Ospite sulle pagine dell’Hollywood Reporter per un lungo profilo in cui ha potuto parlare a tutto tondo della sua carriera e dei suoi progetti futuri, Sylvester Stallone ha anche toccato un tema, quello del cinema d’azione, che lo tocca, ovviamente, molto da vicino in quanto icona vivente di questa tipologia di film.

A quanto pare, Sylvester Stallone non è un grandissimo fan dei moderni film d’azione. Il motivo, o meglio, i motivi, sono principalmente tre: troppi effetti speciali, troppi supereroi e troppi soldi.

I grandi film d’azione sono come quando compri un orologio vintage. Originariamente costava 35 dollari, ora ne vale 35.000. Perché? Perché è fatto a mano. Nulla di esagerato. Niente di sovrannaturale. Era qualcosa che poteva essere ottenuto da un normale essere umano.

La star spiega anche che, negli anni settanta e ottanta, i film d’azione facevano leva sulla fisicità degli attori per veicolare la narrativa alla base del racconto:

C’è un motivo per cui ritengo Rambo il primo film d’azione. Mi sono affidato alla recitazione del corpo per raccontare la storia. Il personaggio non parla praticamente mai, ma sai quello che accade grazie agli altri personaggi. Sono assimilabili ai narratori delle tragedie greche classiche. Il protagonista non si ferma mai ed è questo elemento che contribuisce alla definizione di film d’azione. Non c’è computer grafica. E il pubblico capisce che è qualcosa di davvero speciale.

Delle osservazioni, quelle di Sylvester Stallone verso i moderni film d’azione, che arrivano dopo altre critiche illustri espresse, negli ultimi mesi, da registi come Michael Mann e Francis Ford Coppola.

Mann ha ad esempio detto che:

Mi annoiano. Non sono molto interessanti. Talvolta le coreografie sono talmente esagerate da risultare affascinanti e finiscono per essere mediamente buoni. Ma in linea di massima no. Trovo la situazione del cinema d’azione molto stantia.

Francis Ford Coppola aveva invece sottolineato l’eccessiva standardizzazione, anzi, marvelizzazione, dei film action di oggi che, a suo dire, tendono tutti a ripetere lo stesso schema visivo imposto dai cinecomic (ECCO TUTTI I DETTAGLI).

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FONTE: The Hollywood Reporter

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