Lo ha fatto sulle pagine del network Mondo200o, durante considerazioni che avevano ha che fare con il potere delle parole.
Morrison – Quando ero un ragazzino non esistevano parole che fossero in grado di descrivere alcuni aspetti della mia esperienza personale. Sono stato una persona non-binaria, queer, e ho praticato il cross-dressing sin da quando ho compiuto dieci anni, ma i termini praticabili per definire come mi sentivo e quel che facevo erano pochi e distanti dalla precisione. Oggi avviamo a disposizione un vocabolario completamente nuovo… e credo che sia bene lasciar perdere alcune parole controverse quando se ne stanno creando di nuove, che intendono un approccio meno grossolano alle proprie esperienze.
Una natura in qualche modo coerente con lo sguardo decisamente non conforme al mondo in generale e a quello dei fumetti in particolare, facilmente ravvisabile nelle opere di Grant Morrison che, non a caso, ha parlato anche di alcuni suoi personaggi e del loro rapporto con le identità di genere e i temi ad esse riconducibili. In particolare, ha detto qualche parola sulla sua recente e splendida versione di Wonder Woman, per la linea Earth One della DC.
Morrison – Personaggi di questo genere sono totalmente in disaccordo con l’idea che persone diverse tra loro non possano capirsi a vicenda. Ci si riesce mantenendosi informati, ascoltando le voci delle persone anche quando non si concorda con loro e facendo esercizio di empatia e immaginazione.
Una chiave di lettura interessante e un invito ammirevole al dialogo da parte di Grant Morrison, uomo dalla peculiare personalità e dal multiforme ingegno che ha voluto, dopo tanti anni di notorietà, rivelare al pubblico un nuovo tratto distintivo del proprio personaggio.
Fonte: CBR
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