Spieghiamo meglio questa teoria, apparentemente bislacca, prendendo ad esempio i titoli citati in precedenza. Chi ha visto la seconda stagione di Lost, saprà che le risposte date ai molteplici interrogativi (come funziona l’isola? Come mai i nostri eroi sono isolati dal mondo? Qual è la forza misteriosa che li ha portati lì e perché?) sono state decisamente poche (anzi, forse sono aumentate le domande). Insomma, ventiquattro episodi in cui l’obiettivo sembra essere prolungare all’infinito l’attesa, piuttosto che soddisfare le normali regole di narrazione.

E che dire di Pirati dei Caraibi 2, che è semplicemente un’interminabile introduzione al terzo episodio, a tratti anche imbarazzante per l’inutilità delle scene proposte? Analogamente, c’è da temere per Harry Potter e l’Ordine della Fenice, considerando che il romanzo della Rowling riempiva più di 800 pagine con materia sufficiente forse per 150. Ma di esempi del genere ognuno può farne quanti ne vuole.

I problemi, a mio avviso, sono ...