Rian Johnson spiega, in un’intervista con The Atlantic, di non aver mai considerato il suo Star Wars: gli ultimi Jedi come il capitolo “di mezzo” di una Trilogia, ma di essersi sempre approcciato alla pellicola come un film a sé stante al quale voleva dare un finale compiuto e definito, un epilogo “vichingo”.

Il filmmaker dice infatti:

Parlando dello Star Wars che ho girato, ho cercato di dargli un finale di tutto rispetto. Amo i finali talmente tanto che anche se ero alle prese con il capitolo centrale di una trilogia ho cercato di dargli un finale. Un bel epilogo capace di ricontestualizzare tutto quello che era venuto prima e che lo rendesse un bell’oggetto in sé e per sé – è questo che rende un film un film. E mi pare che sia un elemento sempre meno riscontrabile. C’è tutta questa velenosa idea del voler creare a tutti i costi delle proprietà intellettuali che si è insinuata nelle fondamenta dello storytelling. Tutti non fanno altro che pensare a come mungere il più possibile qualcosa. Ma io amo i finali dove dai fuoco alla nave vichinga in mare.

Insomma, per Rian Johnson, dal punto di vista creativo, lo scopo era principalmente quello di raccontare una storia con un inizio e una fine ben definiti, più che concepire una vicenda piena di ganci per quello che sarebbe arrivato poi.

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FONTE: The Atlantic

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