Star Trek: l’ira di Khan, la pellicola del 1982 diretta da Nicholas Meyer con Ricardo Montalbán nei panni del villain del titolo, è universalmente riconosciuta come uno dei migliori film della longeva saga sci-fi di Gene Roddenberry.

Eppure, proprio in virtù della sua ottima fattura e dell’iconicòità del Khan Noonien Singh di Ricardo Montalbán, ha avuto una “brutta influenza” sulle pellicole arrivate poi. È questa l’opinione di Ronald D. Moore, il co-sceneggiaatore di un altro apprezzatissimo capitolo cinematografico del franchise, Primo Contatto.

Le sue parole arrivano dalla ora history “The Center Seat: 55 Years of Star Trek” scritta da Peter Holmstrom. Moore spiega che Star Trek: l’ira di Khan è una pellicola magistrale, con un villain fantastico, il sogno divenuto realtà di tutti i fan dell’epopea ma che, proprio in virtù di tutti questi lati positivi, ha portato la Paramount a cercare di rifare sempre la stessa cosa senza però riuscirci.

È quello che viene citato di continuo. Per certi versi anche in modo negativo. Perché potrei facilmente sostenere che ciò che L’ira di Khan ha fatto è stato quello d’indirizzare in maniera permanente ogni film di Star Trek sulla stessa strada. Tutti poi, ad eccezione del IV, hanno sempre pensato “Abbiamo bisogno di un nemico come Khan”. Non non sono in gradi di quantificare quante volte ho sentito questa frase. “Abbiamo bisogno di un Khan. Chi è il Khan in questo film?”. Tutto è diventato un tentativo di emulare quella storia.

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FONTE: via Screen Rant

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