Zoe Quinn e Robbi Rodriguez (Spider-Gwen) sono il team creativo di Goddess Mode, uno dei titoli Vertigo su cui l’etichetta più adulta e autoriale della DC Comics punta per il prossimo anno. Il titolo esordisce il prossimo 12 dicembre negli Stati Uniti e racconterà una storia di Fantascienza antropologica, in cui una potente intelligenza artificiale sembra ormai provvedere a tutti i bisogni dell’umanità. Ma non è tutto chiaro e cristallino nel mondo digitale che si stende al di sotto di quello visibile ad occhio nudo…

La Quinn, già scrittrice e romanziera candidata al premio Hugo, ha risposto ad alcune domande di Comic Book Resources.

 

Goddess Mode #1, copertina di Robbi Rodriguez

Ancora non mi rendo conto del fatto che questo progetto sia realtà. Mi sento come se fossi capitata qui per caso, devo aver picchiato la testa ed essere finita in una versione fighissima del coma, da cui prima o poi mi sveglierò. Sono sorpresa del fatto che un sacco di gente sia entusiasta dell’annuncio della serie.

Una delle cose che sto adorando di questa esperienza è il processo creativo, il fatto di vedere le tavole che mi arrivano da Robbi e da Rico Renzi. Sono meravigliose e, ogni volta, mi stupisco del fatto che siano roba che ho immaginato io. Mi sento come se fossi di nuovo ventenne, in quella mia orribile band di ragazze ribelli, a improvvisare con gli strumenti. Lo adoro.

Scrivere fumetti è un po’ come scambiarsi un messaggio tra di noi. Sono felice di imparare a gestire lo stile di Robbi, a capire quando si diverte o meno a disegnare una tavola, cosa posso dargli in pasto, parlare il suo linguaggio. Questo scambio con lui è una gioia, perché siamo tutti e due degli strambi un po’ punk, quindi se gli butto lì delle citazioni dei Siouxies and the Banshees e mi capisce. O da un certo periodo di Madonna. Trarre spunto dai gusti musicali che condividiamo per il design dei personaggi e avere un linguaggio in comune è divertentissimo.

Sarà strano, ma non vedo l’ora di vedere come il web reagirà al primo numero. Le tavole di Robbi sono così meravigliose che mi lasciano a bocca aperta. Sono davvero felice del fatto che gente così talentuosa lavori al mio progetto. Potrei chiacchierare con i miei colleghi per intere giornate, perché sono davvero orgogliosa di tutti loro.

 

Magia e tecnologia si fonderanno nella storia di Goddess Mode, la quale, secondo la Quinn, dovrebbe essere letta da chiunque si senta confuso e perduto, ma, invece di disperarsi, cerchi il modo di uscire nel mondo e lottare in qualche modo. Chiunque non si lasci fermare dal fatto di essere una persona rotta dentro, piena di difetti, incasinata e cerchi di comunicare meglio, di mettere le cose a posto prima della fine del mondo.

 

Goddess Mode #1, variant cover di Stjepan Sejic

Credo che ogni autore metta nei personaggi un po’ di se stesso. Che sia una parte di te, tipo la tua paura, ansia o speranza, oppure un misto di tutti gli elementi che pensi ti appartengano, non importa. Potrebbero essere i vari modi in cui litigo con me stessa, oppure altre persone che ho conosciuto nei miei anni di attivismo, oppure la mia fatica nel lavorare con chi non mi capisce o non va d’accordo con me. Oppure persone su cui mi sono sbagliata e da cui alla fine ho imparato qualcosa. Nei miei personaggi metto i miei sentimenti. Non tanto per cercare redenzione, ma tentando di fare ordine in tutto quel che ho dentro di incasinato. E immaginare il futuro, per me, non è per forza creare un mondo futuristico, ma uno in cui c’è più speranza, uno più gentile e pietoso con tutti.

Non so come fare in modo che tutti al mondo lavorino assieme per uno scopo comune, ma cavoli se voglio provarci. E, diamine, so che un sacco di brava gente fa del suo meglio e conosco un sacco di persone che hanno paura di cominciare a darsi da fare e non sanno da dove partire. Voglio dire a tutti loro che va bene fare un tentativo, che va bene anche fallire. Troviamo insieme un modo in cui fallire senza ridurci a piccole pile di cenere bruciacchiata che verrà spazzata via dal vento.

La Vertigo è sempre stata un luogo di esperimenti e di sovversione. Per me, essere sovversivi nel 2018 significa continuare a sperare. Oggi come oggi sarebbe semplicissimo lasciarsi schiacciare dalle cose, e credo che sia anche la maniera migliore per essere sconfitti. Io cerco, in maniera consapevole di dire alla gente che non vale la pena di arrendersi. Che sentirsi fottuti va benissimo. Siamo stati tutti fottuti, nell’ultimo periodo. Tutti siamo in cerca di risposte. Non le abbiamo. Siamo fottuti. Ma non possiamo lasciare che questo ci fermi.

 

Progettare poteri magici è una delle grandi gioie della Quinn. Cita un personaggio che ha il potere di conoscere i sentimenti e i pensieri delle masse. Il protagonista principale ha poteri legati alla spazzatura.

La sceneggiatrice dice di essersi permessa di essere incredibilmente astratta, in alcune delle sue descrizioni, perché la sua fiducia nella capacità di Rodriguez di dar forma visiva alle idee è sconfinata.

Una delle cose più complesse da afferrare della scrittura a fumetti, per lei, è invece la loro natura episodica, pur nel raccontare una trama di lungo respiro. Gestire le chiuse e i tempi dei singoli albi è qualcosa che ancora la Quinn sta imparando a fare.

 

 

 

Fonti: Comic Book Resources | Comicosity