10 anni dalla fine di Harry Potter: I momenti chiave del fenomeno cinematografico di una generazione

Il 13 luglio di 10 anni fa, la saga cinematografica di Harry Potter tratta dai libri di J.K. Rowling giungeva a conclusione. 

Quella di Harry Potter si posiziona al terzo posto tra le saghe con il maggior incasso di tutti i tempi (se non si tiene conto dell'inflazione) ed è stata un piccolo miracolo produttivo: con dei giovanissimi attori protagonisti, con cambi di regia e sceneggiatura, e con una saga letteraria ancora in corso d’opera, hanno avuto una costanza qualitativa e un ritmo di produzione invidiabile a tal punto che, tra alti e bassi, i film (disponibili su NOW) hanno totalizzato 7,7 miliardi di dollari al botteghino mondiale.

Per celebrare questo storico traguardo, che anticipa il vero, grande anniversario della fine dell’anno - con i 20 anni dall’uscita del primo film - ecco una ricapitolazione dei momenti chiave che hanno costellato questa saga di così grande successo.

Pergamena Silente

Harry Potter e la Pietra Filosofale

23 agosto 2000

Il mondo conosce Harry, Ron e Hermione

I volti cinematografici di Harry, Hermione e Ron furono annunciati al mondo intero con una conferenza stampa svoltasi a Londra in piena estate dopo una ricerca particolarmente ostica che durò mesi e mesi.

La Warner Bros, di proprietà di Time Warner, all’epoca aveva acquisito i diritti di sfruttamento dei primi quattro libri con un’opzione per i tre successivi, pertanto scegliere i volti più giusti per il trio protagonista si rivelò un momento di grande importanza.

Per trovare Harry furono necessari più di 300 provini a giovani attori (e non) davanti alla macchina da presa dopo ben 40.000 richieste pervenute attraverso i casting su internet. Tra i giovani talenti che espressero interesse nel ruolo ci furono Haley Joel Osment, protagonista de Il sesto senso, Eric Sullivan, apparso in Jerry Maguire, e il piccolo Liam Aitken di Nemiche amiche. La Rowling, tuttavia, era decisa a far affidare il ruolo a un attore inglese e in effetti alla fine a scamparla fu un bambino giovanissimo con poca esperienza da attore: Daniel Radcliffe

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29 settembre 2000

Ciak, si gira

La prima scena ad essere girata fu in realtà l’ultima sequenza del film ambientata alla stazione di Hogsmeade: è l’unica scena in cui Hermione indossa due incisivi finti più pronunciati proprio come descritto nei libri. I produttori tentarono infatti di rendere l’aspetto di Harry e Hermione più simile al libro usando delle lenti a contatto per Daniel Radcliffe e delle protesi per Emma Watson, ma gli occhi di Dan cominciarono a lacrimare mentre Emma aveva difficoltà a dire le sue battute, ecco perché l’idea fu scartata.

Curiosamente, anni dopo, la produzione riscontrò problemi anche quando fu il momento di applicare lenti a contatto agli occhi della piccola attrice scelta per interpretare una giovane Lily; anche in quel caso decisero di non ricorrere al digitale causando però una grossa discrepanza tra una frase sempre detta a Harry (“Hai gli occhi di tua madre”) e la realtà dei fatti.

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1 marzo 2001

Il primo trailer: benvenuti a Hogwarts

Tratti fisici dei personaggi a parte, la vera grande sfida fu dare vita il più fedelmente possibile al castello della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Per farlo Columbus e la Warner Bros. si affidarono al celebre scenografo Stuart Craig, che scelse la Scozia come ambientazione (nonostante molte località inglesi per dar vita alle varie sezioni del castello) e che realizzò un modellino in scala, ora esposto al Warner Bros. Studio Tour London - The Making of Harry Potter a Watford, anche se in una versione ben diversa da quella inizialmente concepita.

Alla fine costruimmo quasi l’intero mondo” spiegò Craig in occasione dell’uscita dell’ultimo film. “Ma all’epoca del primo film l’impresa di costruirlo per intero non era sostenibile. E allora ci mettemmo a cercare le location. Durante la ricerca ci avviammo verso quello che Hogwarts avrebbe dovuto essere”. 

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Il primo trailer, ancora disponibile, conteneva delle battute recitate appositamente da Richard Harris, interprete di Albus Silente nei primi due film. Il digitale in quelle prime sequenze era ridotto al minimo: perfino le candele nella Sala Grande erano state veramente appese al soffitto. Dopo i primi giorni, tuttavia, la produzione si rese conto che sarebbe stato fin troppo rischioso.

4 novembre 2001

La prima mondiale a Londra

Dopo circa quattro mesi di sfruttamento cinematografico, il film arrivò a quota $974,7 milioni di dollari e si rivelò quindi un grandissimo successo. Con le successive riedizioni e in particolare con l'uscita in Cina nel 2020, il film riuscì a tagliare il traguardo del miliardo di dollari.

Harry Potter e la Camera dei Segreti

19 novembre 2001

Squadra che vince non si cambia

Le riprese del secondo film cominciarono tre giorni dopo l’uscita al cinema di Harry Potter e la Pietra Filosofale, lunedì 19 novembre 2001; questo fu possibile grazie a una pre-produzione cominciata già durante la lavorazione al primo film.

Tutta la squadra di maestranze e attori fu confermata per il secondo episodio, a parte John Williams, che a causa di altri impegni concomitanti non consegnò una colonna sonora completa. Il compositore William Ross fu ingaggiato per adattare la sua colonna sonora e condurre l’orchestra per la registrazione. Non sorprende, infatti, che molti temi musicali siano stati ripresi direttamente da quelli del primo film.

La produzione filò praticamente liscia fino all’estate 2002, quando la Warner Bros. decise di mostrare al pubblico le prime sequenze del secondo film diretto da Chris Columbus. Il trailer fu allegato in esclusiva alle proiezioni statunitensi di Scooby-Doo e tantissimi fan di Harry Potter andarono a vedere il film appositamente per assistere alle prime immagini del film sul grande schermo. 

Con questo secondo film, Columbus si avvicinò al progetto con molto meno stress rispetto alla prima volta e fu felice di avere un po’ più di budget da spendere per le sequenze in CGI. Tra i più grandi traguardi, secondo il regista, l’aver migliorato tutte le sequenze relative al Quidditch: se per il primo film era state girate all’ultimo, per il secondo si promise di iniziare proprio da quelle dando così più tempo agli artisti degli effetti visivi. 

Come piccola chicca per chiudere il suo film, inoltre, il regista regalò agli spettatori una sequenza aggiuntiva. Negli ultimi anni si è parlato molto delle scene che vengono proposte alla fine dei titoli di coda di un film, soprattutto in relazione ai cinecomic Marvel e DC. In tempi ancora “non sospetti” toccò anche ai film di Harry Potter: Harry Potter e la Camera dei Segreti è infatti l’unico in tutta la saga ad avere una scena dopo i titoli di coda (disponibile qui) con protagonista Gilderoy Allock.

2 novembre 2002

La prima mondiale a Londra

Nonostante il medesimo periodo di uscita del primo film, il secondo capitolo subì un lieve calo, arrivando a quota 878,9 milioni di dollari al botteghino.

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

24 febbraio 2003

Riprese al via con Alfonso Cuaròn, Hogwarts cambia

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban fu il primo a uscire in estate: si trattò di una vera scommessa per lo studio che per i primi due film aveva sfruttato il Ringraziamento e il Natale negli Stati Uniti.

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Con il terzo molte cose cambiarono perché la produzione iniziò a non riuscire a mantenere i serratissimi ritmi per far uscire un film all’anno, così decise di allargare la “finestra” tra un film e l’altro a un anno e mezzo. Il Calice di Fuoco, ad esempio, arrivò poi a novembre 2005.

Chris Columbus, regista dei primi due episodi, decise di non proseguire con la regia del terzo perché aveva bisogno di stare con la famiglia, così passò il testimone ad Alfonso Cuaròn, regista messicano di La piccola principessa e Y tu mamá también – Anche tua madre, restando però come produttore esecutivo.

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Con Cuaròn tutto iniziò a cambiare: dall’approccio ai costumi, alla regia, alle atmosfere più gotiche. Uno dei più grandi contribuiti fu l’espansione dei confini di Hogwarts mostrando parti del castello mai viste prima e cambiò tutta la geografia del posto (basta dare un’occhiata alle posizioni della capanna di Hagrid e del Platano Picchiatore). Tra gli obiettivi quello di far sembrare Hogwarts viva e reale, cosa che fece giocando molto sui raccordi tra un’ambientazione e l’altra.

Il circolo di monoliti sulla collina prima di arrivare alla capanna di Hagrid è ispirato, naturalmente, a Stonehenge. Le pietre furono create agli studi Leavesden e portate in elicottero in Scozia. Sembravano così realistiche che Emma Watson si avvicinò al regista, un giorno, per chiedergli se avesse scelto quella località scozzese perché attratto da quelle monumentali pietre.

Il regista cercò sin da subito di instaurare un rapporto più adulto con gli attori protagonisti che ormai cominciavano a crescere e a sentirsi più a casa ai Leavesden Studios. Cercò inoltre di dare un tocco più unico e stravagante a ogni aspetto del mondo magico, calcando ad esempio la mano con il personaggio di Silente (da questo film interpretato da Michael Gambon dopo la scomparsa di Richard Harris in chiave completamente rivisitata, dall’interpretazione ai costumi), introducendo testoline rinsecchite, fastidiosi uccellini e rospi pronti ad andare a ritmo di musica. 

La melodia che il coro di Hogwarts canta è una variante di quella recitata da tre streghe in “Macbeth” di William Shakespeare, riadattata da John Williams e da Alfonso Cuaròn. Una frase – “Something wicked this way comes” – fu addirittura usata per la promozione del film. Nel romanzo dell’autore inglese le battute sono pronunciate da tre streghe, definite ”Weird Sisters”. Caso vuole, poi, che le “Weird Sisters” siano anche un gruppo di cantanti molto popolare tra i maghi nei romanzi della serie (in italiano sono noti come Le Sorelle Stravagarie).

Il regista cercò di ricorrere il meno possibile al digitale, anche se per molte sequenze fu costretto, come per quelle con protagonisti i Dissennatori. Il regista voleva utilizzare tecniche più tradizionali, come i burattini, tant’è che si rivolse al burattinaio Basil Twist che gli mostrò la possibilità di riprendere dei burattini immersi nell’acqua che al rallenti rendevano un bellissimo effetto. Sarebbe stato però quasi impossibile e molto costoso da realizzare, così decisero di utilizzare il digitale. Il regista, tra l’altro, propose di mutare la pioggia in ghiaccio per la scena dell’arrivo dei Dissennatori durante la pre-produzione. A causa di un difetto di pronuncia, gli artisti scambiarono “ice” (ghiaccio) per “eyes” (occhi) e si presentarono dal regista con alcuni bozzetti ritraenti una pioggia di occhi. 

Fraintendimenti a parte, Cuaròn regalò ai fan un prodotto unico in tutta la saga e forse dal carattere più distinto. Quello che non molti sanno è che fu tutto merito di Guillermo del Toro, come raccontato da Cuaròn qualche anno fa:

J.K. Rowling aveva amato “La piccola principessa” e aveva approvato il mio nome come regista del terzo film. I miei amici mi prendevano un po’ in giro per il fatto che stessi pensando di accettare Harry Potter, e in qualche modo io stavo allo scherzo perché non conoscevo i romanzi. Avevo visto il primo film e non ero rimasto colpito. Poi però parlai con Guillermo [del Toro] che mi disse – scusate per il linguaggio – “Non hai letto i libri? Arrogantello bastardo del caz*o, fila subito a leggere quei fottuti romanzi!”. Guillermo mi ha aiutato a capire che nella saga ci sono moltissimi spunti contemporanei, quindi ho deciso di adottare un approccio realistico. Per esempio, il lupo mannaro è un individuo che soffre di una dipendenza, e abbiamo proprio lavorato al personaggio come se questo fosse affetto da una dipendenza patologica.

Il Prigioniero di Azkaban fu l’ultimo film con le colonne sonore di John Williams: nonostante il ritorno di alcuni temi iconici realizzati dal leggendario compositore, Williams non tornò più a lavorare alla saga.

30 maggio 2004

La prima mondiale a Londra

Con l’uscita estiva, il terzo film raggiunse i risultati peggiori di tutta la saga con “soli” 796,6 milioni di dollari, quasi 200 milioni di dollari in meno rispetto al primo capitolo.

Harry Potter e il Calice di Fuoco

4 maggio 2004

Mike Newell a bordo, arriva il primo regista inglese

Sebbene avesse ricevuto un’offerta per tornare in cabina di regia, Alfonso Cuaròn rifiutò la proposta per dedicarsi interamente alla post-produzione del terzo film della saga. E così a lui subentrò Mike Newell, regista inglese dietro Donnie Brasco e Quattro matrimoni e un funerale.

Quando fu il momento di adattare per il grande schermo il quarto libro, lungo quasi il doppio rispetto al terzo, la produzione – come dichiarato da Steve Kloves – valutò la possibilità di dividerlo in due parti: “Abbiamo sempre pensato di raccontare la storia con due film, ma non siamo riusciti a trovare una soluzione per dividerlo in due. Perciò sarà un’esperienza diversa rispetto al libro“. Mike Newell si oppose all’idea della Warner Bros. di dividere il lunghissimo libro in due film e dichiarò di essere in grado di condensare le numerose pagine in un solo film rimuovendo tutto il superfluo. Decise di focalizzarsi sulla storia raccontandola esclusivamente dal punto di vista di Harry, tant’è che Dobby e Winky, il C.R.E.P.A., Ludo Bagman, Molly e Percy Weasley e tante altre dinamiche legate al Torneo furono tagliati dal film.

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Hogwarts e tutta la geografia del luogo cambiarono radicalmente con il Prigioniero di Azkaban. Per il Calice di Fuoco lo scenografo Stuart Craig fece solo alcune modifiche: aggiunse ad esempio la guferia e trasformò l’ingresso della Sala Grande mettendo un grosso cortile al posto della scalinata di marmo. Aveva inoltre pensato a degli spalti sott’acqua per assistere alla seconda prova del Torneo Tremaghi, ma l’idea fu scartata per motivi di budget e resa, così crearono delle grosse palafitte da cui si potesse assistere alla prova. Le scene sott’acqua furono girate grazie a un’enorme vasca d’acqua: Daniel Radcliffe passò un totale di 41 ore immerso alla luce della grande quantità di sequenze girate.

6 novembre 2005

La prima mondiale a Londra

Con il quarto film, arrivato in autunno, il botteghino tornò a salire e il film recuperò un centinaio di milioni rispetto al terzo arrivando a quota 896,9 milioni di dollari.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice

6 febbraio 2006

Arriva Yates: “Devo tagliare 45 minuti”

Harry Potter e l’Ordine della Fenice fu il secondo film della saga arrivato in periodo estivo dopo Il Prigioniero di Azkaban. Alla regia David Yates, proveniente dal mondo della televisione (State of Play), che fu l’ultimo regista del franchise, facendosi carico della regia degli ultimi quattro adattamenti cinematografici e anche della nuova saga sugli Animali Fantastici.

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Seppur basato sul libro più lungo, si trattò del secondo film più breve del franchise. Durante la fase di montaggio a Yates fu chiesto di ridurre drasticamente la durata del film che superava le 3 ore e rivelò alla stampa di dover tagliare circa 45 minuti di sequenze per arrivare a un compromesso con lo studio. Tra le scene tagliate anche un finale alternativo con Draco che giura vendetta per quanto successo a suo padre, finito ad Azkaban.

La morte di Sirius Black avrebbe dovuto svolgersi esattamente come nel libro, con uno scontro tra lui e sua cugina Bellatrix, ma la sequenza fu girata ma poi tagliata in fase di montaggio. Restando in tema “tagli”, Kenneth Branagh sarebbe dovuto tornare nei panni di Gilderoy Allock per una breve apparizione nella sequenza del S. Mungo. Nella scena, Harry avrebbe dovuto conoscere anche i genitori di Neville, ma la Warner Bros. decise di tagliarla per motivi di budget.

Anche un altro personaggio avrebbe dovuto essere tagliato, ma J.K. Rowling si oppose. Nella bozza iniziale del copione l’elfo domestico Kreacher non era presente, così la scrittrice insistette affinché la produzione lo inserisse in modo da evitare problemi per i film futuri (come Harry Potter e i Doni della Morte: Parte 1). Due scene con l’elfo domestico furono infatti aggiunte all’ultimo minuto: quella in cui “accoglie” Harry a Grimmauld Place e parla con il ritratto della madre di Sirius e quella in cui parla con Harry nella stanza dell’arazzo della famiglia Black. 

A proposito dell’arazzo, David Heyman fece qualche domanda a J.K. Rowling per avere chiarezza su alcuni legami nell’albero genealogico. Di tutta risposta lei gli mandò un quadro dettagliato con oltre 70 nomi della famiglia di Sirius. Alcuni dei Black, tra l’altro, hanno nomi che richiamano astri, come Sirius, Regulus, Andromeda, Arcturus, Bellatrix e Cygnus.

Durante la post-produzione furono diversi gli incidenti di percorso: i produttori non riuscirono a trovare una soluzione per la resa ottimale del personaggio di Grop tant’è che dopo diversi mesi trascorsi a realizzare il personaggio, alla squadra dietro gli effetti visivi fu chiesto di ripartire da zero perché l’aspetto del gigante non convinceva Yates e la produzione. Non a caso la resa finale del gigante è al di sotto degli standard della saga. Alla fine, nonostante fosse destinato a tornare, l’Ordine della Fenice è l’unico film in cui Grop compare.

3 luglio 2007

La prima mondiale a Londra

Il quinto film confermò il cambio di tendenza con una decisa risalita a 941,6 milioni di dollari, rivelandosi così un grandissimo successo per un regista proveniente dal mondo della televisione.

Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Quando la Warner Bros. propose a Yates di tornare a dirigere il sesto film, il quinto era ancora in fase di post-produzione. L’obiettivo dello studio era di puntare a un film più leggero, come poi rivelato dal regista:

Il Principe Mezzosangue era il penultimo della serie, ed è stato realizzato con l’intenzione di far rivivere Hogwarts allo spettatore come la vivrebbero degli adolescenti, con spensieratezza, per l’ultima volta; focalizzandoci sui triangoli amorosi, pozioni d’amore, partite di Quidditch e lezioni saltate, volevamo dare una sensazione di calma prima della tempesta che sarebbe arrivata poi con i Doni della Morte.

Sulle richieste dei piani alti poi ammise:

I due David (Heyman e Barron) e lo studio (Warner Bros) avevano apprezzato il mio lavoro ancora prima che il quinto film fosse in sala, tanto che mi avevano già chiesto di dirigere il film successivo. Mi dissero: “Vorremmo che fossi tu a dirigere il sesto, la sai girare una commedia?”. Mi sentivo come un attore che voleva a tutti i costi un ruolo e che asseconda ogni genere di richiesta tipo “Sai andare a cavallo? Sai fare l’accento francese?”. Perciò risposi: “Certo che so girare della commedia!”
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14 agosto 2008

Lo slittamento, i fan in delirio.

Il film doveva uscire a novembre 2008, ma ad agosto 2008 - poco meno di un mese dopo l’uscita del primo teaser trailer - la Warner Bros. annunciò uno slittamento di 8 mesi, portando la data d’uscita a luglio 2009. Il presidente Alan Horn disse che la scelta era stata motivata dallo sciopero degli sceneggiatori, ma secondo altri la Warner Bros. voleva semplicemente replicare nel 2009 il successo estivo del Cavaliere Oscuro, uscito nella stessa settimana del 2008. Sul web si diffuse la convinzione che lo studio volesse evitare la concorrenza di Twilight, ma si trattò chiaramente di una falsità.

Un’altra parte sosteneva invece che il film avesse bisogno di riprese aggiuntive e che pertanto non sarebbe stato pronto in tempo. I fan reagirono con petizioni, proposte di boicottaggio e inviti alla Warner Bros. a tornare sui propri passi, ma non valsero a nulla.

Anche la fotografia si rivelò una bella gatta da pelare. L’atmosfera e i colori del film – su diretta ammissione di David Yates – erano ispirati ai quadri di Rembrandt: volendo puntare a qualcosa di nuovo, il regista aveva scelto il direttore della fotografia Bruno Delbonnel. All’inizio il film era molto cupo e dallo stile “troppo europeo”, con i colori poco saturi, cosa che non piacque ai piani alti della Warner Bros, tant’è che chiesero a Yates e a Delbonnel di sistemare la fotografia. I due esitarono, ma poi attenuarono tutto il lavoro svolto e trovarono un compromesso. Alla fine il film si rivelò l’unico della saga ad essere candidato all’Oscar per la fotografia.

In un’intervista risalente a qualche anno dopo l’uscita del film, David Yates ammise che avrebbero dovuto focalizzarsi di più sulla storia del Principe Mezzosangue. Il regista confessò che non avevano girato altro rispetto a quello che compare nel film: 

“No, girammo solo quella, la scena suggestiva sul fianco della collina. E hai ragione, è una cosa che avremmo dovuto approfondire. Il film si chiama Il Principe Mezzosangue e avevamo solo accennato alla cosa… già, ne abbiamo discusso a lungo“.

Tre sequenze furono inventate per il film: l’attacco dei Mangiamorte al Millennium Bridge l’attacco alla Tana, che fu aggiunto per dare più azione alla prima metà del film che altrimenti avrebbe avuto un ritmo troppo lento. Nel libro si parla continuamente di sparizioni, morti e distruzione ad opera dei Mangiamorte e i produttori ritennero che fosse il caso di mostrare “dal vivo” uno di questi attacchi coinvolgendo Harry.

Tra le altre invenzioni dello sceneggiatore Steve Kloves anche una battuta in cui Silente parlava di una sua vecchia fiamma, ma quando J.K. Rowling lesse lo script informò così i produttori che Silente era gay e che l’unica persona di cui si fosse mai infatuato era stato Grindelwald. Durante la promozione del settimo libro, la Rowling rese pubblica la notizia. 

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Al contrario, la battaglia alla fine del film fu omessa perché i produttori volevano evitare “ridondanza” con la battaglia dell’ultimo film, mentre il funerale di Silente fu tagliato, stando ai produttori, perché “rappresentava un altro finale, un altro gran finale che il film sembrava non poter reggere“. In realtà è probabile che il budget sarebbe lievitato troppo visto il gran numero di partecipanti e di effetti visivi necessari. Quel che è certo è che la notizia non fu presa bene da Evanna Lynch, l’interprete di Luna Lovegood, come raccontato in una recente intervista:

Ero così sconvolta che non volessero girare il funerale di Silente dopo tutto quello che aveva fatto e tutto quello che significava per Harry. [Per la scena della sua morte] ci chiesero di puntare in alto le nostre bacchette e in seguito dovettero aggiungere delle lacrime digitali sul mio volto poiché la scena non era abbastanza triste.

Ha poi aggiunto:

Andai addirittura a parlarne nell’ufficio del produttore David Heyman, da fan. Pensai: “Devo farlo, devo parlare a nome del fandom”. Gli dissi: “Silente ha bisogno di un funerale. Nel libro ci sono sirene, centauri, e tutto il mondo magico unito nel dire addio a questo personaggio”. David Heyman però mi disse: “È troppo costoso”, io gli risposi: “Prendete i soldi dal mio stipendio, ne vale la pena”. E lui: “Evanna, non sarebbero abbastanza”.
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La sceneggiatura originale includeva tutti i ricordi di Voldemort come nel romanzo, ma la Warner Bros. e David Yates decisero di focalizzarsi sull’ascesa di Voldemort senza tenere conto del suo passato, perché altrimenti il focus sarebbe diventato un altro.

Nonostante gli ottimi risultati al botteghino, insomma, il film si rivelò piuttosto deludente, addirittura per uno degli attori coinvolti. Il motivo era piuttosto personale: Daniel Radcliffe ammise di aver sempre odiato la sua interpretazione nel film. Nel 2012 svelò che era diventato dipendente dall’alcol e che spesso arrivava sul set ancora sbronzo: “Non ho mai bevuto sul set di Harry Potter, lo giuro, ma a volte andavo a lavoro ancora ubriaco. Potrei indicarvi molte scene in cui ero praticamente andato, con gli occhi spenti“.

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7 luglio 2009

La prima mondiale a Londra

Con il quinto e il sesto capitolo, la saga di Harry Potter si assestò su un andamento costante. Il Principe Mezzosangue arrivò a 934,4 milioni di dollari, ma fu soltanto un assaggio dei risultati degli ultimi due.

Harry Potter e i Doni della Morte

19 febbraio 2009

La fine ha inizio

Dopo anni trascorsi a sfrondare i libri di J.K. Rowling di tutto ciò che era ritenuto superfluo, I Doni della Morte fu l’unico romanzo a convincere la produzione a cambiare il tipico approccio. Dopo lunga riflessione, la Warner Bros. si convinse infatti a prendere una decisione che non aveva avuto il coraggio di prendere con Harry Potter e il Calice di Fuoco: dividere il libro in due adattamenti cinematografici.

L’annuncio arrivò con un certo anticipo, a marzo del 2008, durante la lavorazione del sesto film. La motivazione della major fu l’esigenza di “riuscire a raccontare il capitolo finale nel modo più dignitoso possibile“.

Le due parti approdarono al cinema a distanza di 8 mesi l’una dall’altra, il 19 novembre 2010 e il 13 luglio 2011 con J.K. Rowling per la prima volta nei panni di produttrice. Entrambe le Parti dovevano arrivare al cinema in 3D, ma la Warner Bros. cambiò piani in corso d’opera a causa del poco tempo a disposizione per la conversione del primo episodio.

Scegliere il punto di rottura non fu molto facile: dopo essersi messi d’accordo sul finale della Parte 1 e averlo girato, la produzione cambiò idea. Il finale originale doveva essere la sequenza in cui Bellatrix accoglie i Ghermidori al cancello di Villa Malfoy e scopre la cicatrice di Harry. Sarebbe stato un finale decisamente in sospeso e piuttosto estraneo ai film di Harry Potter, che si erano sempre chiusi con una panoramica di Hogwarts e una frase a effetto.

I produttori si resero conto che rimandare la morte di Dobby all’ottavo film sarebbe stato sbagliato e non avrebbe avuto lo stesso impatto emotivo, così decisero di far arrivare il film fino a Villa Conchiglia, con la sepoltura di Dobby. Come ultima sequenza fu scelta quella con Voldemort che usa la bacchetta di Sambuco, tra l’altro apparsa nei trailer e negli spot televisivi.

12 giugno 2010

That’s a wrap

Entrambe le parti furono girate insieme; l’ultima scena ad essere girata di tutte le riprese principali fu la fuga da Yaxley al Ministero della Magia. Al termine della giornata si tenne un barbecue con musica e gelati forniti da Rupert Grint con il suo camioncino. Dopo la fine delle riprese, molti dei set furono smontati e rimontati nei teatri di posa del Warner Bros. Studio Tour London, il tour dei set di Harry Potter. 

Proprio agli studios fu portato il modellino in scala di Hogwarts, che in realtà fu impiegato fino al sesto film. Dall’ottavo film Hogwarts fu realizzata interamente in digitale; il castello è sempre cambiato nel corso dei film di Harry Potter tant’è che per i Doni della Morte: Parte 2 allo scenografo Stuart Craig fu chiesto di aumentare le dimensioni del cortile della Sala Grande per rendere lo scontro ancora più colossale. Le scale smisero di “cambiare” e divennero fisse, più ampie e prive di magia per simboleggiare la presa di potere dei Mangiamorte. 

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11 novembre 2010

La prima mondiale a Londra della Parte 1

Non era chiaro come avrebbe reagito il pubblico davanti a quel “Parte 1” schiacciato sotto il titolo, eppure gli spettatori arrivarono in massa a scoprire l’inizio della conclusione della saga portando il botteghino alla cifra di 976,5 milioni di dollari.

dicembre 2010

La vera fine: le riprese aggiuntive

Come da prassi, la produzione fu costretta a tornare sul set a circa sei mesi dalla fine delle riprese principali per una sessione di recupero, i cosiddetti pick-up, una pratica molto comune a Hollywood.

L’epilogo fu rigirato a causa del trucco eccessivo degli attori, resi più vecchi di quanto avrebbero dovuto essere. La scena iniziale era stata girata a King’s Cross, in condizioni non proprio ottimali. Yates ammise di aver fatto tutto di fretta, con il terrore dei paparazzi ad ogni angolo, con i giovani attori difficili da dirigere con tutto quel baccano.

In fase di montaggio la produzione si rese conto della poca efficacia della sequenza, così ricostruirono il Binario 9 e 3/4 interamente in teatro di posa e operarono alcuni accorgimenti non solo al trucco, ma anche ai costumi e alle dinamiche della scena. Teddy Lupin, ad esempio, il figlio orfano di Lupin e Tonks interpretato da Luke Newberry, non fu richiamato. Molti dialoghi fedeli al romanzo furono tagliati e anche Scorpius, il figlio di Draco Malfoy, ne fece le spese visto che alla fine all’attore scelto per interpretarlo toccò solamente un’inquadratura di spalle.

L’ultima scena in assoluto a essere girata per i film di Harry Potter fu il dialogo tra il trio e Aberforth Silente alla Testa di Porco. All’epoca Emma Watson si era già tagliata i capelli, perciò dovette indossare una parrucca per la prima volta in tutta la serie. La scena originale era meno concitata di quanto fosse necessario e anche poco chiara: i dialoghi furono riscritti per chiarire la missione di Harry visto che inizialmente non menzionava gli Horcrux.

Con le riprese di quella sequenza la saga poteva dirsi definitivamente conclusa.

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7 luglio 2011

La prima mondiale a Londra

La prima di Londra fu un evento a cui parteciparono appassionati di tutte le età provenienti da tutto il mondo e ottenne il record per il tappeto rosso più lungo a una prima cinematografica. La Warner Bros. creò per l'occasione un red carpet che correva da Trafalgar Square fino a Leicester Square della lunghezza di 455 metri.

Il film superò i risultati ottenuti dagli altri film della saga (inflazione esclusa) arrivando a $1,3 miliardi dollari, grazie anche a un surplus dovuto al costo dei biglietti 3D.

A 10 anni dalla fine della saga, il mondo di Harry Potter ha ancora tanto da raccontare. Ci sono altri tre film in fase di sviluppo dei prequel di Animali Fantastici (il terzo arriverà a luglio 2022), un videogioco (Hogwarts Legacy, nel 2022), una rappresentazione teatrale del sequel Harry Potter e la maledizione dell’erede che sta facendo tappa in tutto il mondo (dopo Londra, anche New York, Melbourne, San Francisco, Amburgo, Toronto e presto Tokyo), una mostra fotografica a Covent Garden, uno studio tour (che dopo Londra arriverà in Giappone ed è stato completamente rivisitato a Hollywood), un negozio a New York, un parco a tema (The Wizarding World of Harry Potter in Florida, California e Giappone) e forse anche una serie (o più) per HBO Max. 

A 10 anni dalla fine della saga, la storia del fenomeno cinematografico di una generazione non è ancora finita.

Pergamena Minerva

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