Sottostimare i propri spettatori, rivolgersi a loro con atteggiamenti moralistici, è uno degli errori più grandi in cui può cadere un film, con la conseguenza che spesso il risultato finale è l’opposto di quanto prefissato. Come esempio, possiamo prendere Trafficante di virus: un racconto che porta alla luce problematiche attuali e urgenti con un intento didattico e una presa di posizione così sfacciati da risultare indigesto. Tratto liberamente dal libro di Ilaria Capua, narra la storia di Irene, una ricercatrice presso un importante istituto zooprofilattico italiano, dove lavora per affrontare epidemie dilaganti tra animali che potrebbero mettere in pericolo anche la salute degli esseri umani. Dopo aver vinto ancora una volta un bando e aver scoperto un nuovo vaccino contro l’influenza aviaria, decide di condividerlo con la comunità scientifica. Questo però la porta ad essere coinvolta in un’indagine che l’accusa di aver diffuso il virus tra gli esseri umani per poi trarre profitto d...