Vi abbiamo già parlato di Exiles, la serie che riporta Blink sotto i riflettori e che vede un gruppo di mutanti non convenzionale protagonista di un’avventura a spasso nel tempo e per le dimensioni del Multiverso Marvel.

Ai testi c’è Saladin Ahmed, uno degli sceneggiatori emergenti più interessanti della Casa delle Idee, reduce del successo di critica di Black Bolt. Ecco cos’ha dichiarato alla redazione di Comic Book Resources.

 

Exiles #1, copertina di Mike McKone

Sono da sempre un fan del Fumetto di supereroi, ma lavoro alla Marvel da solo un anno, e una delle cose che fai fatica ad afferrare quando sei nuovo dell’ambiente è che le decisioni che vengono prese riguardo a una storia sono pianificate con mesi di anticipo. In più, ognuna dipende da altre ottanta questioni che ci sono in ballo, eventi che accadono nel mondo dei comics e degli altri media. Quindi tu potresti avere un’idea per una grande storia di Capitan America, ma questo non ha importanza se è in contrasto con ciò che è stato pianificato per lui in precedenza, o se è troppo simile ad altre che usciranno l’anno prossimo. Con i supereroi è così. Quindi non è solo questione di avere una buona idea per Iron Man o sapere cosa vorrei fare con Spider-Man.

Per quanto riguarda gli Exiles, tuttavia, la situazione è un po’ diversa. Sostanzialmente sono un team formato da componenti di tutto il Multiverso, quindi avevo la libertà di inventarmi qualunque versione volessi. C’è, chiaramente, lo sguardo della supervisione editoriale, ma di base ho avuto pressoché carta bianca. È un traguardo enorme, inquietante e folle. Il percorso di questa serie non è stato particolarmente lineare.

Alcuni dei componenti e degli aspetti della squadra erano nella mia mente sin dal principio, quindi ho mantenuto dei centri gravitazionali permanenti, ma invece di chiedere ai miei editor quali personaggi potessi utilizzare, ho avuto la fortuna di farmi un’altra domanda: quali ruoli erano necessari al gruppo per funzionare? Mi interessavano ruoli drammatici, personalità forti, un certo tipo di poteri. Il nerd appassionato di giochi di ruolo in me voleva che la squadra fosse equilibrata dal punto di vista operativo. Non puoi creare un gruppo di soli tank o personaggi stealth, giusto? Inoltre, una cosa che spesso la gente sottovaluta è l’aspetto estetico. Gli eroi devono apparire fighi tutti assieme.

 

A proposito di personaggi, Ahmed ha parlato di Blink, che ha adorato nelle vecchie storie degli Exiles. Dopo aver chiarito che questa nuova incarnazione del gruppo è progettata per essere amata anche da chi non conosce l’originale, ha spiegato che il fascino dell’eroina viola dipende dalla sua terribile gioventù, vissuta nell’Era di Apocalisse, nella sua storia di perdita di persone care. Nonostante ciò, Blink mantiene un cuore buono e allegria, un ottimismo non stucchevole anche nei tempi più bui. Il che fa di lei una grande leader.

 

Fury ha il ruolo di un generale che non scende sul campo, in questo caso, anche se la situazione che lo coinvolge è più complicata. La missione non è sua volontà, ma lui è l’agente del Multiverso che si difende da sé. Non è semplice da spiegare. In termini di prospettiva, questo è un fumetto ad alto contenuto cosmico. Ci saranno cose strane ed epiche e parecchi paradossi temporali, ma senza che appesantiscano la storia. Quello che vedremo nelle prime pagine di Exiles è il Nick Fury della Silver Age che appare di fronte a se stesso oggi, all’Invisibile.

 

Sugli altri personaggi coinvolti, Ahmed ha sostanzialmente ribadito quel che già sappiamo. Khan è una versione più matura ed esperta di Ms. Marvel che proviene da una realtà dove i mutanti sono stati decimati. Lo sceneggiatore la paragona a Sarah Connor di Terminator. Il Wolverine degli X-Babies, che proviene da un mondo in cui tutto è carino e colorato, tenero e amichevole, non è un grande combattente ma è stato scelto per far parte di questa missione fondamentale per il cosmo. Chissà come mai. Iron Lad è una versione un po’ più incerta del giovane Kang il Conquistatore che ha deciso di rinnegare il suo futuro e di diventare un eroe, come visto in Young Avengers.

 

La storia è assolutamente centrata sui personaggi. Una delle mie ispirazioni fondamentali è rappresentata dalle vecchie storie di Claremont. Ci sono un sacco di ragioni per cui sono così popolari e ricoprono un ruolo tanto importante per tante persone, ma una delle principali è l’interazione che c’era tra i protagonisti a livello personale. Abbiamo potuto osservarli crescere e scoprire se stessi per anni. Sembravano fatti in un certo modo, ma abbiamo scoperto che erano più complicati di quanto credessimo.

 

In chiusura, grandi complimenti di Saladin Ahmed all’artista Javier Rodriguez, altra figura che si sta prendendo sempre più spazi nel contesto editoriale Marvel, dando prove sempre convincenti della sua abilità rappresentativa e narrativa, prima su Spider-Woman e poi su Doctor Strange and the Sorcerers Supreme. Il disegnatore ha dovuto realizzare i personaggi disegnandoli con stili molto diversi tra loro e, secondo il suo collega, nemmeno questa volta ha deluso le aspettative.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources