promozione indiretta fatta da Fiorello.

Sicuramente ci sono anche altre cause, quali il naturale aumento di una piattaforma in espansione, è però evidente anche dal grafico più dettagliato che affronta giorno per giorno i picchi di ricerca, che le attività di Fiorello sono uno dei momenti più determinanti.