La recensione di Monster, il film di Hirokazu Kore’eda presentato in concorso al Festival di Cannes

Qualsiasi uomo, donna o bambino, se guardato a fondo, se seguito a sufficienza può essere compreso. Lo diceva il neorealismo. E ogni volta che comprendiamo un essere umano comprendiamo anche una porzione di realtà, dice Hirokazu Kore’eda. Quello che rende questo regista uno tra i più sublimi al mondo non è certo la sua infallibilità (ne ha sbagliati di film e quelli impeccabili della sua filmografia sono un pugno) ma la maniera metodica e instancabile con cui inseguendo la sua visione di mondo osa, sperimenta, ricerca e tenta ad ogni nuovo film una maniera diversa di interagire con lo spettatore per mostrargli il mondo e l’umanità attraverso i suoi occhi. I suoi possono non essere film perfetti, e questo non lo è, ma sono film audaci che vogliono instaurare con lo spettatore un rapporto complicato. Sempre. 

Monster è studiato solo apparentemente come i film che rinarrano più ...