Al Giffoni Film Festival 2022 Francesco Alò ha incontrato Andrea Arcangeli, attore prolifico che ha parlato del suo viaggio nelle Filippine, delle sue ispirazioni e delle sue ambizioni.

Video: Andrea Storzillo

Il suo sogno nel cassetto? Interpretare un direttore d’orchestra: “Sono figure che mi ha sempre affascinato, sono personaggi travolgenti e a loro modo hanno fatto la storia. Poi a me piace molto ascoltare la musica classica”. Andrea Arcangeli, classe 1993, ha raggiunto il successo con la serie Sky “Romulus” della quale sono terminate le riprese della seconda stagione che vedremo prossimamente e nel 2021 è stato protagonista del film Netflix “Il Divin Codino” nel ruolo di Roberto Baggio, ma nel suo curriculum c’è anche la partecipazione alla serie “Trust”, di produzione statunitense e diretta dal mito Danny Boyle. Per la seconda volta a Giffoni, l’attore di origini abruzzesi ha incontrato i giffoner in sala Truffaut per raccontarsi.

“Questo è un festival speciale, diverso dagli altri – ha detto – perciò ci vengo volentieri ogni volta che mi invitano”. Tante le domande ricevute sulla sua interpretazione di uno dei calciatori più popolari del Paese: “E’ stata una bella sfida – confessa – All’inizio ero abbastanza intimorito perché temevo di non riuscire ad incarnare quello che per gli italiani ha rappresentato un mito. E così ho iniziato a lavorare con cinque sei mesi di anticipo per prepararmi non solo sulla sua fisicità, ma per entrare nella sua vita. Alla fine l’esperienza umana ha preso il sopravvento”. Baggio è stato, per così dire, ai bordi del set, perché “non ha mai cercato di mettere bocca o di prevaricare. Abbiamo trascorso diversi week end insieme a parlare della vita e del buddismo che com’è noto ha forgiato la sua esistenza a partire dai diciassette anni. Anche per questo è stata una esperienza immersiva e travolgente. Non nascondo che tante volte sono entrato in crisi perché non mi sentivo all’altezza, ma poi ho capito che era una grande opportunità”.
Viceversa Romulus è stata una esperienza “pesante, anzi devastante, ma che rifarei altre mille volte. In questo caso c’è stato un lavoro molto intenso sul fisico. Camminare per i boschi a piedi, sentire la terra tra le mani mi ha aiutato a proiettarmi indietro nel tempo in un’epoca lontanissima. E questo lo ritengo un privilegio enorme”. E Danny Boyle? “Una delle persone più umili che abbia mai conosciuto. Mi ha messo a mio agio fin dall’inizio. Per me è un mito. Quando ho saputo di far parte del cast ero fuori dai panni per la gioia”.
Quest’anno ha girato il film d’esordio di Matteo Fresi “Il muto di Gallura”, per Fandango, ed è il protagonista nel film “La Donna per me” diretto da Marco Martani, per Lucky Red. A chi gli ha chiesto del tema dell’edizione di #Giffoni2022, dedicata appunto agli invisibili, Arcangeli ha detto: “Essere invisibili ha una doppia valenza. Alle volte essere invisibile agli altri ti permette di essere più visibile ai tuoi occhi. Ma quando parliamo di situazioni borderline, di persone ai margini della società alle quali viene negato il diritto di parola, allora il discorso cambia. C’è un’umanità che non viene considerata abbastanza o per nulla e questo ci fa perdere delle opportunità. Dovremmo imparare ad immaginarci come un unico popolo, essere più trasparenti e non avere barriere”. Infine un monito ai ragazzi: “Non spaventatevi se vi sentite insicuri e inadeguati. E’ una cosa che appartiene anche a me e deve essere una propulsione a fare meglio, alzando l’asticella fino al punto in cui arrivi ad essere in pace con te stesso”.