Dovreste già sapere del progetto Black Panther Legends, la miniserie dedicata al personaggio di pantera Nera che racconterà una nuova versione delle sue origini, opera dello sceneggiatore Tochi Onyebuchi e affidata alle matite di Seto Fiadzigbey. Una storia dal taglio decisamente giovanile, da quel che è emerso sinora, dedicata a una nuova generazione di lettori.

 

 

Onyebuchi ha rilasciato una serie di dichiarazioni in una lunga intervista ospitata dalle pagine di Marvel.com, che vi riproponiamo nei suoi passaggi salienti.

 

Black Panther Legends #1, copertina di Setor Fiadzigbey

Onyebuchi – Da ragazzo ero un fan degli X-Men, per cui avevo una predilezione. Credo che l’evento di svolta, per me, sia stato Avengers Vs. X-Men, perché è lì che ho iniziato ad aggiungere altri personaggi Marvel alla lista dei miei preferiti. Fu interessante vedere le interazioni in quella storia. La quale coincide con la mia crescente consapevolezza dei problemi razziali in America.

Crescendo da figlio di immigranti nigeriani, mi sono sempre sentito nella posizione di non identificarmi del tutto con gli afroamericani. Sono in grado di ricostruire il mio albero genealogico per otto generazioni, ma non sono del tutto nigeriano, in quanto nato in America. Sono un po’ una via di mezzo.

Pantera Nera mi ha colpito perché lui e il Wakanda sono rappresentazioni dell’Africa che non si vedono molto spesso, in particolare nei media dell’Occidente. La nazione più tecnologicamente avanzata del mondo, posta nel continente africano: decisamente un concetto che mi affascinava. E altrettanto facevano le possibilità che ha il personaggio di T’Challa. Ritengo interessantissimo esplorare gli aspetti della sua personalità di eroe. Com’è vivere quel ruolo da Africano? Probabilmente, non avevo mai realizzato quale potesse essere il suo impatto finché non è uscito il film.

Per un sacco di gente, quello è stato il primo incontro con T’Challa il Wakanda. Vedere la reazione, in particolare tra gli spettatori africani e afroamericani, nonché per tutto ciò che sta nel mezzo, mi ha fatto capire quanto il personaggio abbia risonanza fra la gente, quanto sia importante vederlo come un eroe complesso e sfaccettato. Non è monodimensionale, non si limita a mettersi il costume e salvare la gente. La complessità degli eroi è una cosa che ho sempre apprezzato in casa Marvel.

 

Onyebuchi afferma di voler onorare il lungo passato di Pantera Nera, ma anche di avere un’idea nuova e una prospettiva unica che vorrebbe proporre durante Black Panther Legends. Lo T’Challa giovane che vedremo sarà calato in un contesto sociale e geo-politico molto diverso rispetto a quello in cui fu calato il Wakanda negli anni Sessanta, all’atto della sua creazione originale.

 

Black Panther Legends #2, copertina di Setor Fiadzigbey

Onyebuchi – Sono grato alla Marvel per la possibilità di collocare forti radici in Africa per questa miniserie. Nella storia vedremo la famiglia reale molto consapevole di quel che succede sul resto del continente, il che per me era fondamentale, perché quando si pensa alle origini di Pantera Nera come icona del Wakanda si corre subito alle sue risorse e a quel che il Pese aveva a disposizione per poi evolvere come ha fatto. Mentre tutto attorno c’è caos, carneficina, sfruttamento.

Per me, la domanda interessante è capire se il Wakanda riesca a vedere il proprio ruolo in quel contesto. Cosa c’è dietro le sue politiche di isolazionismo? E cosa significano per un bambino che cresce mentre tutto questo gli succede intorno? T’Challa dovrà fare i conti con le conseguenze di quelle politiche. Per me è interessantissimo guardarlo crescere in parallelo con l’evoluzione del Wakanda.

 

Un ruolo importantissimo lo avrà Hunter, il fratellastro di T’Challa, che Onyebuchi considera pieno di potenziale. I temi del potere, del patriottismo, della responsabilità, saranno declinati tramite il rapporto tra i due fratelli. Hunter è un ragazzo bianco adottato da una famiglia di reali neri, in tragiche circostanze. Il che darà modo di raccontare storie dalle molte implicazioni.

 

Onyebuchi – Vedere i due fratelli interagire e affrontare le questioni relative all’apartheid sarà affascinante. Che valore avranno per un ragazzo bianco come Hunter? Tratteremo la cosa da una prospettiva che dovrebbe interessare i lettori più giovani, che ha a che fare con le pressioni che vengono dalla propria famiglia. Credo che molti ragazzi potranno immedesimarsi nei temi della storia e rivedere alcune dinamiche familiari ben note.

 

Un ruolo importante anche per il personaggio di Ororo, di cui verrà reimmaginato anche l’incontro con T’Challa, già narrato in tante versioni del rapporto tra Tempesta e Pantera Nera. Onyebuchi ha voluto assicurarle lo spazio per essere un personaggi indipendente, non semplicemente strumentale alla crescita del protagonista. Un rischio in cui, secondo lui, molti sono caduti nel corso degli anni.

 

Onyebuchi – In Black Panther Legends vedrete Pantera Nera come mai prima d’ora. Questo posso assicurarvelo con onestà. Ci è stato presentato in tanti modi diversi, ma questa storia risponderà davvero alle domande su come fosse da bambino, su quel che ha dovuto affrontare nel corso degli anni e come si sia trasformato nell’eroe che oggi conosciamo.

 

 

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Fonte: Marvel