In Italia conoscevamo Minetaro Mochizuki per Dragon Head (1995, Kodansha, Planet Manga) finché J-POP non ha cominciato a pubblicare in un grande, sontuoso formato Chiisakobe, manga edito in patria da Shogakukan. Premiato come Miglior Serie Straniera al Festival d’Angoulême del 2017, questo fumetto è liberamente ispirato all’omonimo romanzo del 1957 di Shugoro Yamamoto, al secolo Satomu Shimizu (22 giugno 1903 – 14 febbraio 1967); si tratta di uno dei titoli meno conosciuti dello scrittore, i cui lavori più rinomati hanno visto trasposizioni cinematografiche da parte di registi suoi connazionali della statura di Akira Kurosawa e Takashi Miike.
Mochizuki ha riadattato ai nostri giorni il soggetto di Yamamoto, originariamente ambientato durante il periodo Edo (1603 – 1868), conferendo alla storia una freschezza intrinseca e un’attualità immediata. Il fascino irresistibile di Chiisakobe è racchiuso proprio nel suo modo straordinario di raccontare il quotidiano e nellR...
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