50 anni fa Arancia Meccanica sconvolgeva il mondo. Fosse stato fatto oggi Stanley Kubrick non si sarebbe trovato in una situazione tanto diversa da quella che l’ha convinto a togliere il proprio film dalla circolazione. 

La storia della censura di Arancia Meccanica è affascinante perché rispecchia esattamente ciò contro cui il film si premurava di puntare il dito. Alex e i drughi sono violenti che vengono violentati. Giovani criminali senza alibi che trovano nella società della correzione e della riabilitazione un meccanismo disumanizzante. A Kubrick (e a Burgess) facevano paura gli uomini robot. Alle istituzioni gli uomini fuori controllo. 

Agli inizi del 1972, quando il film iniziò il suo viaggio in Europa, nel Regno Unito il clima era effettivamente all’insegna della violenza. I troubles avevano attraversato il bloody sunday, le forze armate britanniche e l’IRA ingaggiavano scontri a fuoco. Sul finire degli anni ’60 iniziavano poi ad emergere le sottoculture giovanili, guardate con sospetto, e la voglia di cambiamento.

Nel frattempo il cinema sperimentava. Riuscì ad aumentare radicalmente la quantità di violenza delle sue opere. I registi erano più liberi, nuove generazioni che sperimentavano i confini del lecito. Mentre si osava sempre di più, l’attenzione dei commentatori e addirittura dei politici era rivolta con preoccupazione al fenomeno della violenza nei prodotti culturali. I giovani non conformi, sfuggiti dalle mani dei genitori (come ne L’Esorcista) facevano una dannata paura.

Arancia Meccanica

Arancia Meccanica fu raccontato dalla stampa con un grande dibattito più da bar che critico. Non per la tecnica ovviamente, bensì per la repulsione dell’argomento trattato e per i fenomeni di imitazione. Cecil Wilson condannò l’uso dello shock in un film che non ne avrebbe avuto bisogno. Roger Ebert, critico piuttosto sensibile al tema delle Video Nasties scrisse amaramente di Arancia Meccanica come “un pasticcio ideologico, una paranoica fantasia di destra mascherata da avvertimento orwelliano”. Accusa di celebrare il suo antieroe, mascherando la sua posizione dietro a una condanna del controllo della polizia. Che Alex sia violento solo perché la società non gli offre alternative è una scusa. 

In generale però, esclusi i dubbi etici, il plauso artistico fu quasi unanime con i critici di New York che lo elessero a film dell’anno. Qui iniziarono i guai.

Le condanne ad Arancia Meccanica

Arancia Meccanica non ebbe vita facile in America. Gli fu affibbiato il rating X (il massimo divieto) poi ritrattato in un comunque durissimo rating R con una riedizione tagliata di pochi secondi. La Legione Cattolica della Decenza condannò il film. Un fatto di grande importanza dato che il parere espresso vietava ai cattolici la visione (oltre che la circolazione del film nelle sale ad ispirazione religiosa). Ovunque andava l’opera scatenava allarmismo sociale a diversi livelli. Non era l’unico a farlo, ma colpiva particolarmente per via della sua carica politica e dei suoi giovani protagonisti. 

Nel Regno Unito il deputato laburista Edelman fece diventare il film un caso politico. Le arance meccaniche sono bombe ad orologeria, diceva. Una volta sventolata la bandiera dell’incitamento alla violenza giovanile, la valanga non si poteva più fermare. Quando un senzatetto venne picchiato fino alla morte da un sedicenne, si iniziò a diffondere la voce di una setta ispirata al film. In breve si diffusero avvistamenti di adolescenti vestiti da drughi. Una turista subì violenza da un gruppo di giovani che cantavano Singing in the Rain. 

Kubrick non sopportava di vedere il suo film al centro della cronaca. La figlia Christiane ha spiegato nel volume The Complete Kubrick che il padre si sentì insultato e ferito dalla reazione. Non voleva venire travisato o frainteso. Si prodigava a spiegare che il suo film “non fa fare alle persone qualcosa che non sono già capaci di fare”. Era infastidito dalla reazione eccessiva a una semplice forma d’arte.

Decise così, insieme al distributore Warner, di togliere dalla circolazione tutte le copie esistenti del film e non mostrarlo più. Sparì nella maggior parte dei paesi. In particolare in Gran Bretagna fu tolto per 25 anni, pur senza ricevere mai un divieto ufficiale. Il cinema Scala di Londra provò a mostrare il film nel 1992. Entrò in guai legali che lo costrinsero alla chiusura.

Se Arancia Meccanica fosse sugli schermi oggi

Giocando ad attualizzare l’uscita della pellicola si può immaginare un risultato non troppo diverso da quello ottenuto negli anni ’70. La potenza orrorifica visuale è decisamente diminuita. Lo stesso non accade con la sua potenza sul piano narrativo. Alex è ancora un personaggio sconvolgente, più che per quello che fa per quello che gli accade. Arancia Meccanica graffia ancora perché non prende posizione morale rispetto a quello che mette in scena e, se vogliamo attribuirgliene una, è più vicina a quella del suo antieroe.

Oggi Kubrick non avrebbe bisogno di cancellare Arancia Meccanica, perché sarebbe la rumorosa minoranza dei social a volerlo fare. Pestaggi, stupri, nudità, non fanno più scandalo. Siamo ormai assuefatti a livelli ben maggiori di shock visivo (meno al cinema, più nelle serie TV). La debolezza della nostra tolleranza moderna è nel dibattito etico. Riteniamo la provocazione inaccettabile per lo stesso motivo per cui negli anni ’70 si pensava lo fosse l’ostentazione della crudeltà. 

Arancia meccanica 50 anni

Siamo in un’epoca dove contano le affermazioni, molto meno le domande. Così non giudicare un criminale omicida, provare per lui tenerezza e infine addirittura comprensione è un esercizio mentale ritenuto pericoloso. Perché dal particolare Alex, si teme che si arrivi al generale: cioè a costruire alibi a chiunque faccia come lui. Prima si temeva che la violenza potesse essere emulata. Oggi si teme l’incertezza verso ciò che è causa e ciò che è effetto.

In Arancia Meccanica, è proprio questo secondo termine, che indica appunto un ingranaggio, a dare la chiave di lettura morale. Non c’è il bene e non c’è il male. Invece bisogna guardare alla società ritratta come a un meccanismo che schiaccia e plasma senza possibilità di controllo. I buoni cittadini, così come gli stupratori, sono figli dello stesso sistema. Fa paura anche solo a pronunciarlo, oggi. Eppure quella di Kubrick e Burgess è una profezia quasi realizzata. Basta guardare la scena della cura Ludovico per rendersene conto. 

La caverna con gli ingranaggi al posto delle ombre

Da almeno un decennio il cinema ha perso l’interesse sull’effetto della visione (l’ultimo grande film a riguardo fu Avatar). Di Alex seduto a osservare uno schermo ci importa meno il contenuto del filmato. Il punto, oggi, è la sua costrizione. Legato alla sedia, sottoposto a un flusso di informazioni che travolgono come un fiume in piena. La tortura di Alex è quella che per alcuni teorici del complotto viene subliminalmente inflitta dai poteri forti. 

In realtà oggi questa scena ci parla per l’impossibilità di difenderci. Nel flusso ininterrotto delle notizie, con un algoritmo che detta la dieta mediatica e plasma gli schemi di pensiero scegliendo per noi a cosa sottoporci, ci sentiamo travolti. 

Se Stanley Kubrick avesse potuto fare Arancia Meccanica a 50 anni di distanza avrebbe fatto parlare ancora di più, scandalizzando forse addirittura di più i giovani degli adulti. In questi anni di spasmodica ricerca dell’armonia, un prodotto artistico incendiario, così genuinamente offensivo contro la certezza del punto di vista “buono”, rischia di far crollare l’intera impalcatura che ci siamo costruiti. Invece Kubrick ci dice da mezzo secolo di stare attenti, che a furia di voler curare Alex come se fosse un ingranaggio rotto, si diventa i suoi aguzzini. Disumani come lui. Più di lui.

Le serie imperdibili

Classifiche consigliate