Tutto o quasi quel che avreste voluto sapere sulla notizia della settimana, ovvero il passaggio in esclusiva di Brian Michael Bendis, dopo diciassette anni di Marvel, alla DC Comics. Iniziamo dalle dichiarazioni rilasciate in merito dallo sceneggiatore stesso, raccolte dal New York Times.

 

Nessun risentimento nei confronti della Marvel. Sono amici e sono profondamente innamorato delle persone con cui ho lavorato, perché sono grandiosi e adoro il fatto che siano così di supporto.

 

Bendis ha spiegato di essere cresciuto a Cleveland, il luogo in cui sono nati i creatori di Superman e di essere un grande fan anche dei personaggi della DC.

 

Da tempo mi chiedevo se per caso non mi stessi ripetendo nelle mie storie e fosse il momento di un cambiamento. Inoltre volevo contribuire a mettere in dubbio questa folle contesa tra DC e Marvel che esiste tra i fan.

 

In effetti, la reazione della Marvel Comics alla notizia è stata quantomai pacata. Ecco il comunicato ufficiale:

 

Brian  è un grande collega e ha contribuito in maniera incredibile alle storie e ai personaggi dell’Universo Marvel nel corso degli anni. Apprezziamo la sua creatività e la sua professionalità e gli auguriamo il meglio possibile per i suoi prossimi progetti.

 

Tuttavia, secondo Rich Johnston di Bleeding Cool, ci sono anche altre ragioni dietro l’abbandono di Bendis della Casa delle Idee, che da quasi un ventennio lo considerava uno dei suoi grandi saggi e una delle sue firme di punta. Vi riportiamo le considerazioni di Johnston con beneficio di inventario.

 

I titoli scritti da Bendis non avevano più grandi numeri come un tempo e alcuni di loro erano stranamente in ritardo. Il suo contratto era in scadenza e la prospettiva di un aumento di stipendio poco probabile. Il comitato creativo della Marvel, in cui l’autore era una voce influente per quanto riguarda i film, dacché Kevin Feige e i Marvel Studios hanno smesso di far riferimento a Ike Perlmutter, non aveva più peso. Bendis, che ha scritto ad esempio la scena post-crediti del primo Iron Man, non aveva più voce in capitolo in quel campo. Aveva scritto più o meno ogni personaggio Marvel che gli interessasse e non c’è speranza di vedere, in questo momento, una serie sui Fantastici Quattro.

Quindi, ecco il summit degli scrittori della Marvel, poco prima del New York Comic Con. Abbiamo parlato di quanto si sia discusso dell’aumento di diversità tra i personaggi della casa editrice e di come fare per porre rimedio al modo negativo con cui è stato accolto a un certo punto. Mi dicono che Bendis, creatore di Miles Morales e Riri Williams, fosse in pesante disaccordo con David Gabriel sull’argomento. Mi dicono che sia stato deciso che la serie chiamata semplicemente Spider-Man sarebbe stata dedicata, nel 2018, a Peter Parker, mentre il titolo Miles Morales: Spider-Man sarebbe tornato in auge. Una battaglia che Bendis era convinto di aver già vinto in vista di Marvel Legacy.

Mi dicono che in diverse occasioni Gabriel abbia detto a Bendis che la diversità non vende. Una controbattuta intelligente sarebbe che, a parte Amazing Spider-Man di Dan Slott e le serie dedicate a Star Wars, ben poche cose lo fanno. Ora, voglio che sia chiaro che questo litigio e questa contesa non sono il motivo per cui Bendis ha lasciato, ma sono parte di un malcontento più generalizzato. Bendis stava perdendo mordente, nessuno dei suoi amici era intorno a lui, era tempo di lasciare il palcoscenico e cercarsi nuovi riflettori. E, probabilmente, ottenere un aumento nel processo.

 

La domanda più interessante che Johnston ci fa riguarda il peso politico e l’influenza personale di Bendis, che ha molti collaboratori pronti a seguirlo, nomi di peso. Chi lo farà? Sara Pichelli? David Marquez? Stefano Caselli? Romita Jr. ha già saltato il fosso, così come Olivier Coipel. Alex Maleev potrebbe farlo a breve, essendo senza contratto. Chissà.

 

Fonti: NY Times | Bleeding Cool | Comic Book Resources