Dovreste già essere ampiamente informati riguardo le storie di Beta Ray Bill affidate alla penna e alle matite di Daniel Warren Johnson. Decisamente uno dei progetti che più attendiamo da Oltreoceano. Ebbene, il talentuoso autore ha avuto modo di condurre una chiacchierata con il creatore dell’eroe korbinita e sceneggiatore di uno dei più importanti cicli di storie di Thor di sempre: Walt Simonson.

 

 

Curiosi di sapere cosa si sono raccontati questi due giganti del Fumetto americano? Ebbene i due hanno toccato molti aspetti, con Warren Johnson nei panni dell’intervistatore, più o meno, e Simonson a rispondere alle sue curiosità, di grande fan e giovane collega.

 

Beta Ray Bill e Thor

Daniel Warren Johnson – Ho sentito dire che hai frequentato l’Amhearst College (molto vicino a dove sono cresciuto!) e che eri in effetti un fan dei fumetti di Thor. Cosa ti ha motivato a passare all’atto creativo e ci sono per caso dei momenti della tua carriera universitaria che ti hanno spinto in particolare verso una carriera nei comics?

Walt Simonson – Quando ero alla Amhearst, nel bel mezzo degli anni Sessanta, ho scoperto i fumetti Marvel, che pubblicavano storie di super eroi da soli quattro anni. Thor fu il mio primo incontro. Ero già appassionato di mitologia nordica, sin da bimbo, quindi fu una gioia scoprire un fumetto che parlava degli dei vichinghi. Ho iniziato a leggere tutte le serie Marvel, circa undici al mese all’epoca. Mi mettevano voglia di disegnare fumetti e mi confrontai con qualche pagina di Doctor Strange, Iron Man e Enemy Ace, negli anni successivi. Tutte storielle frammentate, che pian piano si allungavano.

Il mio primo tentativo con Strange fu ispirato dall’ultimo numero di Strange Tales con Steve Ditko, in cui Eternità e Dormammu si affrontavano. Adorai quell’albo, ma lo trovai troppo corto, quindi decisi di realizzare una versione estesa della battaglia finale, come avrei voluto vederla. Scoprii che disegnare fumetti era un lavoro durissimo e riuscii a finire quattro pagine prima di finire la benzina. Ma era il mio primo tentativo serio di realizzarne uno, almeno in età semi-adulta.

Avevo un’idea per una storia di Thor, basata sui fumetti Marvel e sui miti, ma non mi ci misi mai, all’epoca. All’università non pensavo di darmi ai fumetti da professionista. All’inizio ero interessato alla paleontologia, allo studio dei dinosauri. Per la fine del college, decisi che non sarebbe stata la mia strada, ma dovevo ancora iniziare a inseguire una carriera nei comics.

Daniel Warren Johnson – Mi racconteresti qualcosa del tuo periodo a New York City, negli anni Settanta? Che genere di cultura artistica avete generato tu e gli altri fumettisti dell’epoca?

Walt Simonson – Quel decennio e la prima metà degli Ottanta sono stati un gran periodo per il Fumetto. Non girava granché danaro, ma tutti noi che siamo entrati nel giro nei primi anni Settanta avevamo davvero passione per il lavoro. Molti di noi pensavano che fosse un’arte in via d’estinzione e volevamo esserne parte fintanto che esisteva. Non andò come credevamo, ma eravamo pieni di entusiasmo e di un’amichevole spirito di competizione.

All’epoca non esistevano le consegne di cibo a tarda notte, internet e gli scanner. Se volevi lavorare da fumettista eri pressoché obbligato a vivere a NY e questo significa che noi, di quella generazione, ci siamo conosciuti tutti, nonché un sacco di tizi di quelle precedenti, d cui ammiravamo le opere. Quando entravi in ufficio, vedevi arrivare il lavoro di gente come Jack Kirby, John Buscema, Alex Toth, Joe Kubert, Russ Heath, Neal Adams e tutto ciò che producevano quelli della mia età. Tutto di grande ispirazione.

 

 

Fonte: Marvel