Quando si parla di trovare il nuovo James Bond, una crisi che coinvolge il franchise ad intervalli regolari, non si fa riferimento solo a un volto, ma a un corpo. Quando arrivò Daniel Craig portò con sé una ventata di aria fresca nel franchise incagliato nell’esagerazione in CGI degli anni ’90. Un agente appesantito, con il fisico di un pugile. Capace di sedurre, ovvio, ma soprattutto di uccidere in un combattimento corpo a corpo. Il personaggio è stato costruito a partire dalla sua massa muscolare, dagli occhi penetranti dell’attore e dalle sue movenze più rigide, ma anche umane. 

In un lungo speciale di Esquire Simon Waterson, il personal trainer di Daniel Craig, spiega come ha plasmato James Bond per adeguarlo alla nuova era e racconta il devastante allenamento a cui si è sottoposto Craig. 

L’attore è arrivato al servizio di sua maestà all’età di 36 anni, ben più giovane di Pierce Brosnan in GoldenEye che all’epoca di anni ne aveva ben 42. Waterson spiega che Daniel Craig doveva incutere più timore del suo predecessore. Quando si sarebbe tolto la maglietta il pubblico non avrebbe dovuto pensare alla bellezza del suo aspetto, bensì al fatto che con quella forma fisica avrebbe potuto fare di tutto.

Nei film di 007 c’è storicamente anche un discorso sullo sguardo in continua evoluzione. James Bond è spesso visto con un occhio femminile, nonostante lui stesso si imponga come un modello per uomini, circondato da donne bellissime. È spesso svestito (molto più degli altri uomini al cinema), illuminato per emanare fascino. In Casinò Royale, il film più importante della nuova era, quello che ha adeguato il mito alla contemporaneità, la scena in cui James Bond cammina uscendo dall’acqua ricorda quella di Ursula Andress. 

Gli enormi muscoli, aggiunge Waterson, sono una sorta di strumento da lavoro. La sua presenza statuaria non è concepita come negli anni ’80 dove l’accumulo esagerato conferiva un’idea di forza. Su Daniel Craig occorreva un mix equilibrato tra potenza e agilità. Allo stesso modo anche i costumi dovevano esaltare la parte fisica. 

no time to die

Essere in ottima condizione atletica è servito anche per permettere all’attore di girare la maggior quantità di scene d’azione possibile. Come noto ha infatti eseguito in prima persona molti dei suoi stunt, ferendosi spesso. Nell’arco di cinque film sono numerose le cicatrici: otto punti in faccia dopo avere subìto un colpo, una lacerazione alla spalla, e una ferita alla falange di un dito durante Quantum of Solace. In Casino Royale si scheggiò due denti durante un combattimento. Per No Time To Die il prezzo da pagare è stata una caviglia fratturata. 

Dopo l’infortunio il compito dei personal trainer diventa quello di rimettere in forma la star nel minor tempo possibile. Nel caso di Daniel Craig era importante anche aiutarlo a sopportare le difficoltà del set. Le lunghe ore di ripresa, soprattutto nei momenti d’azione, richiedono un’attenzione costante per mantenere alte le performance per molto tempo. Tra una ripresa e l’altra lo aiutano a distendere i muscoli e a reintegrare le sostanze nutritive, proprio come si farebbe con un atleta. 

Il corpo di Daniel Craig è il prodotto della graduale richiesta di prestanza fisica del ruolo, aumentata nel corso degli anni. È molto diverso da quello di Sean Connery, e da tutti gli altri agenti 007. Ha una forma molto moderna, allineata con l’approccio sofferente e stanco delle ultime pellicole. Si è modificato anche di film in film sulla base di come fosse rilevante per il personaggio. Waterson racconta le scelte fatte: in Casino Royale il corpo era un mero strumento per agire e completare missioni. In Quantum of Solace aveva angoli più netti per una posa generalmente più elegante. In Skyfall invece è più appesantito e invecchiato, per poi riprendersi nei successivi. Il lavoro di allenamento è stato come quello di un artista che dipinge modificando le forme. 

Insomma, essere James Bond non si esaurisce sullo schermo, ma continua in infinite sessioni in palestra per anni ed anni, fino alla scadenza del contratto. Alcuni giornali scandalistici hanno riportato che per No Time To Die, le ore di allenamento in una giornata sono arrivate alla cifra esorbitante di 12. Probabilmente sono voci altamente esagerate, ma aiutano a capire come mai un ruolo di questo tipo sia da sempre così amato, ambito e anche temuto.

Fonte: Esquire

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