Ha scritto quasi tutte le commedie di maggior incasso del cinema britannico da metà anni ‘90 ad oggi. E’ stata la persona che ha adattato Bridget Jones, che ha scritto (assieme a Rowan Atkinson) tutte le serie e i film di mr. Bean e che ha portato alla fama un certo modo di fare commedia con film come Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill. Ha poi esordito alla regia con il non proprio felicissimo (ma di gran successo) Love actually e ha proseguito con la miglior commedia nostalgica sul rock degli ultimi anni I love Radio Rock.

Il 7 Novembre potremo vedere nelle sale italiane l’ultimo film scritto e diretto da Richard Curtis, Questione di tempo. Un vero capolavoro del suo genere.

All’inglese di origini australiane con gli occhi piccoli e tondi abbiamo fatto un po’ di domande in occasione del tour promozionale romano.

 

 

Il tema del film sono i viaggi nel tempo, anche se in una forma molto particolare, utile a far emergere altro e non farlo sembrare un’opera di fantascienza…

Si in realtà è un anti-timetravel movie. Ho sempre saputo che per potersi adattare alla storia che avevo in mente il viaggio nel tempo dovesse essere estremamente limitato nelle sue possibilità, pieno di regole e paletti. E non nego che questo, assieme all’idea di farlo molto realistico (senza effetti particolari), è stato un ottimo modo per risparmiare.

Ma come le è venuta l’idea? Esiste un film giapponese di pochi anni fa (La ragazza che saltava nel tempo) che usa il medesimo espediente, i viaggi nel tempo, evitando la medesima trappola, diventare un film di fantascienza, per il medesimo fine, una storia romantica. Lo conosce?

No non lo conosco. Ma è una delle mie fissazioni da tempo l’idea che i giorni migliori, anzi i momenti migliori siano quelli più ordinari, non quelli straordinari che magari attendi una vita ma poi condividi con estranei. Penso che per essere davvero felice occorra saper esserlo con i propri cari e quindi volevo fare un film su questo: un giorno ordinario, con un uomo che si sveglia fa colazione e tutte le solite cose. Ma non riuscivo a farne una storia interessante, sarebbe venuto tipo Koyanisqaatsi. Al contrario con un protagonista che può scegliere di rivivere qualsiasi giornata e sceglie proprio quelle più ordinarie allora potevo avere un modo di arrivare lo stesso al mio obiettivo.

In Questioni di tempo sentiamo parecchie volte Il Mondo di Jimmy Fontana, si capisce che è un brano che lei conosce molto bene. E’ stato importante nella sua vita?

Quando ero giovane andammo in vacanza all'Elba con tutta la famiglia, era il 1965. Non c'era molto da fare all'Elba e spesso stavamo in piazza dal jukebox non faceva che uscire Il mondo che era diventata la nostra canzone preferita, ne comprammo 3 copie portandola a casa e risentendole di continuo. Ci sono così affezionato che quando stavo scrivendo una sit com su un ristorante italiano la volevo come sigla. È un peccato che non ne esista una versione internazionale nota cantata, da qualcuno come non so, Frank Sinatra.

Lei nasce sceneggiatore e tuttora scrive moltissimo, ogni tanto però dirige anche. Come sceglie quali film fare anche da regista?

Per me è sempre molto chiaro quali siano i film più personali, quelli a cui voglio essere davvero vicino e che del resto sento più vicini a me. Quei film li seguo per intero, ogni giorno. E’ stato così già da Quattro matrimoni e un funerale, di cui ho seguito tutto il casting (Hugh Grant fu il 70esimo attore che provinammo per la parte del protagonista!) fino anche al montaggio. Per questo finisco per essere odiato dai registi, perchè sono sempre lì e metto bocca su tutto con opinioni inamovibili. Dunque ho deciso di mettermi anche a dirigere questo tipo di progetti come forma di autodifesa, per evitare di essere ucciso dai miei registi e lentamente sto imparando il mestiere.

Ha quasi sempre scritto film romantici ma senza mai aderire alle classiche strutture e anche Questioni di tempo si distacca nettamente da qualsiasi cosa abbiamo già visto…

Io definisco i miei film dei film divertenti sull’amore e non delle commedie romantiche, perchè non rispondono a formule fisse. Le commedie romantiche solitamente sono fatte da persone che non sono interessati all'amore, mentre io lo sono e del resto tra i miei film romantici preferiti degli ultimi anni non ci  sono commedie romantiche. Io amo Lost in translation, Eternal sunshine of a spotless mind e 500 giorni insieme.

Con questo film poi ho realizzato che l'amore familiare è l'altra metà del cielo, dopo l'amore romantico e quello tra amici, perchè dopo gli anni del romanticismo quella è l'unica dimensione d'amore che conti.

Inoltre mentre realizzavo il film la mia famiglia è passata da 6 membri a 3. Quando mia madre stava morendo ho passato moltissimo tempo con lei scrivendo tutti i dettagli della sua vita (quando è arrivata in Inghilterra, quando ha incontrato la sua migliore amica ecc. ecc.). Quando poi è morta ho realizzato che paradossalmente non avevo video di lei e tutti quei fatti sono stati spazzati via. Quell'idea è quella della gioia delle cose ordinarie, come sia passare una giornata comune a fare le solite cose. Se potessi viaggiare indietro nel tempo tornerei ad un pasto familiare a caso del 1967.

Questa la sinossi ufficiale del film:

All’età di 21 anni, Tim Lake (Gleeson) scopre di essere in grado di viaggiare nel tempo …  

Dopo l’ennesima, deludente festa di Capodanno, il padre di Tim (Nighy) rivela a suo figlio che gli uomini della loro famiglia hanno sempre avuto il potere di viaggiare attraverso il tempo. Tim non può cambiare la storia ma può cambiare quel che accade e che è accaduto nella sua vita, perciò decide di rendere il suo mondo migliore … trovandosi una fidanzata.  Sfortunatamente questa impresa non sarà facile come potrebbe sembrare.

Giunto a Londra dalla Cornovaglia per diventare avvocato, Tim incontra la bella ma insicura Mary (McAdams). I due si innamorano,  ma per colpa di un fatale viaggio nel tempo, si allontanano per sempre. Ma si incontrano di nuovo, come se fosse la prima volta, e continuano ad  incontrarsi ancora … fino a quando, giocando d’astuzia contro il tempo, Tim riuscirà finalmente a conquistare il suo cuore.

Il giovane a quel punto usa il suo potere per dichiararsi romanticamente nel modo migliore, per tutelare il suo matrimonio dal peggiore discorso mai fatto da un testimone di nozze, per salvare il suo migliore amico da un disastro professionale e per riuscire ad arrivare in tempo in ospedale per far partorire sua moglie,  nonostante un terribile ingorgo di traffico ad Abbey Road.

Tuttavia, nel corso della sua insolita vita,  Tim  si rende conto che il suo dono straordinario non può preservarlo dalle sofferenze, e dagli alti e bassi che tutte le famiglie, ovunque, sperimentano. Sono grandi i limiti di ciò che un viaggio nel tempo può ottenere, senza contare che può rivelarsi alquanto pericoloso. Questione di Tempo è una commedia che parla dell’amore e del potere dei viaggi temporali e che insegna che in fondo, per vivere una vita piena e soddisfacente, non c’è bisogno di viaggiare nel tempo.