The Call, appena arrivato su Netflix dopo aver saltato la distribuzione in sala per i motivi che ben conoscete, viene catalogato sulla piattaforma di streaming non come “horror”, “thriller” o “fantasy”, tre termini che, ciascuno a modo loro, sarebbero adatti, ma semplicemente come “film coreano”.

Immaginiamo che sia un modo per alzare le mani e arrendersi da parte di chi si occupa di mettere i tag su Netflix, e che guardando The Call (guarda il trailer) ha cambiato idea almeno quattro volte nella prima ora: il film dell’esordiente Lee Chung-hyun ci mette parecchio a decidere esattamente che cosa vuole essere, e finché non lo fa si diverte a spiazzare e a sperimentare con generi e linguaggi. A conti fatti, “horror” è probabilmente il termine più adatto, ma arrivarci richiede un giro su uno dei lunapark più assurdi e opulenti del 2020.

The Call Park

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