L’intervista che segue è stata realizzata Mercoledì 8 Gennaio a Luca Miniero, una settimana circa dopo l’uscita di Un boss in salotto.

E’ parte di un progetto del Josephine Bistrot di Roma, che ogni Mercoledì alle 19 ospita conversazioni con grandi nomi del cinema italiano, condotte da Gabriele Niola e Glauco Almonte, a partire da quella parte del loro lavoro che si diffonde in rete, prendendo spunto dai video più visti e condivisi che li riguardano su YouTube.

 

 

La prima cosa che si capisce cercando “Luca Miniero” su YouTube è che non sei il regista star, decisamente. I primi risultati (escludendo interviste, videorecensioni e trailer) sono i tuoi due corti che hai fatto prima di diventare un professionista e non quel che mi aspettavo: una valanga di Benvenuti al Sud.

In un certo senso mi fa pure piacere, perchè diventare troppo noto fa sì che tu sia molto associato al prodotto e quando lo sbagli ti si ritorce contro. Secondo me il regista non deve essere conosciuto, anche perchè solitamente non ha la simpatia di un attore e quindi risulta distante. Insomma io preferisco farmi vedere il meno possibile. Tanto non lo vuole nessuno il regista!

Beh in alcuni casi ha una sua attrattiva, penso a “Il nuovo film di Gabriele Salvatores!”

Beh è proprio quello il timore, non voglio citare colleghi ma il regista star rischia di più di quello che fa parlare solo la sua opera. Tanto poi si scrive “dal regista di….” per portare più gente, ma comunque vale poco secondo, perchè alla fine conta solo il film. E soprattutto se non sei star non rischi l’effetto “No il film non lo vado a vedere perchè quello l’ho visto in tv e mi sta antipatico“.

Quindi tu ritieni che il grande successo nel primo weekend di Un boss in salotto (circa 4 milioni di euro) non sia dovuto all’averlo venduto come “Dal regista di Benvenuti al sud…”

No magari Benvenuti al Sud è così grosso da averci fatto gioco, ma di certo non è dovuto al mio nome. Del resto lo vedo giornalmente quando vado in banca o altro. Nessuno mi associa al film

 

 

Pensa che, sempre cercando Luca Miniero, il primo risultato relativo a Benvenuti al sud che porta il tuo nome è una clip di Antonio Fiorillo, una comparsa, postata sul suo canale. Una mera casualità quindi.

(ride)

 

 

E poi escono gli spot del PD che è un buon esempio del tuo passato da pubblicitario

Eh si. Ho fatto anche di meglio però eh…

Pensa che il PD era in vantaggio di 15 punti prima degli spot e poi l’ha persi tutti assieme alle elezioni. Non ne vado molto fiero e un po’ mi sento colpevole.

Però erano poco convenzionali per essere comunicazione politica, erano migliori della media

Scherzando dico sempre che erano gli ultimi momenti in cui il PD parlava di qualcosa.

Guardandoli sembra che visivamente sperimenti più con la pubblicità che con i tuoi film, che visivamente invece molto canonici…

Si questo lo faccio perchè penso che la mia commedia a livello di scenenggiatura sia al limite della farsa, sul comico spinto e cerco di tenere il resto molto realistico, senza sistemi cinematografici che la esaltino. Nella pubblicità invece si fa una commedia più realistica e uso più macchina a mano e una certa fotografia

 

 

Poi, andando a cercare invece film per film i tuoi lavori per il primo, Incantesimo napoletano, la clip più caricata è quella del professore di napoletano e seguendo questo filo ho visto che anche tra le clip più condivise e caricate di Benvenuti al sud c’è la lezione di napoletano e per Benvenuti al nord quella di milanese. La spiegazione del dialetto non solo piace molto ma ritorna tanto nei tuoi film

Rispetto al rapporto nord/sud io credo che sia un modo per me di parlare d’altro. Per esempio Un boss in salotto è il viaggio di due meridionali e il nord rimane sul fondo. Per me è un po’ come la tematica gay di un regista omosessuale, non racconta sempre quello semmai attraverso i gay parla d’altro, perchè quello è il suo mondo. E così è per me la dialettica nord-sud, è la mia condizione di emigrante rispetto a Napoli, è un punto di vista ingenuo e sincero rispetto a questa realtà di emigrante di questi tempi.

Beh in quest’ultimo film c’è qualcosa di ancora più serio, la camorra che viene esportata, cosa che non c’era in benvenuti al sud/nord. E’ un passo in avanti rispetto alle tue commedie?

La prima accusa a Benvenuti al sud fu proprio la negazione della presenza della Camorra, e sembrava scioccante proporre l’assenza della Camorra (smentita poco dopo dall’uccisione del sindaco di un paese lì vicino), insomma era sorprendente ed era a modo suo il suo messaggio.

Qui invece capovolgiamo il luogo comune della camorra come braccio armato, che invece è di più, è un’emergenza nazionale. E’ il versante meridionalista di questo film perchè sono punti di vista sul nord di una persona del sud. C’è anche un ritratto molto duro delle borghesia settentrionale.

E’ evidente però che ti piace molto giocare con il dialetto quand’è il momento di far ridere. Non solo le frasi ma anche tutta la teoria del dialetto. Del resto la comicità dialettale dalla fine del fascismo in poi tutti è usata da tutti i comici, eppure a te piace guardare dietro, come si costruisce

Si gioco molto con gli stereotipi nazionali, ma è anche per caratterizzare i personaggi, in Italia nessuno parla italiano e nelle mie commedie sarebbe assurdo che tutti lo parlassero, quindi è giusto secondo me parlare i dialetti e mi piace non avere dei colori globalizzati, perchè fa più ridere.

Anzi, si può dire che il tema del film sia la negazione del dialetto e quindi delle sue origini per adattarsi

Pensa che avevo un’amica fiorentina di origini siciliane che si chiamava Antonia ma si faceva chiamare Cristina [la stessa cosa che accade in Un boss in salotto ndr]. Alla stessa maniera anche Barbara D’Urso si chiama Carmela in realtà, per questo rido quando sento accuse di “non realismo” al film. Penso di fare un cinema che nella sua ingenuità e sincerità popolare ha un che di nuovo (poi ognuno parla bene del suo film eh!): parlare con il popolo senza stargli sopra ma allo stesso livello, senza dargli situazioni trite e ritrite (anche se poi se non sei trito ogni tanto non si ride) ma tenendo sempre la risata come faro, il tentativo che sempre non riesce è dare soluzioni comiche che non siano snob.

 

 

Poi arriva Nessun messaggio in segreteria. Avete beccato Pierfrancesco Favino, nello stesso anno di Romanzo Criminale, praticamente 5 minuti prima che esplodesse

E pure Valerio Mastandrea!

Giusto, ma dicevo Favino perchè poi la clip di maggiore successo di quel film riguarda Favino, è quella della riconsegna del VHS. E’ Un film molto strano per te (e Genovese con cui ancora lavoravi) e questa clip lo rappresenta bene…

Quello era il tentativo di fare una commedia sociale. Dovessi rigirarla oggi terrei molto meno caratterizzato il personaggio di Favino, lo terrei più vero e penso che penalizzò il film che poi fu prodotto male e distribuito male da Ricucci che fu arrestato proprio dopo le rirprese. Insomma non fu un film fortunato poi noi ci abbiamo messo il carico nostro.

Ma il film dopo è ancora più strano per voi

Si infatti è stato fatto su commissione

 

Si tratta di Questa notte è ancora nostra e non sembra per nulla nelle corde nè tue nè di Paolo Genovese. Tuttavia è l’unico però che su YouTube c’è intero dall’inizio alla fine, mentre le clip più condivise sono le canzoni. Questo marketing di un film che ha il titolo di una canzone, fatto attraverso la canzone, ti ha insegnato qualcosa?

Si ma anche in negativo. Era completamente diverso da Notte prima degli esami eppure fu però venduto come fosse il sequel, a partire dal titolo. Lo fece la Disney che da quel momento in poi non s’è più azzardata!

Era però il primo a raccontare gli italiani di seconda generazione…

Si quando lo riguardo ha una sua compattezza nonostante ci abbiamo lavorato 9 sceneggiatori (era la prima gag), i nostri, il team di Brizzi e ancora prima un documentarista che aveva studiato la comunità cinese a Roma.

Tuttavia prima di Benvenuti al sud era il mio maggior successo commerciale. Non lo riconosco particolarmente perchè non me ne frega molto della comunità cinese. Penso che non mi vengano bene i film senza sincerità, cioè conoscenza dell’argomento e esigenza di raccontarlo.

 

 

Passando finalmente al momento di Benvenuti al Sud, le cui clip su YouTube sono moltissime (c’è anche tutto diviso in parti) a parte la già citata lezione di napoletano di prima o anche un video titolato proprio “Una delle scene più divertenti” (che è la consegna della posta).

AHAHAHAHA! Non per chi l’ha caricato, proprio la più divertente in assoluto!?!

 

Si si, come fosse oggettivo. Ma scandagliando bene mi sono reso conto che c’è un personaggio che ha un successo che non è proporzionato al peso che ha nelle storie sia di Benvenuti al sud che di Benvenuti al Nord, cioè Scapece. Ci sono molti video e anche alcuni che montano tutte le sue scene in un “Il meglio di”. volevo capire com’è nato questo personaggio.

Lavorava al comune di Napoli con mio padre, si chiama Salvatore Misticò. Faceva il geometra e già in Incantesimo Napoletano puntando sempre su questo stesso gioco dialettale, assieme alla moglie traduceva dal torrese e insegnava alla bambina il napoletano. Poi l’ho voluto riproporre in Benvenuti perchè sapevo già che funzionava. Lui è sempre molto divertente, l’ho visto anche in Il principe abusivo e anche lì fa molto ridere e fa più o meno lo stesso ruolo. L’ho voluto mettere anche nel mio ultimo in una piccola parte [l’insegnante di inglese ndr]. Una cosa che una volta si faceva molto, usare così questi piccoli attori.

Mi piace riproporlo, porta molta fortuna, penso che lo userò ancora.

Come si lavora come un attore del genere, che immagino non abbia mai recitato?

Lui nasce cantante d’opera ma è un attore, ha fatto molto teatro e sa recitare, certo fa personaggi popolari ed è una macchietta ma spesso è più intonato di molti altri che non sono macchiette.

Quali sono i tuoi riferimenti attuali nella commedia, quali quelle recenti che ti piace vedere. Sia italiane che no?

Io prima di scrivere i miei film non vado a vedere Zalone perchè mi sento male fa troppo ridere e mi deprimo ma mi piace guardarlo dopo che esce il mio. Zalone sicuramente mi diverte di più, solo la storia sentimentale mi piace poco nei suoi film. Per gli altri trovo che ognuno abbia qualcosa di interessante ma non ho nessuno che mi piaccia sempre e idem se guardo al passato, non ho dei numi tutelari. Di Scola ad esempio mi piace qualcosa, Monicelli lo trovo troppo ideologico… Insomma non sono un esaltato della commedia come Brizzi. Mi ispiro più alla pubblicità inglese, quella forma di commedia che passa lì spesso mi piace più del cinema.

Zalone ha un modo di raccontare il contrasto tra il modo di vivere aspirazionale dei personaggi del sud quando si scontrano con il modo di vivere del nord. E’ questo che ti piace?

Mi sorprende sempre con le sue battute, meno con il linguaggio e i giochi di parole ma il suo essere trasgressivo (penso alla cena con gli arabi) mi ricorda Borat o Il dittatore che mi piacciono molto, mi diverte la sua capacità di essere sempre sorprendente e innovativo ma non amo per esempio la struttura narrativa dei suoi film.