La prima grande rivelazione di Way of X non ha lasciato dubbi: la minaccia nascosta che incombe sull’apparente paradiso di Krakoa è uno spettro nato proprio dal lato peggiore dei suoi fondatori. Onslaught, l’entità sorta dalla fusione degli aspetti psichici peggiori di Xavier e Magneto, al centro di uno sconvolgente e discusso crossover degli anni 90, è il nemico da sconfiggere per salvare l’anima della nazione mutante.

A richiamare in scena la storica nemesi dei mutanti è proprio Si Spurrier, lo sceneggiatore di Way of X, che per l’occasione chiude addirittura i battenti della neonata testata mutante giunta solo al numero #5 per lasciare il posto al one-shot Onslaught Revelation, dove l’arcinemico farà la sua entrata in scena in pompa magna.

Spurrier parla sia degli sviluppi narrativi che di quelli editoriali dietro questa scelta, alludendo a ulteriori rivoluzioni sul fronte mutante che non si limiteranno alle sue testate:

 

X-Men: The Onslaught Revelation, variant cover di Federico Vicentini

Spurrier – L’entrata in scena di Onslaught è sicuramente un colpo di scena inaspettato, vero? In essenza, all’inizio era un’idea che stuzzicava il mio lato malizioso. Ma non appena si è presentata l’occasione, mi è sembrata un modo abbastanza intelligente di procedere. Per prima cosa, è una palla curva, l’ideale per sovvertire le aspettative. Ero preoccupato che Way of X potesse essere liquidato come questa strana serie di nicchia che trattava in modo pesante questioni di filosofia e di religione, quando non è questo il quadro completo (o meglio, certo, ci sono molte riflessioni importanti, ma abbiamo anche super eroi con i postumi di una sbornia, un mutante che fa vomitare le persone e un tizio con dei funghi psichedelici che gli crescono dal cervello. Nel numero #4, Nightcrawler vince un combattimento usando un gelato. Non è una serie che insiste nel prendere tutto troppo sul serio). Mettiamoci dentro un gigantesco dio-demone mutante corazzato degli anni 90 e magari i lettori ci penseranno due volte prima di presumere di avere capito di cosa si parli.

X-Men: The Onslaught Revelation #1, copertina di Giuseppe Camuncoli

Inoltre, la portata e la gravità del nome Onslaught definiscono piuttosto bene cosa offriamo: questa è una serie che conta. Non si tratta di divagazioni collaterali. Questa è una serie in cui andiamo alla ricerca di un modo per impedire a un’intera nuova civiltà di esplodere. Detto questo, molte delle cose contro cui Nightcrawler, Legione e gli altri stanno combattendo sono piuttosto astratte: collasso della società, sadismo, stagnazione culturale e così via. Sono tutti argomenti affascinanti, ma, parliamoci chiaro, a livello visivo non sono il più entusiasmante degli spettacoli. Quindi ciò di cui avevamo bisogno era un modo per dare a queste cose un volto, una personificazione della minaccia, e che ci crediate o no, per ragioni che ancora non possiamo rivelare, Onslaught è la scelta migliore per questo progetto. Immaginate di odiare un sacco qualcuno, un intero gruppo di persone, tanto da spingervi a trasformare in arma la forza più folle e distruttiva del pianeta, semplicemente per poterla scatenare tra i vostri nemici. Se il piano ha successo? Ehi, fantastico, avete spazzato via le persone che odiavate, batti il ​​cinque e champagne. Però il genio non tornerà più all’interno della lampada e continuerà ad avere fame. Qualcuno odia i mutanti fino a questo punto.

X-Men: The Onslaught Revelation #1, anteprima 02

Insomma, è tutto molto escatologico, no? Non includi Onslaught in una serie senza rischiare la fine dei tempi. Ma i riferimenti alla Rivelazione di San Giovanni sono per lo più estetici. Come ho accennato in passato, siamo stati attenti a non portare la serie in nessuna direzione che parlasse troppo apertamente di una fede o un credo particolare. Nightcrawler è un cattolico praticante e nella nostra squadra abbiamo membri agnostici e credenti di altre fedi. Le domande difficili che si pongono sulla vita a Krakoa e sul futuro del genere mutante devono trovare una risposta che sia separato dalle dottrine personali di tutti i personaggi (e lettori).

Quindi, anche se abbiamo preso in prestito il linguaggio portentoso della Rivelazione di San Giovanni con tutte le sue sfumature apocalittiche, all’atto pratico la serie stessa è molto più radicata nei drammi personali dei nostri personaggi principali che affrontano l’enormità del compito che li aspetta. Onslaught è ovunque. Onslaught è chiunque. Come diavolo lo fermi?

X-Men: The Onslaught Revelation #1, anteprima 01

Abbiamo lanciato Onsalught Revelation per una serie di ragioni. In primo luogo sembrava che fosse necessario, quasi obbligatorio, uno scenario di dimensioni enormi dove mettere in scena la storia. Le meccaniche di Way of X fino a questo punto riguardavano Nightcrawler che poneva domande difficili e cercava una grande idea attorno a lui per riunire tutti. Quando passiamo a Onslaught Revelation, il tono e le meccaniche cambiano: ad alcune di queste domande è stata data risposta. Ora ci attende una lotta disperata e incerta per vedere se quelle risposte saranno abbastanza forti da salvare il genere mutante da se stesso.

Tutto questo sarebbe stato piuttosto difficile da fare un numero #6: sarebbe risultato un po’ troppo sconnesso dal numero #5. E poi, non fingiamo che di ignorare il fattore entusiasmo dei fan degli anni 90 in tutto questo: se usi Onslaught come il tuo cattivo, hai diritto a fare un po’ di rumore al riguardo. C’è inoltre una seconda serie di considerazioni logistiche che riguardano i progetti nei tempi lunghi linea X, che ovviamente non posso approfondire qui. In termini molto vaghi, potremmo dire qualcosa del tipo: “qual è il modo migliore per chiudere il capitolo 1 di questa storia… e lanciare il capitolo 2?”.

X-Men: The Onslaught Revelation #1, anteprima 03

C’è anche un certo tessuto connettivo con il Gala Infernale che si è appena concluso, anche se si tratta di accenni tematici che non di rimandi dichiarati. Alcuni dei ragazzi indosseranno ancora gli abiti del Gala Infernale, anche se strappati e infangati, per esempio. Poi abbiamo il Cruci-ball, vale a dire cosa accade quando un gruppo di giovani le cui menti sono state sottilmente ma fermamente guidate in una direzione particolarmente oscura, decidono che morire, e quindi anche uccidere, è un modo perfettamente ragionevole per divertirsi. Può sembrare folle, ma entrambe le nozioni si basano sull’idea che la resurrezione sia una parte standard e prevedibile della vita di un mutante.

…E, a quanto pare, grazie a Onslaught, in questo si sbagliano completamente. C’è una carneficina all’orizzonte… Come ho accennato sopra, devo essere cauto su come rispondo a questa intervista. Abbiamo alcuni progetti a tema X davvero grandiosi all’orizzonte, che confonderanno drasticamente le acque di quelli che potrebbero apparirci come una fine e un inizio. Ci stiamo divertendo molto a ripensare ai modi in cui le storie di questo universo condiviso possono essere raccontate. In pratica, potremmo dire che la fine di Way of X non è assolutamente la fine della storia. In termini televisivi, WoX è la prima stagione e Onslaught Revelation è il grande finale di stagione. La stagione 2? Be’, la stagione 2 è tutta un’altra faccenda…

 

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Fonte: ComicBook