Recentemente abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Francesco Artibani, prolifico sceneggiatore di fumetti attivo su più fronti, che ci ha raccontato cosa bolle in pentola per quanto riguarda le storie Disney e i suoi progetti futuri dedicati a Lupo Alberto e Monster Allergy Evolution.

 

Ciao, Francesco e bentornato su BadComics.it!
Cominciamo dalle storie Disney realizzate per il ciclo “Comics & Science”: come avviene la fase di documentazione per questi racconti basati su elementi reali? Quanto dura questo processo? Ci sono altre differenze nella scrittura della sceneggiatura rispetto alle storie “di pura finzione”?

L'AltroTopo 4Sono storie per le quali ricorriamo alla consulenza di scienziati ed esperti e dunque tutta la documentazione raccolta passa per un doppio controllo, quello redazionale e quello tecnico.

Per quello che mi riguarda è molto divertente mescolare la parte disneyana a quella realistica portando la divulgazione scientifica sulle pagine di “Topolino”. Poter lavorare con Carlo Rovelli, l’astrofisico Amedeo Balbi o parlare di geometria ed Eulero con il professor Alberto Saracco è un’esperienza arricchente.

Sul fronte della scrittura non ci sono particolari difficoltà e differenze rispetto una storia tradizionale. Solo i tempi di realizzazione sono leggermente più lunghi per permettere la raccolta di documentazione e la giusta preparazione (tempi ai quali bisogna aggiungere quelli legati agli scambi di messaggi e materiali con gli scienziati coinvolti). In ogni caso, questo genere di racconti ci ricorda una volta di più quanto siano duttili e universali i personaggi disneyani.

Sfogliando l’ultimo numero di “L’Altro Topo” che raccoglie storie Disney di “Comics & Science”, o il primo numero dedicato alla Storia, ho pensato che sarebbero prodotti di edutainment perfetti per degli scolari delle elementari. Allo stesso modo, recentemente sono usciti volumi come “C’è spazio per tutti” di Leo Ortolani e “Non stancarti di andare” di Stefano Turconi e Teresa Radice, ideali per fare divulgazione scientifica e mostrare la situazione siriana a studenti delle medie o liceali. Negli ultimi anni, il Fumetto in Italia ha fatto passi da gigante ottenendo grande visibilità nelle librerie di varia, pensi che un giorno sarà possibile vederlo anche sui banchi di scuola?

Per ora il Fumetto è entrato stabilmente nei volumi di narrativa e nelle antologie. Vedere gli albi e i volumi nelle aule è un sogno non irrealizzabile, ma per concretizzarlo servono insegnanti illuminati e, soprattutto, programmi ministeriali in grado di gestire la materia in modo adeguato. Voglio restare ottimista e crederci, sarebbe una bella occasione per riavvicinare il pubblico dei più giovani alla lettura dei fumetti.

Qualche giorno fa, Fabio Celoni ha pubblicato una “prova tecnica di trasmissione” dedicata alla “Divina Commedia” in chiave Disney. All’ARF avevi dichiarato di voler realizzare dei sequel de “L’Inferno di Topolino” incentrati su Purgatorio e Paradiso: avete iniziato a lavorare assieme su queste storie?

No, non stiamo lavorando insieme. Non so a quale progetto si riferisca il materiale di Fabio ma sul fronte della “Divina Commedia” non ho mosso un dito e non ci sono novità – e per quello che mi riguarda al momento non ce ne saranno.

Mentre per quanto riguarda l’adattamento de “Il mago di Oz” realizzato con Paolo Mottura? Quando potremo leggerlo?

Sarebbe bello concretizzarlo nel corso del 2018. Se i programmi editoriali saranno confermati potrei cominciare a scriverlo tra qualche mese.

I nostri lettori ci odierebbero se non ti chiedessimo nulla su “PK”. Ma immaginiamo tu non voglia svelare molto dell’ultima storia… né noi vogliamo troppe anticipazioni! Cosa possiamo aspettarci da quest’ultimo capitolo scritto da te per la saga del Papero Mascherato?

Sarà un gran finale che sistemerà alcuni elementi lasciati in sospeso rimettendo le cose in ordine – ma non esattamente nello stesso ordine in cui io e Lorenzo Pastrovicchio le avevamo trovate nel 2014, quando siamo tornati in scena con PK e il suo mondo.

Sarà una storia abbondante, con cinque puntate estremamente spettacolari in cui – lo vedrete a marzo – troverete un Pastrovicchio assolutamente kirbyano (nel senso di Jack, non la palla rosa di Nintendo). È il mio giro di campo finale, speriamo di non inciampare. E se anche succedesse, per me sarà stato bello comunque.

Qualche giorno fa, su Facebook hai rivelato di essere al lavoro con Lorenzo Pastrovicchio su una serie di adattamenti di romanzi di Jules Verne. Possiamo aspettarci storie immerse in un mondo steampunk, un’estetica tanto apprezzata negli ultimi anni?

Dopo una piccola parentesi su Pluto, questo sarà il nostro prossimo progetto. Non sarà particolarmente steampunk, ma sicuramente ci saranno dei rimandi a quelle atmosfere e a quell’immaginario.

Anche qui ci auguriamo – programmi editoriali permettendo – di poter uscire con le prime storie nel corso del nuovo anno. La speranza è quella di poter cominciare una volta archiviato Pikappa, quindi all’inizio del nuovo anno.

Noto che il tema della speranza sta ricorrendo troppo spesso in questa chiacchierata ma questo è un lavoro dalle limitate certezze.

Da qualche settimana è disponibile il primo numero di “Lupo Magazine”, nel quale abbiamo finalmente visto un ritorno in grande stile delle storie inedite di Lupo Alberto. Possiamo sperare di rivederti al lavoro sul personaggio?

Con Silver ne ho parlato e non vediamo l’ora di ricominciare a lavorare insieme sul Lupo. È molto interessante questa formula con i numeri tematici, permette di creare racconti di tagli e lunghezze diverse, con lunghe avventure di ampio respiro.

L’ultima cosa che ho scritto per Lupo Alberto è “Materia oscura”, una storia speciale disegnata da Silver per il progetto Comic & Science, curato da Andrea Plazzi e Roberto Natalini, però mi piacerebbe davvero tornare alle atmosfere classiche della fattoria McKenzie.

”Monster Allergy Evolution” sta portando avanti in modo ormai regolare il fumetto a cadenza annuale. Cosa cambia nella tua sceneggiatura sapendo che per il lettore passerà un anno invece di un mese tra la lettura di un episodio e l’altro?

Monster Allergy Evolution vol. 2: La valle dei BombiCon Katja Centomo, con cui scrivo tutte le storie, cerchiamo di inserire degli elementi forti in grado di reggere ai tempi di attesa. La morte di Bombo alla fine di “Domulacrum” è sicuramente servita a tenere agganciato il lettore fino al volume successivo.

All’interno di un episodio autoconclusivo è dunque importante prevedere qualcosa che catturi il lettore, un elemento di curiosità, che si faccia ricordare. Non necessariamente deve trattarsi di qualcosa di drammatico o forte; anche la nuova vita di Zick ed Elena all’università funziona bene in termini di interesse.

Le nuove trame continuano a contenere gli stessi elementi di avventura, comicità e assurdità varia che hanno caratterizzato tutti i precedenti episodi e su questa struttura collaudata ora possiamo aggiungere i siparietti legati alla nuova vita da adulti dei due protagonisti, uno sviluppo che ci diverte molto (e speriamo, come si dice, che possa divertire anche il pubblico).

Il finale di “La valle dei Bombi” suggerisce sviluppi futuri… ma anche in questo caso la periodicità diversa dalla serie originale avrà cambiato le carte in tavola: se con “Monster Allergy” un ciclo di dodici capitoli si concludeva in un anno, lo stesso in “Evolution” richiederebbe molto più tempo. Quale struttura pensate di dare alla serie in futuro? C’è un numero di episodi che avete più o meno stabilito, c’è una macro-storia a lungo termine che avete ideato, oppure – per non rischiare una nuova interruzione – per ogni numero vi mettete al lavoro da zero sugli elementi che avete seminato negli episodi precedenti?

Abbiamo in mente una serie di novità e di sviluppi molto precisi, e con Tunué – che fa tantissimo per sostenere la serie e diffonderla anche all’estero con nuove edizioni – l’obiettivo è quello di poter passare presto a un altro tipo di periodicità, così da poter proporre più storie nell’arco dell’anno.

Per quello che riguarda me e Katja, impostiamo comunque delle nuove trame su misura, senza fare il fatidico passo più lungo della gamba e rischiare di lasciare tronco un ciclo di avventure. Tra i tanti pregi di Tunué c’è quello della concretezza: fanno quello per cui si impegnano e lo fanno al meglio delle loro possibilità, nel rispetto dei loro lettori. Tra tutte le cose che potranno accadere, non capiterà di non sapere come una storia va a finire.