Garth Ennis è stato uno degli scrittori di fumetti più chiacchierati degli ultimi mesi grazie al successo in TV di The Boys, adattamento targato Prime Video della sua serie iconoclasta e violenta targata Dynamite.

Comic Book Resources ha raggiunto lo sceneggiatore britannico e ha parlato con lui di questo e altri argomenti, tra cui Preacher, il suo titolo più famoso, e il suo rapporto particolare con il personaggio di Punisher.

 

The Boys Deluxe 1 su Anteprima

Ennis – Credo che l’elemento di The Boys che ha reso lo show un successo presso il pubblico di oggi sia la malvagità che contiene, un frutto decisamente diffuso nel mondo che vediamo attorno a noi: la sensazione che tutti quanti siano sporchi e che l’unica scelta che rimane sia tra lo status quo pieno di corruzione o un mondo nuovo e del tutto folle. Che si voglia vivere in un mondo di prima del 2016 o dopo il 2016, insomma.

Cosa rende Billy Butcher il mio personaggio preferito di sempre? Amo il suo senso dell’umorismo, ma soprattutto trovo che sia la perfetta incarnazione di uno dei miei sospetti più duraturi nei confronti del mondo. Ovvero che le brave persone siano efficaci solo fino a un certo punto e che, quando il gioco si fa duro, ci voglia un cattivo per salvarci tutti quanti. Oppure, come direbbe Horace Walpole, nessuna nazione è mai stata salvata da un brav’uomo, perché i bravi uomini non sono disposti a spingersi abbastanza lontano da fare quel che serve. Il problema è che non so dove possiamo trovare il bastardo di cui il mondo avrebbe bisogno in questo momento.

Karl Urban è stato davvero perfetto, come tutti quanti gli attori. I personaggi aggiunti dalla sceneggiatura o cambiati rispetto alla mia serie funzionano tutti molto bene. Tra i secondi direi che i migliori sono il Patriota e Annie January. Nel creare il primo, ho cercato di dare ai lettori la sensazione che, sotto quelle buone maniere da brava persona vecchio stile e la sua sincerità spontanea ed esibita ci sia sempre la minaccia rappresentata da qualcuno che può tagliarti in due semplicemente guardandoti. Un fattore che Anthony Starr ha reso alla perfezione, tra l’altro.

 

Garth Ennis ha anche parlato di Preacher, che a differenza di The Boys ha recentemente visto la propria serie TV giungere a conclusione:

 

Preacher

Ennis – Credo che abbia avuto i suoi buoni momenti. Sono il primo ad ammettere che non ha avuto la forza di essere epocale, ma va anche ammesso che arrivare a quattro stagioni non è male, di questi tempi. Grande cast, grandi registi, gran design dei personaggi. La scrittura è andata un po’ con il vento, ma è abbastanza naturale anche per serie migliori.

Per quanto riguarda il fumetto, sono felice di poter dire che gli voglio bene come ho sempre fatto. L’ho riletto circa un paio di anni fa e ho pensato che io e Steve Dillon abbiamo davvero realizzato qualcosa di buono. Se sarà questo il lavoro per cui sarò ricordato, a cui il mio nome sarà sempre associato, va bene così. E sono felice che tanti nuovi lettori lo abbiano letto dopo aver visto la serie TV.

Amo Punisher perché credo sia depositario di una splendida semplicità. Mi ricorda molto i personaggi con cui sono cresciuto. L’ho detto tante volte, ma per me Frank Castle è il protagonista di un fumetto inglese finito per caso dalla parte sbagliata dell’Atlantico. Frank, come un sacco degli eroi della mia infanzia, è figlio della Televisione e del Cinema di quegli anni. Di base, è molto più un pistolero che un super eroe, e per questa sua maggiore vicinanza al mondo reale è il personaggio perfetto per esplorare il lato più inaccettabile dell’esistenza umana.

 

 

Fonte: Comic Book Resources