Grant Morrison sta lavorando all’adattamento del serial tratto da Happy! – miniserie Image Comics disegnata da Darick Robertson e raccolta in Italia da BAO Publishing – e questo gli dà l’occasione di parlare di come la televisione sia cambiata negli ultimi undici anni.

Ecco le dichiarazioni dello sceneggiatore riguardo alla sua recentissima esperienza come autore televisivo, che gli ha consentito di constatare da vicino come il mondo dell’entertainment abbia spostato in avanti i confini di ciò che è consentito e di ciò che il pubblico e, di conseguenza, i produttori sono disposti ad accettare all’interno di una produzione.

 

Happy! #1, copertina di Darick Robertson

Viviamo in un periodo in cui abbiamo appena visto Twin Peaks e American Horror Story, e ci sono così tanti show televisivi oggi giorno che la gente è del tutto disposta a portare in avanti i confini, a ignorare le costrizioni perché è in cerca di un’idea originale. Credo che tutto questo sia perfetto per la mia sensibilità.

Non penso che ci sia più nulla che non si possa riparare cinematograficamente. Ho scritto adattamenti televisivi per tutti i miei lavori precedenti, quindi se Happy! dovesse avere davvero successo e i telefoni dovessero iniziare a squillare con delle proposte, io sono pronto. Credo che nell’attuale clima culturale non ci sia nulla che non possa essere fatto. Ogni sera accendo la televisione e vedo cose che non ho mai visto prima.

Per quanto riguarda Happy!, se guardate il primo episodio credo che sia molto simile al primo numero del fumetto. Ma da lì in poi, direi che abbiamo davvero cercato di espandere quel mondo e costruire una mitologia, aggiungendo un sacco di nuovi personaggi. Ed è questo che rende la serie interessante. Non c’è una corrispondenza perfetta, ma siamo riusciti a catturare l’atmosfera e l’energia del fumetto. Specialmente nei primi due episodi ci sono un sacco di umorismo nero e parecchia violenza, con un atteggiamento molto punk rock.

Proseguendo intervengono altri elementi. Si tratta di una storia di Natale, quindi c’è anche un po’ di sentimentalismo e delle performance di attori che vi faranno piangere. Credo che quel che abbiamo realizzato sia stato in grado di toccare parecchi tasti dal punto di vista emotivo, cosa che non accadeva tra le pagine della serie a fumetti. Ed è questo che ha reso le due versioni delle bestie molto diverse tra loro, anche se condividono parecchi punti fondamentali.

 

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Fonte: Bleeding Cool