Che Alien 3 abbia avuto una produzione abbastanza travagliata è storia nota e ce lo ha ribadito lo stesso David Fincher durante la masterclass tenutasi a Roma lo scorso settembre per la promozione di L’Amore Bugiardo – Gone Girl.

Questo è quanto dichiarato dal regista in quella sede:

Ripensando a Alien 3, come ha influenzato la tua carriera? Ci sarebbe stato lo stesso David Fincher senza quel film? Come sei arrivato da Alien 3 a Se7en?

Ho cominciato facendo video musicali. Che hanno avuto un certo successo e poi sono passato ai commercial televisivi. E quando l’ho fatto, l’ho fatto alla mia maniera proprio perché volevano che fossero simili ai miei video. Ero abituato a assumermi le mie responsabilità e, fondamentalmente, fare quello che mi pareva. E mi sono ritrovato a lavorare al mio primo film senza poter fare nulla di quello che desideravo fare. Tutte le volte che mi guardavo in torno c’erano dozzine di persone che dovevano occuparsi di bilanciare ogni cosa, un rapporto di pesi e contrappesi, che è quello che di norma fanno gli studios quando devono finanziare e approvare questi progetti estremamente costosi.

C’è un gruppo ristretto di executive che deve approvare la fuorisucita di denaro e non si tratta di pochi spiccioli. Quindi a 26, 27 anni mi sono ritrovato a dire “Voglio fare così!” e a dover aspettare ogni volta che questo team di persone tornasse indietro da me a dire se si poteva fare o meno. Ed è per questo che Alien 3 si ritrova tutto questo bagaglio negativo. Così per il mio secondo film ho voluto esplorare un territorio tutto nuovo all’insegna del “Vaffanculo, non voglio mai più dover fare qualcosa del genere, dover chiedere il permesso. Preferisco chiedere scusa, se proprio devo”. E alla fine ho fatto quello che mi andava di fare, quello che mi andava a genio. Ed è finito con l’essere un film, Se7en, che è andato benissimo al botteghino. E non mi sono più ritrovato in una situazione di “controllo e bilanciamento” di quello che stavo facendo o volevo fare. Anche perché la responsabilità più grande è proprio nei confronti del film, perché sia quelli che ti danno i soldi per farlo, quelli che si piazzano davanti alla macchina da presa per recitare comparendo poi sullo schermo, capiscono chiaramente che il fattore di maggior peso è la pellicola stessa, quello che c’è dentro, a quel punto ottieni i soldi e le performance perché capiscono che per te conta solo la qualità.

Sigourney Weaver, parlando recentemente con Radio Times, ha rivelato qualche altro retroscena collegato al franchise e a questo “sfortunato” episodio della saga.

Avevo sentito che la Fox stava lavorando a Alien Vs Predator. Una cosa che mi aveva profondamente depressa perché tenevo davvero tanto a questi film, ero molto orgogliosa. Non è che sia contraria a un film basato su un videogame, ma all’epoca era, come disse pubblicamente James Cameron se non erro… “Perché fare una cosa del genere? È come girare Alien Incontra L’Uomo Lupo!”.

Lo sviluppo dello script di AVP era partito nel 1991, un anno prima dell’arrivo di Alien 3. Lungometraggio che sarebbe stato diretto dal “papà” del franchise Ridley Scott se la Fox non avesse avuto l’idea di questo spin-off.

Ridley Scott stava per dirigere il terzo episodio, poi però lo studio annunciò AVP e lui lasciò perdere. Anche lui voleva dirigere un sequel di Alien (che peraltro avrebbe dovuto dare origine a una nuova Trilogia, ndr.).

Circa il nuovo film che verrà diretto da Neill Blomkamp afferma:

Amo il fatto che Neill stia realizzando il suo sogno d’infanzia di quello che lui spera sia il po-corn movie, l’Alien pop-corn movie che avrebbe voluto vedere da ragazzino.

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