Come già dovreste sapere, Howard The Duck è ufficialmente al capolinea. La serie chiude il #11, in arrivo questo mese, giunta alla naturale conclusione della sua storia, il climax che Chip Zdarsky e Joe Quinones hanno inseguito per due anni circa. Ed eccoli, intervistati da Newsarama, a dire addio alla serie simbolo della nuova Marvel degli ultimi anni, a celebrare il lavoro svolto assieme.

 

Howard The Duck #11, copertina di Joe Quinones

Howard The Duck #11, copertina di Joe Quinones

Zdarsky – Difficile parlare dell’ultimo numero senza spoilerare. Si tratta del culmine di tutta la storia che abbiamo raccontato. Voleranno cazzotti, tutti i nostri personaggi preferiti faranno capolino, Howard troverà finalmente un po’ di pace. Sarà bizzarro e selvaggio e, spero, piuttosto soddisfacente. Detesto i finali deludenti, quindi fare le cose per bene in questo caso è fondamentale.

Quinones – Sicuramente sarà un’esperienza agrodolce. Ho sempre saputo che il mio tempo su Howard sarebbe stato limitato, perché non l’ho mai sentito come un personaggio che mi appartiene. Howard the Duck è la casa che hanno costruito Steve Gerber e Val Mayerick, Chip e io siamo stati due affezionati inquilini. Gli abbiamo voluto bene, come al suo cast e al gruppo di persone che ci lavorano ogni mese.

Zdarsky – Gli archi narrativi della serie erano progettati, in bozza, sin dall’inizio, ma abbiamo capito che questo sarebbe stato un ottimo finale all’inizio del ciclo di storie che ha seguito Secret Wars. Sembrava la cosa giusta da fare, lasciare la poltrona di comando una volta detto tutto quel che avevamo da dire. Ma, ragazzi… è stata dura chiudere l’ultimo episodio. La tentazione era quella di dire a tutti che avevo scherzato. Figurarsi! La storia continuerà ancora per chissà quanto.

Gran parte del piacere di lavorare su una serie Marvel sta nella possibilità di maneggiare il suo splendido parco personaggi e le loro storie. Abbiamo cercato di mantenerci, come sempre, accessibili a nuovi lettori, ma i fan di vecchia data potranno cogliere degli aspetti in più anche nel nostro finale. Howard è sempre stato all’interno della continuity, ma non tanto da escludere lettori e siamo sempre rimasti lontano dai grandi eventi, per non farci distogliere dalla storia che stavamo raccontando.

Howard The Duck #9, copertina di Joe QuinonesLa cosa che mi porto via da quasi venti numeri di Howard The Duck è che nessuno potrà mai scrivere questo personaggio meglio di Steve Gerber. Cosa che sapevo già prima di iniziare, ma che ora si è cementata nella mia mente. Ogni tanto, emerge l’assoluta consapevolezza che Howard era un vero e proprio alter-ego di Gerber e cercare di imitare quel rapporto è un’impresa fallita in partenza.

Ecco perché, con l’andare del tempo, ho iniziato ad avere la sensazione di scrivere il personaggio come un’estensione di me stesso: più triste e decisamente più esausto. Per me, ora, Howard rappresenta il perfetto vettore delle tendenze antisociali di ogni scrittore di professione.

Quinones – Io conoscevo il personaggio solo grazie al film del 1986 e dai pochi fumetti che ho potuto leggere prima di accettare l’incarico. Per me, non era che un papero incazzato. Poi, però, sono andato a rileggermi i cicli originali di Gerber e ho iniziato ad apprezzare il commento alla società che accompagnava la comicità delle storie, nella sua nicchia dell’Universo Marvel.

La versione di Chip è ancor più compromessa con l’universo narrativo e scava più a fondo nell’emotività di Howard come individuo. C’è molta sincerità, sepolta sotto la rabbia e il sarcasmo, mimetizzata tra battute su surfisti spaziali e uomini ragno depressi. Howard è la caricatura di tutti noi e, come autori e disegnatori, non possiamo che proiettarvi parte di noi. Ci sono alcune vignette in cui, disegnandole, mi sono riconosciuto, mi sono detto che io ero Howard e lui era me.

Sono sempre stato un grande fan della comicità, anche se non so se mi definirei necessariamente un disegnatore umoristico. Senz’altro, nel mio lavoro del passato, che fosse nel fumetto o nell’illustrazione, è stato spesso presente. E la tentazione di buttar lì una battuta o una scena divertente ce l’ho sempre, anche quando mi occupo di storie più serie.

 

Zdarsky e Quinones, che non si conoscevano prima di iniziare a lavorare assieme sulla serie, oggi non potrebbero essere più felici di essersi incontrati. Tanto che i due hanno già fatto diverse proposte alla Marvel, che li vedrebbero collaborare di nuovo. Noi, non possiamo altro che fare il tifo per questa coppia affiatatissima.

 

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Fonte: Newsarama