Justice League of America #23, copertina di Doug Mahnke

Promethea, protagonista della celebrata serie omonima ideata alla fine degli anni ’90 da Alan Moore e J.H. Williams III per l’etichetta America’s Best Comics della WildStorm, ha di recente fatto ritorno sulle pagine di Justice League of America #23, di Steve OrlandoNeil Edwards e Daniel Henriques.

Nella seconda parte della saga intitolata The Queen of Fables, infatti, la nuova JLA ha dovuto fronteggiare il ritorno in scena dell’avversario che dà il titolo alla storia, creato da Mark Waid e Bryan Hitch circa vent’anni fa nel corso della loro gestione sul titolo.

Nelle storie attuali, la Regina delle Fiabe ha sconfitto senza troppe difficoltà il team di supereroi, minacciando in seguito di distruggere il tessuto stesso della realtà. Fortunatamente c’é ancora qualcuno in grado di impedire la vittoria della super criminale: Promethea, che con questa apparizione entra ufficialmente a fare parte dell’Universo DC.

L’introduzione di questo storico personaggio ha senso a livello narrativo: il piano della Regina delle Fiabe, originaria di un mondo fantastico dove i protagonisti delle più celebri opere di finzione esistono e interagiscono tra loro (sulla falsariga di Fables), ruota attorno all’accesso al piano dell’Immateria, dimensione onirica di cui Promethea è una sorta di guardiana.

Resta ora da capire se l’avatar umano della Promethea apparsa sulle pagine di Justice League of America #23 sia proprio Sophie Bangs, protagonista della serie originale, o se questa versione del personaggio sia legata a un’altra donna.

Williams III, artista di Sandman: Overture e Batwoman, ha recentemente manifestato via Twitter la propria amarezza derivante dall’aver appreso tramite il portale Bleeding Cool che il suo personaggio sarebbe tornato in scena in una serie DC Comics:

 

Dunque, tutto ciò senza che qualcuno mi concedesse la dignità di apprenderlo attraverso i giusti canali. Non l’ho portato all’attenzione di Alan [Moore], e dubito che anche lui ne sapesse qualcosa, fino ad ora.

Al di là di ciò, in buona coscienza, non posso giustificare quanto accaduto, in qualsiasi forma.

 

Ricevendo il sostegno di molti utenti, tra i quali lo sceneggiatore Kurt Busiek, Williams III ha poi rincarato la dose:

 

Grazie. Sto facendo del mio meglio per restare calmo sotto l’aspetto professionale. Ma al momento sono piuttosto nervoso.

Non va bene. A prescindere dalle intenzioni del team creativo, la DC ha di nuovo agito con impunità. E dubito che lo stesso team ne sia al corrente: quindi, loro non dovrebbero essere rimproverati per quanto è successo.

 

Soffermiamoci per un momento sulla frase “la DC ha di nuovo agito con impunità”. Questo presuppone che non sia la prima volta che la casa editrice di Burbank vada a utilizzare determinati personaggi “sensibili” senza il consenso dei creatori né prendendosi il disturbo di avvisarli.

Effettivamente, qualcosa del genere si è verificato – seppur con minor clamore mediatico – circa quattro mesi fa, quando l’artista Chris Sprouse (Thors, S.H.I.E.L.D.) ha condiviso via Facebook la sua reazione sorpresa alla notizia dell’inclusione dei personaggi di Tom Strong (altra pubblicazione ABC) nel cast dell’imminente serie DC Comics The Terrifics, firmata da Jeff Lemire e Ivan Reis:

 

Qualcuno che lavora alla/per la DC può darmi delucidazioni in merito?

 

Immancabilmente, la domanda di Sprouse è rimasta senza risposta.

Concludendo, vi ricordiamo che i protagonisti delle serie America’s Best Comics sono “creator-partecipant”, non “creator-owned”: se nel secondo caso sono i creatori dei personaggi a conservarne tutti i diritti, “prestandoli” di volta in volta alla casa editrice licenziataria, nel primo vi è una compartecipazione – non molto chiara – tra autori ed editore relativa ai diritti dei personaggi.

Al di là degli aspetti legali della vicenda – di cui non siamo a conoscenza – è indubbio che il comportamento tenuto dalla DC Comics sia senza dubbio discutibile.

Vi terremo aggiornati in caso di ulteriori sviluppi.

 

 

The Terrifics #1, copertina di Ivan Reis

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: CBR