The Legend of Zelda: Breath of the Wild | Giochi del Decennio #1
Non si può rimanere indifferenti di fronte a The Legend of Zelda: Breath of the Wild, il pieno compimento di una delle più grandi serie di tutti tempi
In realtà tutto quanto ci sarebbe da dire riguardo The Legend of Zelda: Breath of the Wild sta già nel titolo della nostra recensione che, nel marzo del 2017, ne accompagnò l'uscita. Perché è ancora vero, persino oggi, a due anni e mezzo di distanza e con vari congeneri pubblicati nel mentre, che tornare indietro è impossibile e fare di meglio è impensabile.
Qualcuno ha affermato che senza i sacrari, quei tantissimi, piccoli templi nei quali affrontare sessioni di gioco concettualmente vicine ai dungeon delle precedenti iterazioni della serie, il mondo di Breath of the Wild sarebbe vuoto. Prima di tutto non è vero, perché è lo stesso pieno di luoghi significativi sia dal punto di vista del racconto (a proposito, ci troviamo di fronte a uno degli esempi più straordinari di narrazione ambientale mai visti in un videogioco) che ludico, e poi i sacrari ci sono, vanno considerati eccome, sono quanto, insieme all'interno dei Colossi Sacri, sia di più vicino alle dinamiche della saga. Perché il resto è quasi del tutto nuovo, partendo da quella componente ruolistica legata ai molteplici equipaggiamenti.
Non si può rimanere indifferenti di fronte al pieno compimento della visione dietro una delle più grandi saghe videoludiche di tutti tempi, e per questo Breath of the Wild non è solo tra i migliori videogiochi del decennio che si appresta a concludersi, ma è una delle opere più importanti della storia videoludica tutta.
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