Ultraviolet è partito ufficialmente.

La notizia era attesa da almeno tre anni, da quando cioè i più grandi studi di produzione hollywoodiani (con la sola esclusione della Disney, più avanti capirete perchè) avevano annunciato di aver stretto un patto d’acciaio per facilitare il commercio online dei loro film. Questo patto si chiama Ultraviolet e prevede che tutti quanti siano disposti a mettere in vendita o noleggio i loro film attraverso piattaforme multiple, collegate fra di loro in modo che l’utente che compri il suddetto film da un cellulare lo possa poi vedere anche sul computer scaricandolo da un altro servizio o negozio. Dunque l’utente che noleggi il film dal Playstation Store lo potrà poi vedere anche sul cellulare e via dicendo. Insomma un modo per far sì che siano gli studios a preoccuparsi di dove si noleggi un certo film o dove esso stia, e non gli utenti che invece possono acquistarlo da chi vogliono consapevoli che hanno acquistato il diritto a vedere un’opera, poco importa da quale fonte.

Quest’utopia che da tempo tutti hanno intuito essere necessariamente il futuro della fruizione non solo cinematografica (non siamo lontani dalla cloud), è partita con Come ammazzare il capo… e vivere felici della Warner.

Al momento i proprietari di carta di credito statunitense possono acquistare o noleggiare il film solo attraverso Flixster (compagnia acquistata poco tempo fa proprio da Warner), collegare l’account Flixster a quello precedentemente creato su Ultraviolet e gioire del multipiattaforma. Una procedura che chi l’ha provata sostiene essere non semplicissima e abbastanza “chiusa” se si pensa che l’idea è di “aprire” le possibilità per gli utenti. Ma siamo all’inizio, con l’entrata pesante di Vudu, si prevede che anche i set top box da attaccare alla televisione saranno della partita e tutto diventerà più appetibile.

Si diceva però che Disney non è salita sul treno, il perchè è presto detto. Disney da qualche anno è in realtà Pixar (si, per essere corretti bisognerebbe dire che è stata la società di Topolino a comprare quella di Nemo ma per un gioco di azioni e azionisti di maggioranza alla fine è la seconda a controllare la prima) e la Pixar è Apple (il compianto Jobs era a capo di entrambe) e ripresisi dal lutto per la morte del capo ora da Cupertino sono pronti a fare concorrenza ad Ultraviolet con iTunes e iCloud (servizio presente in tutti i computer equipaggiati con il nuovo sistema operativo Lion e negli iPhone che hanno iOS 5), ovvero cercare di offrire la stessa cosa per chi non ha altro Dio se non la mela. iCloud infatti tra qualche mese annuncerà la possibilità di fruire di un medesimo film noleggiato o comprato da iTunes anche su tutti gli altri device della casa (iPod, iPad, iPhone).

E i produttori come la vedono? Meglio parlare d’altro.

Recentemente il CEO della Miramax ha dichiarato “Siamo stati costretti a farlo” riferendosi ad Ultraviolet e il tentativo sperimentale di Universal di un passo leggermente più ardito, distribuire Tower Heist (il nuovo film con Ben Stiller) in video on demand (cioè online) pochissimo dopo l’uscita al cinema è stato clamorosamente boicottato dalla NATO (che non è quello che pensate ma l’associazione americana degli esercenti cinematografici). Non solo in Italia dunque la modernizzazione del business del cinema incontra resistenze inumane, ma lo stesso le cose si muovono…