Transformers, il primo film della saga diretta da Michael Bay, festeggia 15 anni di età. Uscito nel 2007, il lungometraggio, prodotto fra l’altro da Steven Spielberg, ha dato vita a una saga che, con i sei film usciti finora, ha incassato complessivamente quasi cinque miliardi di dollari in tutto il mondo nel solo circuito cinematografico (fonte: the numbers). Un giro d’affari destinato ad aumentare considerevolmente tenendo conto delle cosiddette ancillary revenues e, soprattutto, della gigantesca mole di prodotti su licenza venduti, in primis proprio la linea di giocattoli.

In occasione dell’evento organizzato presso gli studi della Paramount per il compleanno del primo Transformers, Peter Cullen, la storica voce americana di Optimus Prime tornata a doppiare il personaggio anche nei lungometraggi, ha ricordato il lavoro fatto con Michael Bay per il lungometraggio che ha segnato la nascita della amatissima saga:

Qualcuno mi ha chiesto di condividere un paio di momenti risalenti al 2007, quando il film era in produzione con Michael Bay che ho sempre ritenuto un ragazzo incredibilmente creativo. Era come un generale al comando delle Forze Aeree, della Marina, dei Marines. Stava assemblando questa cosa poi andavamo in una piccola stanzetta e mi raccontava cosa sarebbe successo. Io me ne scappavo fuori con Optimus Prime e lui era sempre molto lieto di questa cosa. Non sapeva molto di questi personaggi prima del film, ma ha imparato tutto molto velocemente e molto bene.

Quando ho fatto la prima audizione per lui, c’era una giovane ragazza che leggeva le battute dell’altro personaggio che interagiva con Optimus Prime. Guardo la sceneggiatura e domando “Ironhide?”. Nella serie animata facevo anche la sua voce per cui dissi che mi sarebbe piaciuto anche fare Ironhide. Frank Weller, uno dei più grandi, faceva Megatron (nel film la voce è di Hugo Weaving, ndr.), ma anche altre cinque voci, così finivamo sempre per parlare con noi stessi.

Michael mi guarda e fa “Ok, no c’è bisogno che lo fai. Leggi le tue battute”. E così faccio quello che mi dice. Sono tornato un altro paio di volte a recitare delle battute e aveva sempre questo grande sorriso stampato sul volto. Era giusto per capire come adattare la mia voce al concetto che aveva Michael di un robot alto 45 piedi. Come potevamo aggiustare il tono? Dissi che l’avrei recitato più basso ed ecco com’è andata.

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FONTE: Screen Rant

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