Marvel: Jonathan Hickman parla di Inferno e del suo addio agli X-Men

Inferno
Nonostante la sua imminente partenza dalle X-testate, Jonathan Hickman rimane l’uomo del momento sul fronte dei mutanti Marvel, specialmente ora che la miniserie della sua uscita di scena, Inferno, sta per fare la sua comparsa e sconvolgere lo status quo degli X-Men e della nazione di Krakoa.

 

 

Gli interrogativi che si addensano sul futuro dei mutanti, sia nell’Universo Marvel che su quello editoriale, sono più pressanti che mai. Come si risolverà il nodo narrativo di Moira, Mystica e Destiny? Il progetto originario che Hickman aveva in mente per la saga mutante proseguirà o i suoi successori avranno libertà creativa?

Lo sceneggiatore non si tira indietro e nel corso di una chiacchierata con gli X-lettori risponde a queste domande e a molte altre:

 

Inferno #2, variant cover di Joe Jusko

Hickman – Portare in primo piano la storia di Moira/Mystica/Destiny è la scelta logica, il punto di svolta corretto, ed è così che i lettori probabilmente dovrebbero interpretarlo. Soprattutto con l’aspetto che la linea avrà dopo la partenza della serie The Lives and the Deaths of Wolverine di Ben [Percy] a gennaio. Quando ci sarà finalmente il cambio di distribuzione e inizieranno ad apparire le anteprime dei prossimi due mesi o giù di lì, vedrete tutte le cose che abbiamo tenuto segrete e/o posticipate in modo che il calendario potesse allinearsi. Un buon esempio di ciò è la serie Sabretooth di Victor [LaValle] che è stata annunciato la scorsa settimana e che fa parte di un trittico a cui sta lavorando. Lui, assieme a molti altri scrittori, è stato nella stanza dei bottoni per oltre sei mesi a lavorare su questa prossima fase dei titoli degli X-Men.

Inferno #1, variant cover di Stanley “Artgerm” Lau

Mystica e Destiny sono una coppia dalle potenzialità straordinaria, ma l’appiglio a cui mi sono agganciato una volta capito come avrebbe funzionato la resurrezione è stato la domanda: “Chi manca?”, e cosa più importante, “chi è stato via da molto tempo?” Destiny, essendo una veggente, era anche collegata al fallimentare futuro segreto della razza mutante, e quindi si poneva in contrapposizione a Moira, e per estensione a Xavier e Magneto. Il fatto di mostrare subito Mystica dal lato opposto ha reso il tutto perfetto. Anche semplicemente a livello visivo, Destiny è un personaggio di prima qualità. Non potevo lasciarla a prendere polvere sullo scaffale.

Non avevo invece idea che fosse necessaria una canonizzazione del loro status come coppia. Sapevo che il fatto che Mark Waid le avesse fatte baciare aveva fatto scalpore, ma onestamente pensavo che si trattasse solo una questione di “mostrarlo sulla pagina”. Io ho sempre pensato che fossero una coppia, perché è così che le vedevo nella rappresentazione di Chris Claremont. Ad ogni modo, ora è tutto a posto. Certo, a parte il fatto che Destiny sia morta.

X-Men #1, variant cover di Shannen Maer

In certe situazioni ho voluto dipingere Orchis come moralmente ambigua, forse persino comprensibile. Ma credo che dobbiate semplicemente continuare a leggere. Dopo Inferno, le cose si faranno più complicate.

Se si parla strettamente di X-Men, direi che il mio numero preferito è quello del Crogiolo, X-Men #7. È un fumetto piuttosto solido. Nel senso più ampio, credo che il mio preferito in assoluto sia House of X #5. È stato un numero divertente da scrivere perché ci ho riversato dentro tutto quello che avevo impiegato molti numeri a sistemare. È stata una lunga sequenza di tiri in porta, dall’inizio alla fine.

Credo che sotto molti aspetti abbia funzionato proprio come immaginavamo. Penso che ci siano state anche cose che abbiamo sbagliato o che avremmo potuto fare meglio. Diciamo che se i nostri unici obiettivi fossero stati una linea coerente, trame integrate e una serie di testate redditizie per l’azienda, sicuramente, per la maggior parte avrebbe funzionato alla grande. Ma sebbene creda che queste siano le cose più importanti per avere successo fino in fondo, credo che ci sarebbero volute un paio di cose in più.

X-Men #1, variant cover di R.B. Silva, Natacha Bustos e Patrick Gleason

Per prima cosa, credo che avessimo bisogno di un’estetica più ampia. Una gamma artistica più vasta. È qualcosa che forse avremmo potuto controllare un po’ meglio.

Inoltre, credo che avessimo bisogno di mantenere una velocità più serrata. Il ritmo narrativo era buono (necessario, credo, nelle singole testate), ma con una linea grande come la nostra, tutto deve sempre sembrare un treno in corsa. La pandemia ci ha davvero tagliato le gambe, in aggiunta ad altre complicazioni, e soltanto ora siamo riusciti a rimettere tutto in carreggiata. Quindi, alcuni potrebbero pensare che ci meritiamo un po’ di indulgenza, ma mi verrebbe da rispondere che l’indulgenza non è qualcosa che si chiede in una transazione finanziaria. Comunque, nel complesso, credo che abbia funzionato bene. Ci darei un 7+.

X-Men #21, copertina di Leinil Francis Yu

Il mio principale rammarico a livello narrativo è stato dover togliere da Inferno tutto quello che riguardava Rogue, questa è una cosa che mi ha deluso. Ma non c’era davvero spazio. Sono quasi stato tentato di chiedere un numero aggiuntivo o dei numeri più lunghi, ma nel primo caso si creavano dei problemi di calendario/programmazione e il secondo non era possibile senza coinvolgere un altro artista.

Quanto al potenziale uso del secondo e del terzo atto della struttura narrativa da me delineata in origine per gli X-Men, capisco da dove nasca questa domanda, ma credo che i dubbi non colgano il punto dell’intero esperimento sugli X-Men.

Non esiste che io mi metta i miei progetti originali in tasca per metterli da parte e usarli in futuro, o qualche sviluppo epocale di un personaggio che reclamo come mio e che nessuno sarà autorizzato a usare finché non arriverò io. Non è così che funziona. Tutto ciò che ho già fatto, tutto ciò su cui sto attualmente lavorando e tutto quello che avevo in programma di fare in futuro appartiene alla squadra: era questo il punto di avere una stanza e un gruppo coeso di creatori che lavorassero tutti insieme.

X-Men, copertina di Leinil Francis Yu

Vi prometto che vedrete molte di quelle idee e piani attuati in altre serie o amalgamati in concetti più ampi. Le grandi domande e i conseguenti conflitti a cui stavo per arrivare non scompariranno dall’orizzonte: sono cose che hanno radici profonde. Sotto molti aspetti sono inevitabili in molti modi. Semplicemente non si concretizzeranno in una tabella di marcia che mi consenta di lavorarci. Ma va benissimo così. La squadra funziona alla grande. Anzi, credo che alcuni di loro avranno modo di sbocciare senza la mia presenza ad assorbire tutto l’ossigeno nella stanza.

Spero davvero di non suonare presuntuoso nel dirlo, ma loro sono i miei ragazzi. Sono molto affezionato a loro e hanno fatto un ottimo lavoro, hanno fatto tutto quello che gli è stato chiesto. E se devo essere completamente onesto, sono anche un po’ geloso di alcune delle cose che si preparano a fare nei prossimi anni. I piani per gli X-Men sono incredibili.

 

Inferno, teaser di Mark Brooks

 

 

Fonte: AIPT

 

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