I film dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki and co sono ora a portata di tutti gli Stati Uniti d’America visto che fanno parte, in esclusiva, del catalogo streaming di HBO Max (a livello internazionale si trovano invece su Netflix).

E non a caso uscirà infatti proprio a metà giugno il libro di Steve Alpert dal titolo “Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Studio Ghibli”. Alpert, per chi non lo sapesse, ha guidato la divisione internazionale dello Studio Ghibli dal 1996 al 2011, contribuendo notevolmente alla diffusione al di fuori dei confini dell’arcipelago giapponese delle opere prodotte dallo studio.

CartoonBrew ha pubblicato alcuni aneddoti estrapolati, in anteprima, dal libro.

Vi proponiamo, a seguire, i più interessanti:

  • Le minacce di Harvey Weinstein per La Principessa Mononoke: al tempo, la distribuzione americana dei film dello Studio Ghibli era affidata alla Miramax, una sussidiaria della Disney. Alla premiere, Weinstein disse ad Alpert che il film doveva essere tagliato, da 135 a 90 minuti, nonostante avesse promesso di non farlo. Quando Alpert gli fece notare che Hayao Miyazaki non lo avrebbe mai fatto, Weinstein andò su tutte le furie “Se non lo convinci a tagliare il dannato film NON LAVORERAI MAI PIÙ IN QUESTA INDUSTRIA! HAI CAPITO COSA CA**O TI STO DICENDO? MAI!”. Studio Ghibli non accettò e il film uscì privo di tagli
  • La Disney operò comunque delle modifiche: la versione inglese di Kiki – Consegne a domicilio venne distribuita con della musica aggiuntiva, effetti sonori, dialoghi nonostante la presenza di un contratto che impediva di fare certe operazioni come queste citate. Alpert lo fece notare a uno sconvolto executive della Disney che non era neanche consapevole della cosa. Diede al produttore a capo della versione inglese quel genere di lavate di capo che fanno piangere anche gli uomini adulti.
  • Miyazaki si rifiutò di incontrare Martin Scorsese: il celebre regista italoamericano aveva invitato il collega giapponese per un drink nel suo appartamento, sperando di avere la possibilità di parlare insieme a lui di cinema e regia. Miyazaki non era interessato. Alpert dovette comunicare la cosa a una disperata addetta stampa. Lei lo supplicò dicendo “Non è che puoi convincerlo? Non vorrei perdere il mio lavoro” richiesta alla quale Alpert dovette necessariamente rispondere con un “Penso sia semplicemente stanco”

Cosa ne pensate di questi aneddoti sullo Studio Ghibli e Hayao Miyazaki? Ditecelo nei commenti!

Classifiche consigliate