La recensione di La chimera, il nuovo film di Alice Rohrwacher presentato in concorso al festival di Cannes

Non ha mai bisogno di abbellire nulla Alice Rohrwacher, specialmente la campagna. La misteriosa particolarità delle sue immagini sta in un’estetica mai addolcita eppure sempre attraente. È con la luce del sole che dà il suo meglio, sempre così chiara e così vera da accecare (e ovviamente con Hélène Louvart, da sempre la sua direttrice della fotografia). Come non ha mai bisogno di abbellire i volti delle attrici che scova e riprende con una capacità che non ha niente di normale (si veda in Futura come cambiano i primi piani e come cambia lo sguardo quando entrano in gioco lei e le sue ragazze), sempre fuori dai canoni del cinema e al tempo stesso sempre dentro quelli di un’Italia tradizionale che nei film e nelle serie non esiste più da decenni. Volti da cui lei estrae momenti così autentici e spontanei da essere il mezzo e non il messaggio, cioè da essere significativi molto più...