In una nuova video intervista con Vanity Fair, Alfred Molina ha parlato a lungo del suo Doc Ock a distanza di 20 anni da Spider-Man 2.

L’attore ha detto la sua su quanto Octavius sia un personaggio interessante, del fatto che molti cattivi Marvel abbiano questo grande fascino del conflitto interiore, del veder calare su di loro una malvagità non richiesta e di come interpretare l’iconico antagonista di Spider-Man nel secondo capitolo della trilogia di Sam Raimi gli abbia cambiato la vita:

All’epoca ne fui decisamente sorpreso, non era il tipo di film in cui mi immaginavo avrei mai recitato. Era quel tipo di film d’azione che pensi abbia un cast che rispecchi un certo tipo di estetica e che abbia una certa fisicità e io decisamente non rientravo in quei canoni. […] Tutto cambiò al primo screen test, quando mi fecero indossare una prima versione del costume, e Avi Arad, allora a capo della Marvel, mi diede gli occhiali da sole e mi disse di indossarli… e di colpo tutti i presenti ebbero chiara in testa l’idea dietro al mio Doc Ock.

Ha poi aggiunto:

Anche quando mi chiesero di tornare per il ruolo 17 anni dopo, nessuno era più sorpreso di me. Continuavo a chiedergli se si rendessero conto che ora ero più vecchio e che avevo le zampe di gallina, il doppio mento e tutto il resto. Ma sia il regista Jon Watts che Amy Pascal insistettero che era il mio ruolo e che solo io potevo tornare ad interpretarlo, che avevano tutta la tecnologia necessaria per ringiovanirmi.

Ovviamente ne fui onorato. Oltre ad essere un ruolo interessante, è anche il ruolo che mi ha cambiato completamente la vita. Ha portato tutto su un altro livello e mi ha portato anche ad un diverso pubblico di fan. Ovviamente ho fan che hanno dorato film come Chocolat e Frida, e di colpo mi sono ritrovato con i figli di queste persone che invece adorano Alfred Molina perché “è quello che ha interpretato Doc Ock“.

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